
Dalla sinistra al trumpista
Notizia da incubo per i lettori di Repubblica: Elkann tratta la vendita a un editore greco amico di Trump
In vendita non solo in edicola, ma anche sul mercato: La Repubblica e La Stampa sono in attesa del migliore offerente. Lo scrive Il Giornale, precisando che mentre per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari il prezzo si aggira attorno ai 65 milioni di euro, lo storico quotidiano torinese è invece a prezzi da saldo, ad ‘appena’ 7 milioni, trattabili. Secondo i conti effettuati dal quotidiano, in cinque anni la controllante Gedi avrebbe bruciato quasi 500 milioni.
Il Giornale precisa che gli Elkann hanno acquistato tutto nel dicembre 2019 dalla Cir dei fratelli De Benedetti per 102 milioni di euro. Con l’Opa successiva il valore è arrivato a 200 milioni.
Il quotidiano più vicino alla cessione, sempre per quanto riguarda l’indiscrezione riferita dal Giornale, sarebbe La Stampa, per la quale il gruppo Gedi ha avviato colloqui con il gruppo Nem (Nord Est Multimedia). Alla stessa finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann ha già venduto nel 2023 i quotidiani del Nord Est (Il Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso).
Il gemello greco di Elkann con simpatie trumpiane
Più in alto mare le trattative per Repubblica, ma emergono contatti con il gruppo editoriale guidato dai greci – come anticipato da Il Foglio a luglio – dell’Antenna Group di Theodore Kyriakou, per i più intimi “Theo”, ricchissimo imprenditore ellenico erede di un impero (come John Elkann) che spazia dai trasporti navali alla gestione patrimoniale, dall’immobiliare ai media. L’editore di Atenna TV con interessi che spaziano nei diversi tipi di media e con filiali negli Usa e nel Regno Unito. Il nuovo acquirente mostra con orgoglio la sua foto con Donald Trump e l’emiro del Qatar scattata il 15 aprile scorso.
Dalla sinistra al trumpista?
Atenna Tv è nato nel 1988. Con finanziamenti provenienti dall’Arabia Saudita. Tra i soci una controllata del fondo Pif, braccio del principe saudita sospettato dell’omicidio Khashoggi Oggi Repubblica figura nel bilancio di Gedi per soli 65 milioni. Valeva 150 milioni nel 2019. Nel 2020 il patrimonio netto del gruppo era di 226 milioni con debiti finanziari netti per poco più di 100 milioni. Nel 2024 il patrimonio netto del gruppo è sceso a 68 milioni con debiti finanziari netti raddoppiati a 200 milioni, di cui 140 in capo a Exor che l’anno scorso per rafforzare il capitale ha pure rinunciato a 40 milioni di crediti verso Gedi.
Di fatto, precisa il Giornale, l’unico vero business vincente del Gruppo Gedi sono le tre radio: Deejay, Radio Capital e M20 che fatturano oltre 60 milioni con utili totali sopra i 10 milioni