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Nei governi di sinistra sono aumentati i giornalisti minacciati. Se il cronista è di destra? Non viene considerato

Libertà di stampa

Nei governi di sinistra sono aumentati i giornalisti minacciati. Se il cronista è di destra? Non viene considerato

Politica - di Gabriele Caramelli - 26 Ottobre 2025 alle 06:41

È passata poco più di una settimana dall’attentato al conduttore di Report Sigfrido Ranucci, la cui macchina è stata fatta esplodere sotto casa a Pomezia. La deflagrazione è stata causata da un ordigno rudimentale posizionato nelle vicinanze. Sin da subito, il governo Meloni si è mobilitato per esprimere solidarietà al giornalista. Anche il ministro dell’interno Matteo Piantedosi si è attivato, delegando un “mandato” per “rafforzare al massimo ogni misura a protezione” nei confronti della vittima. Eppure c’è stato chi, come Gad Lerner, ha gettato ombre sulla vicenda. Per lui la regia dell’attentato al giornalista di Report è delle “classi dirigenti sovversive”.

Ma non finisce qui, perché i militanti dell’Usigrai hanno puntato il dito contro il presidente del Senato Ignazio La Russa, che sarebbe addirittura responsabile della “campagna d’odio” contro Report. Critiche che lasciano il tempo che trovano, visto che la seconda carica dello Stato ha espresso sin da subito la sua solidarietà a Ranucci. Sembra che ogni scusa sia buona per attaccare la destra al governo, ma le cose stanno diversamente. Come ha sottolineato la premier Meloni nel suo recente intervento al Senato “Italia è passata dal 58° posto del 2022 (quando FdI non era al governo ndr) alla 49° posizione odierna nella classifica mondiale sui diritti degli operatori dell’informazione”.

Nei governi di sinistra i giornalisti minacciati sono di più: parlano i numeri

Come ha spiegato Matteo Piantedosi, nel 2021 è stato registrato “il maggior numero di atti intimidatori a sfondo socio-politico si è verificato nel 2021 con 113 episodi, a fronte dei 40 del 2023”. Insomma, nel periodo in cui il pentastellato Giuseppe Conte è stato premier, le minacce dovute all’odio politico erano nettamente superiori rispetto ad oggi. Inoltre, secondo Ossigeno per informazione – sito che cataloga le minacce ai giornalisti – sempre nel 2018 sono state registrate 959 minacce dirette ai giornalisti italiani. E chi c’era a Palazzo Chigi in quel periodo? Sempre Giuseppe Conte, che in quell’anno si è avvicendato con Paolo Gentiloni.

La tirata di capelli a Lavinia Orefici, l’irruenza di Romano Prodi e la figuraccia della sinistra

La figuraccia di Romano Prodi a marzo 2025 in diretta televisiva su Mediaset ha fatto vergognare la sinistra, generando il caos tra le file del Pd. L’ex premier aveva tirato una ciocca di capelli alla giornalista di Quarta repubblica, Lavinia Orefici. La “colpa” dell’inviata, in quel caso, è stata quella di averlo interrogato sull’anacronismo del manifesto di Ventotene. A quanto pare, certi esponenti progressisti non sono poi così pacifici ed evidentemente non accettano di essere incalzati dalle domande dei giornalisti. E magari c’è ancora chi vorrebbe dare lezioni alla destra sulla libertà di stampa.

E se i giornalisti intimiditi sono di destra?

A settembre 2025, il direttore di Nazione futura, Francesco Giubilei, ha pubblicato alcune offese degli utenti social nei suoi confronti. Erano passati appena tre giorni dall’omicidio di Charlie Kirk e qualcuno ha immaginato di paragonarlo al fondatore di Turning point: “Un po’ mi spiace che hanno sparato a Francesco Giubilei. Ma poi a pensarci bene anche no”. Lo scorso agosto, alla redazione romana de Il Tempo è arrivata una lettera minatoria firmata  con una “A” cerchiata, simbolo degli anarchici. “Servi del potere morirete”, c’era scritto nella missiva, indirizzata al direttore del quotidiano Tommaso Cerno, all’editore Angelucci, al vicepresidente Andrea Pasini e al direttore di Libero Daniele Capezzone.

A fare degli esempi più corposi è stata la premier Meloni a Palazzo Madama, sottolineando che “vale la pena di citare alcuni precedenti. Io non ricordo mobilitazioni quando il direttore del giornale Alessandro Sallusti è stato arrestato in redazione per scontare una condanna ai domiciliari”. E ancora: “Non voglio tornare a Beppe Grillo che invocava i tribunali del Popolo contro alcuni giornalisti sgraditi o quando diceva: vi mangerei per il gusto di vomitarvi”.

 

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di Gabriele Caramelli - 26 Ottobre 2025