Prima conferenza nazionale
Missione Artico, snodo cruciale per gli equilibri globali. Rauti: “Nuovo scenario nevralgico, non più frontiera remota”
Il Grande Nord non è una mèta così remota, ci riguarda tutti. “Avevamo l’idea di un Artico irraggiungibile, lontano, chiuso nel silenzio dei ghiacci. Non è più, oggi si sono aperte nuove rotte commerciali, e l’Artico è raggiungibile. Per i cambiamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacci diventa anche ambito per le sue risorse strategiche e per le materie prime di cui è ricchissimo. Dobbiamo evitare che ci siano monopoli da parte dei grandi player globali; che ci sia una corsa selvaggia allo sfruttamento di queste risorse; proteggere l’Artico che è diventato un ecosistema nevralgico e al tempo stesso fragile, ricco di potenzialità ma anche di grandi rischi”. Così il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti alla Prima Conferenza Nazionale sul tema: “L’ Artico: la Difesa e il Sistema Paese nelle nuove sfide della competizione globale”. Iniziativa promossa dal sottosegretario alla Difesa, presso il Centro Alti Studi Difesa, a Roma. Un’occasione di dialogo e di confronto tra le amministrazioni, gli enti di ricerca e gli stakeholder nazionali che si occupano della regione artica, sempre più centrale e strategica negli equilibri globali.
Rauti: “L’artico ci riguarda tutti”
“L’Artico riguarda tutti, non è più una frontiera remota ma uno scenario geopolitico e strategico “nevralgico”. Lo ha sottolineato la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti. “La situazione dell’Artico ci interessa e ci riguarda tutti. L’Artico è diventato ambito per le sue risorse strategiche e per le materie prime di cui è ricchissimo. Dobbiamo evitare che ci siano monopoli da parte di grandi player globali – avverte – e una corsa selvaggia allo sfruttamento di queste risorse, dobbiamo proteggere l’Artico che è diventato un ecosistema nevralgico e al tempo stesso fragile, ricco di potenzialità ma anche di grandi rischi”.
Dall’Artico dipendono gli equilibri geopolitici
Rauti ha sottolineato l’impegno della Difesa “insieme agli altri dicasteri competenti e alle industrie di settore, è unico e in un’unica missione, che è quella di difendere e proteggere l’Artico, da cui dipendono i destini del pianeta”. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina – ha ricordato – lo scenario geopolitico è cambiato radicalmente, con l’ingresso nella Nato di due Paesi storicamente neutrali. “Questo chiama tutti a un ruolo e una responsabilità comune – ha detto – ma noi agiamo in termini di visione con comuni obiettivi, che sono la deterrenza, difesa, è quello anche di sostenere la scienza, la ricerca, la cooperazione allo sviluppo”. Per questo, bisogna garantire “le condizioni di sicurezza”.
Il Grande Nord è un laboratorio a cielo aperto
“Rauti: “La Difesa non scopre oggi l’Artico”
Doaa Abdel-Motaal: “Tre rischi da affrontare”
“Per parlare di difesa nell’Artico bisogna prima capire cosa difendere e da chi”. Così Doaa Abdel-Motaal, visiting professor di Geopolitica dei Poli presso Sciences Po Parigi, ha specificato nel suo intervento. La studiosa ha ricordato che «l’Artico è oggi diviso tra Nato e Russia: il primo pericolo è un potenziale confronto tra grandi potenze, ma anche tensioni interne all’Alleanza, come nel caso della Groenlandia”. Un secondo rischio, ha aggiunto, è la concorrenza non regolamentata sulle risorse minerarie e sulla pesca”, mentre “il terzo riguarda le nuove rotte marittime, che mancano ancora di un quadro di regole condivise”. Abdel-Motaal ha poi richiamato l’attenzione “sui diritti dei popoli indigeni dell’Artico — circa il 10% dei quattro milioni di abitanti del Circolo Polare — che chiedono rispetto per la loro cultura e per il loro modo di vita tradizionale”.
Infine, la studiosa ha affrontato il tema del cambiamento climatico, “visto dall’interno dell’Artico anche come opportunità economica — basti pensare al climate tourism legato allo scioglimento dei ghiacci — ma dall’esterno come un pericolo globale per la stabilità del pianeta. È essenziale — ha concluso — costruire una governance che unisca diplomazia, industria e ricerca, per difendere non solo l’Artico, ma il nostro futuro comune”.
Il generale Portolano: “Non dobbiamo farci cogliere impreparati”
“L’Artico va concepito quale potenziale crocevia strategico in cui si incontrano – e talvolta si confrontano – le agende di Mosca, Pechino, Washington e delle varie capitali europee. Peraltro -. è la riflessione del generale di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano- con l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato, il confine strategico settentrionale euro-atlantico si è spostato sensibilmente verso l’area polare artica, la cui connotazione operativa ha portato a un’importante riflessione sugli obiettivi strategici e gli strumenti tattico-operativi a disposizione della stessa Alleanza. E’ possibile affermare che gli effetti provenienti da tale ‘Fianco Nord’ avranno una sempre più evidente influenza sulla sicurezza dell’intero contesto euro-atlantico, spingendo i Paesi Nato a dotarsi di capacità da potervi impiegare”. “E non dovremo farci cogliere impreparati”.