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Sigfrido Ranucci. In alto, Luigi Manconi

No alla «pretesa di immunità»

Ranucci non è al di sopra delle regole: anche Manconi dà ragione al Garante sulla telefonata tra Sangiuliano e la moglie

L'ex parlamentare Pd, oggi attivista per i diritti delle persone, smonta punto per punto la tesi secondo cui la divulgazione era legittima. Richiamando anche la Costituzione. Un messaggio chiaro a Report e alla sinistra che ha strumentalizzato il caso

Politica - di Sveva Ferri - 28 Ottobre 2025 alle 13:58

Non c’è nulla che giustifichi la scelta di Report di divulgare l’audio della telefonata tra Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. Per questo la decisione assunta dal Garante della privacy di sanzionare la trasmissione non solo non va rifiutata, ma è supportata da argomenti «francamente condivisibili». A scriverlo in un articolo a propria firma su Repubblica è stato Luigi Manconi, già sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi e parlamentare Pd di lungo corso, oggi impegnato sul tema dei diritti. Manconi rivolge a Ranucci una solidarietà incondizionata per l’attentato subito e anche per quelli che lui ritiene essere «tentativi di delegittimarlo», avvertendo però che «la tutela da assicurare a Report non ha nulla a che vedere con una pretesa di immunità». Un messaggio che pare rivolto a quanti in queste ore da sinistra hanno supinamente e spesso strumentalmente sovrapposto i due piani. Ma Manconi fa anche di più: rivolge a Ranucci e alla sua redazione un invito, neanche troppo velato, ad adottare uno stile giornalistico più rispettoso dei diritti e della dignità delle persone.

Manconi su Ranucci: «La tutela non ha nulla a che vedere con una pretesa di immunità»

Manconi è molto chiaro sulla necessità che la «libertà professionale e culturale (del giornalista, ndr) rimanga intatta», aggiungendo però quella che appare come una presa di distanza da certe sue scelte. Questa necessità, infatti, per Manconi vale «a prescindere dal fatto di condividere o meno tutti i contenuti del suo lavoro, il linguaggio cui ricorre, la trama complessiva in cui inserisce i temi trattati e i bersagli individuati».

Dal Garante della privacy «argomenti francamente condivisibili»

La «tutela da assicurare a Report», spiega Manconi, non si può tradurre «con il rifiuto della decisione del Garante per la protezione dei dati personali di sanzionare la trasmissione dell’audio della telefonata tra Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini». L’Autorità, prosegue Manconi, «ha valutato che la diffusione di quella telefonata non rientrasse nell’esercizio della libertà di informazione e, all’opposto, configurasse la violazione della normativa sulla protezione dei dati personali. Ed è qui – avverte l’ex parlamentare Pd – che deve concentrarsi il ragionamento». «Era lecito e, comunque, opportuno diffondere quell’audio?», si domanda quindi, chiarendo che «gli argomenti del Garante della privacy appaiono francamente condivisibili».

Non c’è nulla che giustifichi la divulgazione della telefonata tra Sangiuliano e la moglie

Manconi entra poi nel merito della questione, spiegando punto per punto perché quella divulgazione è stata scorretta e, di conseguenza, la decisione del Garante è stata corretta: «Il principio della indispensabilità della divulgazione ai fini della essenzialità della informazione – parametri di giudizio fondamentali in questo caso – non appare in alcun modo rispettato. I contenuti di quella telefonata risultano non solo irrilevanti sotto il profilo penale, ma anche totalmente superflui rispetto a quella che potrebbe essere addotta come esigenza di completezza giornalistica: la descrizione di un ambiente, il racconto di un costume, la cronaca di un sistema di rapporti». «Qui – sottolinea Manconi – si ha esclusivamente la rivelazione di un interno familiare e, di più, della sfera intima di due persone unite dal vincolo coniugale e che si mostrano nella loro vulnerabilità». E, dunque, «che cosa aggiunge, quella conversazione, alla conoscenza di fatti di pubblico interesse o anche solo del contesto in cui si svolgono?».

Il richiamo alla Costituzione e l’invito a Ranucci e Report a «rispettare» i diritti e la dignità della persona

Ma Manconi si richiama anche alla Costituzione, e in particolare all’articolo 15, che sancisce l’inviolabilità della libertà e della segretezza delle comunicazioni, avvertendo che «la valutazione della indispensabilità e essenzialità della diffusione di conversazioni private deve essere ancora più rigorosa dal momento che vi sono coinvolti dati personali che esigono una tutela rafforzata». «Dunque – è la conclusione – sarebbe bello che Ranucci e Report continuassero a fare in piena indipendenza il loro lavoro; e che fossero loro stessi i primi a rispettare “quello spazio vitale che circonda la persona e senza il quale questa non può esistere e svilupparsi in armonia con i postulati della dignità umana” (Corte costituzionale 1991)».

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di Sveva Ferri - 28 Ottobre 2025