
Un coacervo di insulti
Pro-Pal a Roma: l’ennesima occasione mancata di pacifisti che inneggiano all’odio
La statua imbrattata di Giovanni Paolo II; lo striscione pro-terroristi: la manifestazione conferma come il movimentismo detti le linee alla sinistra
Giovanni Paolo II elevato al rango di “fascista di merda”, il 7 ottobre del 2023, il giorno dell’uccisione di centinaia di israeliani, di bambini decapitati e di donne stuprate, celebrato giorno “della resistenza palestinese”. Anche la manifestazione “pacifista” tenutasi a Roma lo stesso giorno in cui si intravedono spiragli di fine guerra, e proprio nel giorno dedicato al Santo della pace per eccellenza, si trasforma in una buriana incontenibile, un esercizio antisociale ed estremo che non serve né alla causa di Gaza, né tantomeno al centrosinistra italiano, che si mette al fianco degli agit-prop e li tratta ancora come “compagni che (non)sbagliano”.
L’assurdo gesto contro Woityla
Prima e nel corso del corteo, partito da Piazzale Ostiense e arrivato a San Giovanni, c’è stato l’oltraggio contro Woityla. La statua del papa Santo, in Piazza dei Cinquecento, imbratta con la scritta, “fascista di merda”. Come se non fosse stato il Pontefice del dialogo, del soccorso alla Palestina, dell’invocazione ai due Stati e ai due popoli. Forse chi ha scritto quella stupida, orrenda frase ha avuto una sorta di reazione inconscia contro il Papa che ha aperto la strada all’implosione del socialismo reale.
Il 7 ottobre diventa il 14 luglio
E poi lo striscione, che nessuno ha fatto rimuovere, in cui si leggeva candidamente: “7 ottobre giornata della Resistenza palestinese”. Come se quel giorno terribile, in cui circa mille israeliani furono uccisi e torturati, altre centinaia ancora sequestrati, fosse una sorta di 14 luglio francese. E in tutto questo Elly Schlein, Giuseppe Conte , Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, restano in un silenzio che sa di vergogna.
Lo sdegno di Meloni per Papa Giovanni Paolo II
Giustamente e doverosamente, rappresentando tutti gli italiani, Giorgia Meloni ha definito vergognose e sconcertanti le frasi che hanno imbrattato la statua del Papa Magno. Scritte contro, “un costruttore di pace”, dice la premier, che sono “Un atto indegno commesso da persone obnubilate dall’ideologia, che dimostrano totale ignoranza per la storia e i suoi protagonisti“.
Così la sinistra sarà sempre più residuale
Inseguendo il movimentismo, la sinistra italiana sarà sempre marginale e residuale. E questo non è un bene nemmeno per il centrodestra e per la maggioranza. Perché avere un’opposizione riformista e moderata, che sa difendere le ragioni della Palestina senza inneggiare alla distruzione di Israele, è fondamentale per la democrazia dell’alternanza.
L’immagine dell’Italia nel mondo
La statua imbrattata di Woityla è finita sui tabloid delle agenzie internazionali. Creando sconcerto e dando l’immagine di un’Italia che non è quella apparsa oggi nel corteo terminato a San Giovanni. Ma che rischia di esserlo, per colpa di un movimentismo che non conosce freni.
Ormai la sinistra è nelle mani di Landini e dell’Usb
Questa due giorni, partita con uno sciopero senza preannuncio e finita con la manifestazione di Roma, consegna le chiavi della sinistra a Maurizio Landini e all’Usb. La Cgil e i sindacati di base, un tempo tenuti a debita distanza, persino dal Pci, dettano la linea, fissano gli obiettivi, fanno da mastice con il collateralismo di movimenti autonomisti che non hanno il germe della lotta democratica.
L’occasione persa
Questo “weekend lungo” è anche un’occasione persa e non solo per la sinistra ma per il Paese. Quella di esercitare un diritto inviolabile esprimendo posizioni di pace autentica e non di odio, di sollecitare (come sta realmente avvenendo) i governi del mondo ai negoziati. Ma tutto è stato trascinato nella suburra del disprezzo, del dileggio, dell’odio. Non sorprende che gli italiani, che sono vicini realmente al popolo palestinese, non accettino questi toni e li respingano. E non è una sorpresa fare una constatazione: l’acronimo centro-sinistra non esiste più. Non esistono più i cattolici, i moderati, quelli che un tempo contenevano l’urto post-comunista. Che tristezza.
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