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Una piattaforma dell’impianto Nord Stream

La difesa annuncia ricorso

Nord Stream, la Corte d’Appello di Bologna dice sì all’estradizone dell’ex ufficiale ucraino Serhii Kuznietsov

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 27 Ottobre 2025 alle 16:08

La Corte d’appello di Bologna ha deciso di consegnare l’ex ufficiale ucraino, Serhii Kuznietsov alla Germania. Il militare è stato accusato da Berlino di aver condotto l’operazione di sabotaggio che dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel mar Baltico, nel 2022. Kuznietsov era stato arrestato a Rimini dai Carabinieri lo scorso 21 agosto, su mandato d’arresto europeo. La notizia dell’estradizione è stata annunciata dall’avvocato di Kuznietsov, Nicola Canestrini, che ha reso noto che depositerà un ricorso in Cassazione contro la decisione: “Il procedimento – ha sostenuto – è viziato da gravi violazioni procedurali che ne compromettono la legittimità e la conformità ai principi del giusto processo”.

Estradizione per l’ex ufficiale ucraino accusato di aver sabotato i Nord Stream

Nello specifico, la difesa fa riferimento alla “utilizzabilità di atti provenienti da un procedimento già dichiarato nullo dalla Corte di Cassazione”, oltre al “mancato rispetto del principio di fiducia reciproca tra Stati membri, dato che non è stata considerata la decisione polacca che ha espressamente riconosciuto la immunità oggettiva (cd. funzionale)”. Inoltre, l’avvocato Nicola Canestrini ha contestato “la omessa verifica effettiva delle garanzie processuali e carcerarie nello Stato richiedente” e “la mancata considerazione dei profili di immunità funzionale e della natura politica del reato di sabotaggio contestato”.

Secondo le informazioni disponibili, l’udienza per la discussione del ricorso in Cassazione si terrà entro un mese circa, ma per ora l’imputato resterà in Italia. Giovedì scorso, la Corte d’appello all’udienza nell’aula bunker del carcere di Bologna si era riservata, dopo una decisione sull’estradizione annullata dalla Cassazione con rinvio.

La difesa di Kuznietsov ha annunciato ricorso

In questo caso, “non è solo in gioco la sorte di un singolo uomo, ma la credibilità stessa del sistema europeo di cooperazione giudiziaria”, ha sostenuto l’avvocato di Kuznietsov in una nota, specificando che “la fiducia reciproca non può essere cieca: o si fonda su un controllo effettivo delle garanzie, oppure diventa complicità nelle violazioni dei diritti fondamentali”. In conclusione, le intenzioni della difesa restano chiare: “Continueremo a batterci perché un giudice valuti finalmente, nel merito, le questioni di diritto internazionale e le immunità che l’Italia sinora non ha voluto neppure esaminare“.

 

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