La crisi del Nazareno
Prodi tallona ancora la Schlein: “Il Pd non vuole vincere”. La segretaria incassa e non si muove
Romano Prodi non molla la presa su Elly Schlein. Dopo le pesanti accuse rivolte alla segretaria dem dal salotto di Lilli Gruber ieri ha rilanciato sulla 9 a Circo Massimo. Per il prof di Bologna questo Pd è da rottamare, non è più riformabile dopo aver imboccata la strada della sinistra radicale scimmiottando i 5Stelle. Serve uno scatto, un cambio radicale dall’esterno.
Prodi non molla: questa sinistra non vuole vincere
La proposta non è nuova ma nel pressing televisivo l’ex premier dice chiaramente che il Nazareno non vuole vincere. “Serve un soggetto esterno, di centro, riformista, che parli a quei pezzi di società imprese, ceto medio, cattolici a cui il Pd, così come è diventato, non riesce più a parlare”. “La destra”, aveva detto a Otto e mezzo, “perde solo se c’è un’alternativa di governo con programmi ed obiettivi precisi. Per ora l’alternativa è scarsa, non ha la forza e la visione futura per dire di essere pronti a governare”. Prodi stimola, punzecchia, provoca e la giovane Elly non riesce a tollerare le invasioni di campo del padre nobile dell’Ulivo. Schlein è cortese, ma non vuole consigli e quando le vengono dati non li segue. È successo con la candidatura al Parlamento europeo e succederà ancora.
Serve qualcosa che nasca all’esterno del Pd
L’ex premier è sempre più convinto che la partita sia persa. Il Pd ha deciso di abbandonare la vocazione a essere partito nazionale, maggioritario. Dunque, è il ragionamento di Prodi, serve che nasca qualcosa di esterno al Pd. Con chi gli ha parlato di recente, ha ribadito lo schema: il Pd vada pure a sinistra e qualcuno si occupi di creare qualcosa fuori. Il prof guarda con favore ai movimenti interni e allo scalpitare di riformisti e cattodem. Tramite Sandra Zampa, sua fedelissima, ha mandato la sua benedizione alla due giorni milanese dei riformisti ma non crede che il Pd possa invertire la marcia.
Ora si passi a una proposta alternativa di governo
Ieri, intervistato da Massimo Giannini, Prodi è tornato a incoraggiare il dibattito interno: “È opportuno il dibattito che si è avviato dopo l’iniziativa di Milano. Ora si passi ai fatti con una proposta alternativa e di governo. La leadership – ha incalzato – si conquista dicendo ai cittadini “voglio fare questo, questo e questo””. Insomma il padre nobile è tornato a dare lezioni. “A me preme che si crei una coalizione che vinca le elezioni, e non sembra che nessuno abbia voglia di vincere le elezioni”. Il ragionamento brucia.
“A me interessa il Pd ma soprattutto il governo”
“A me interessa il Pd, certo, ma soprattutto il governo. Il ragionamento della segretaria aiuta a crescere un’alternativa? No”. Insomma a Prodi basterebbe che ci fosse la volontà di vincere. Intanto serve un programma condiviso, insiste. Una banalità, forse, ma per ore non ce n’è traccia. “Noi lavorammo mesi con migliaia di persone», ha detto ricordando l’esperienza dell’Ulivo.
I vertici del Nazareno tacciono e le seconde file incassano
Come sempre il cerchio magico della segretaria non ha commentato, ignorando l’affondo prodiano. Ma tra le seconde e terze file in tanti ammettono che il professore ha centrato il problema, ha colto il nervo scoperto del Pd destinato alla sconfitta. È più di un anno che il fondatore dell’Ulivo tira le orecchie, sprona, stimola con parole dure come pietre per il Nazareno. Ma la segretaria continua con il suo registro di sempre, non parla, non dice, non si muove. In privato, tempo fa, aveva proposto a Elly dieci parole chiave. “Quelle di cui la gente discute a tavola», dalla scuola alla sanità alla casa. Aprire una grande discussione in rete e poi un’agenda di incontri tematici scegliendo per ognuno una città simbolica. Elly lo ha ascoltato ma da allora non è successo niente.