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Una mostra di Picasso. Foto d’archivio

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“Picasso. Il linguaggio delle idee”: la mostra promossa dal ministero della Difesa racconta «il coraggio di rompere gli schemi»

La rassegna è allestita al Museo storico della Fanteria, si articola in sei sezioni e presenta oltre 100 opere che raccontano l'artista a tutto tondo, con un focus particolare sulle sue sperimentazioni

Cultura - di Filippo Impallomeni - 5 Ottobre 2025 alle 07:00

«Picasso. Il linguaggio delle idee». In mostra a Roma oltre cento opere, divise in sei sezioni, per riscoprire le diverse tappe del percorso artistico del pittore, incisore e scultore spagnolo. La rassegna, che si svolge presso il Museo storico della Fanteria dell’Esercito italiano, è promossa dal ministero della Difesa e Difesa servizi spa e ha l’obiettivo di contribuire alla diffusione di una consapevole conoscenza della cultura della difesa.

«Questa mostra non è la solita esposizione con quadri in olio su tela, ma una rassegna della vita, dell’artista, delle idee e delle sperimentazioni artistiche di Pablo Picasso. L’artista gallego, catalano e infine spagnolo, dopo aver dipinto per anni, voleva misurarsi in altri modalità espressive e quando iniziò ad ospitare a casa sua, lo studio in rue Des Grands-Augustins a Parigi, numerosi artisti, scrittori, poeti che fuggivano dalla Spagna per il regime franchista, trovò l’ispirazione per diverse forme della sua espressione artistica. Qui al Museo della Fanteria a Roma è possibile capire l’uomo e anche l’artista e poter, ulteriormente, leggere le opere di Pablo Picasso», ha spiegato Joan Abelló, curatore della mostra con Marco Ancora e Carlotta Muiños.

Al centro della rassegna il coraggio di rompere gli schemi, che ha caratterizzato l’approccio di Picasso all’arte. Dalla giovinezza trascorsa in Spagna fino all’ultimo periodo della sua vita trascorsa in Costa Azzurra.

Nella prima sezione intitolata «Picasso, gli amici, le donne» troviamo 17 opere provenienti da collezioni private e museali internazionali, tra cui 12 incisioni ad acquatinta della serie “Sable Mouvant”, realizzate nel 1966 da Picasso per illustrare il testo del poeta Pierre Reverdy, la litografia Due Donne nude (1969) e altre opere grafiche “after work”, come Arlequin et sa compagne (Les Deux Saltimbanques), oltre a un dipinto a olio della musa e amante, la modella e scrittrice Fernande Olivier e a quello dell’amico Àngel Fernández de Soto.

Di particolare importanza la seconda sezione intitolata «I linoleum»: Picasso, infaticabile sperimentatore, tra il 1958 e il 1963 si dedicò alla linoleografia, sviluppando la variante a forma persa. Della produzione realizzata con questa tecnica, e usualmente poco presente nelle mostre, l’esposizione di Roma ospita 20 esemplari a colori della suite Linoleos.

Segue la sezione dedicata a «Le Tricorne», le ispirazioni artistiche che Picasso trasse dai Balletti Russi dal 1917, con i 24 disegni realizzati per il balletto spagnolo. Il viaggio prosegue con «Ultimo periodo: Côte d’Azur, foto e mostre», dove i ritratti fotografici di Edward Quinn e André Villers restituiscono l’intimità e l’energia dell’artista negli anni finali. Con «Carnet de la Coruña, 1895» si torna invece alle origini: un taccuino giovanile con 107 schizzi, presentato in facsimile e prestato dal Museo Picasso di La Coruña.

Chiude l’itinerario la sesta sezione intitolata «Arti minori e sperimentazioni», con litografie degli anni Quaranta e otto ceramiche nate dalla collaborazione con il laboratorio Madoura di Vallauris, a testimonianza della capacità di Picasso di trasformare la materia in arte e di aprire nuove strade al design contemporaneo. La rassegna, aperta venerdì 3 ottobre, resterà nella Capitale sino al 25 gennaio 2026, offrendo al pubblico l’occasione di entrare nel cuore del genio inquieto che ha rivoluzionato il concetto stesso di arte.

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di Filippo Impallomeni - 5 Ottobre 2025