CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Sigfrido Ranucci

Stop narrazione ideologica

Ranucci zittisce i sinistri e sgretola il teorema delle responsabilità morali: “Starei coi piedi per terra. Non credo a “mandanti” politici ma a un’azione della criminalità”

Il giornalista ospite di "In mezz'ora" su Raitre si smarca dalle speculazioni degli ultimi giorni con cui alcuni esponenti della sinistra - e giornalisti al seguito - hanno tentato di attribuire le responsabilità morali della vicenda a governo e clima politico

Politica - di Lorenza Mariani - 19 Ottobre 2025 alle 18:02

Mentre la sinistra continua ad affannarsi a costruire un teorema politico sull’attentato subito dal giornalista Sigfrido Ranucci, puntando il dito contro presunte atmosfere illiberali, governi anti-democratici e in generale un “clima d’odio” diffuso dalla politica e a danno della libertà di stampa – ignorando forzatamente la pronta e unanime condanna e solidarietà espressa da premier esecutivo tutto nell’immediatezza della notizia dell’attentato a Sigfrido Ranucci – è lo stesso conduttore di Report a smontare la narrazione ideologica. E lo fa intervenendo a In mezz’ora su Rai Tre, riportano la vicenda alla sua drammatica e complessa realtà: a partire dall’escludere e rinnegare facili strumentalizzazioni.

Attentato a Ranucci, il giornalista invita ad abbassare i toni e a restare “copi piedi per terra”

«Io credo che sia un’opera di qualcuno legato alla criminalità o comunque di qualcuno che si serve della criminalità» ha dichiarato Ranucci, in riferimento all’attentato di giovedì scorso, respingendo tra le righe le speculazioni piovute a profusione negli ultimi giorni. «Non vedo scenari o mandanti politici, come qualcuno ha ipotizzato. Perché la politica ha altri strumenti, se vuole. Io starei quindi con i piedi a terra»… Un’affermazione che squarcia il velo dell’allarmismo e della strumentalizzazione che ha avvolto il dibattito negli ultimi giorni, confermando che la minaccia arrivata fino all’uscio di casa del giornalista con l’esplosione dell’ordigno è, verosimilmente, legata agli innumerevoli e delicati interessi toccati dalle inchieste di Report nel corso degli anni.

Argomentazioni calmieranti

Non solo. A sostegno delle sue calmieranti argomentazioni, Ranucci aggiunge anche: «Abbiamo in ballo – dice riferendosi al nuovo Report ormai alle porte – delle puntate molto delicate che riguardano interessi anche criminali. E questo può farci pensare che l’origine sia quella. Ma nessuno esclude che possa essere qualcosa invece del passato. Adesso lasciamo lavorare gli inquirenti». Insomma, ci sembra di capire, e dalle stesse affermazioni del diretto interessato, che l’ipotesi di un movente politico diretto, o di un clima “avvelenato” subito cavalcato da una parte dell’opposizione per attaccare il Governo, viene di fatto archiviata dallo stesso giornalista colpito dall’infame attacco intimidatorio.

Ranucci tra rassicurazioni e stop alle speculazioni

Eppure, nonostante spavento e timori, Ranucci ha assicurato che l’impegno non verrà meno: «La squadra di Report non è abituata ad abbassare l’asticella, sono dei ragazzi coraggiosissimi che hanno negli anni dimostrato di mettere a repentaglio la propria salute […] per raccontare la pancia del Paese. E continueranno a farlo», assicura Ranucci, ringraziando poi contestualmente tutta la Rai, dai vertici agli operai, per la vicinanza. Il programma ripartirà dunque il 26 ottobre. Ma nel frattempo, l’amara lezione per chi ha tentato di politicizzare un atto criminale, resta. Speriamo che chi di dovere ne faccia tesoro.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Lorenza Mariani - 19 Ottobre 2025