
Il Guardasigilli
Nordio: “Con la separazione delle carriere la figura dell’avvocato diventa centrale. Referendum? Non faremo come Renzi”
Il ministro ricorda che l'appuntamento referendario non sarà sul governo ma su una norma di alto impatto sociale e giuridico
“L’avvocato deve conoscere il diritto in tutte le sue manifestazioni e non può essere un giurista a metà. Tuttavia, oggi questo principio non è più sufficiente. Sappiamo infatti che, all’interno delle diverse discipline giuridiche, si sono sviluppate specializzazioni. E’ altrettanto vero, però che se il giurista perde la visione filosofica complessiva del diritto, non adempie più alla sua funzione fondamentale: quella di non ledere alcuno e di dare a ciascuno il suo. Siamo orgogliosi di aver approvato di recente la legge sull’ordinamento forense, che ha accolto numerosi suggerimenti, pur sollevando legittime critiche, e ha restituito alla figura dell’avvocato una nuova dignità, autonomia e valorizzazione”, lo ha detto il ministro della giustizia, Carlo Nordio, intervenendo alla presentazione del libro, “La giustizia raccontata. Le sfide dell’avvocato tra presente e futuro” di Luca Ponti e Luca De Pauli”. Un’occasione per parlare della separazione delle carriere e del referendum confermativo.
“Il mio cruccio? Non avervi inserito in Costituzione”
Nordio ha poi parlato della riforma in via di approvazione definitiva sulla separazione delle carriere in magistratura. “Il mio unico rammarico è non essere riuscito a inserire la figura dell’avvocato in Costituzione. Speriamo di poter raggiungere un consenso trasversale su questo punto prima della fine della legislatura. La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere che stiamo portando avanti garantisce, ancor più di prima, la distinzione dei ruoli nel processo e, di conseguenza, una rinnovata centralità alla figura dell’avvocato”, ha detto il Guardasigilli.
“Referendum? Non è pro o contro Meloni”
Carlo Nordio ha poi parlato del referendum confermativo: “Se la magistratura si accodasse a una certa politica per fare una campagna antigovernativa perderebbe quell’immagine di imparzialità che peraltro è già stata ampiamente compromessa”, auspicando un, “confronto in vista del referendum sulla riforma per la separazione delle carriere che rimanga contenuto nell’ambito di un dibattito pacato, civile e giuridico e non si trasformi in una sorta di lotta politica o di un referendum come quello renziano, tra Meloni sì e Meloni no. Sarebbe una tragedia per tutti“.