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Missione Artico, snodo cruciale per gli equilibri globali. Rauti: “Nuovo scenario nevralgico, non più frontiera remota”

Prima conferenza nazionale

Missione Artico, snodo cruciale per gli equilibri globali. Rauti: “Nuovo scenario nevralgico, non più frontiera remota”

Politica - di Angelica Orlandi - 29 Ottobre 2025 alle 17:05

Il Grande Nord non è una mèta così remota, ci riguarda tutti. “Avevamo l’idea di un Artico irraggiungibile, lontano, chiuso nel silenzio dei ghiacci. Non è più, oggi si sono aperte nuove rotte commerciali, e l’Artico è raggiungibile. Per i cambiamenti climatici e lo scioglimento dei ghiacci diventa anche ambito per le sue risorse strategiche e per le materie prime di cui è ricchissimo. Dobbiamo evitare che ci siano monopoli da parte dei grandi player globali; che ci sia una corsa selvaggia allo sfruttamento di queste risorse; proteggere l’Artico che è diventato un ecosistema nevralgico e al tempo stesso fragile, ricco di potenzialità ma anche di grandi rischi”. Così il  sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti alla Prima Conferenza Nazionale sul tema: “L’ Artico: la Difesa e il Sistema Paese nelle nuove sfide della competizione globale”. Iniziativa promossa dal sottosegretario alla Difesa, presso il Centro Alti Studi Difesa, a Roma. Un’occasione di dialogo e di confronto tra le amministrazioni, gli enti di ricerca e gli stakeholder nazionali che si occupano della regione artica, sempre più centrale e strategica negli equilibri globali.

Rauti: “L’artico ci riguarda tutti”

“L’Artico riguarda tutti, non è più una frontiera remota ma uno scenario geopolitico e strategico “nevralgico”. Lo ha sottolineato la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti. “La situazione dell’Artico ci interessa e ci riguarda tutti. L’Artico è diventato ambito per le sue risorse strategiche e per le materie prime di cui è ricchissimo. Dobbiamo evitare che ci siano monopoli da parte di grandi player globali – avverte – e una corsa selvaggia allo sfruttamento di queste risorse, dobbiamo proteggere l’Artico che è diventato un ecosistema nevralgico e al tempo stesso fragile, ricco di potenzialità ma anche di grandi rischi”.

Dall’Artico dipendono gli equilibri geopolitici

Rauti ha sottolineato l’impegno della Difesa “insieme agli altri dicasteri competenti e alle industrie di settore, è unico e in un’unica missione, che è quella di difendere e proteggere l’Artico, da cui dipendono i destini del pianeta”. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina – ha ricordato – lo scenario geopolitico è cambiato radicalmente, con l’ingresso nella Nato di due Paesi storicamente neutrali. “Questo chiama tutti a un ruolo e una responsabilità comune – ha detto – ma noi agiamo in termini di visione con comuni obiettivi, che sono la deterrenza, difesa, è quello anche di sostenere la scienza, la ricerca, la cooperazione allo sviluppo”. Per questo, bisogna garantire “le condizioni di sicurezza”.

Il Grande Nord è un laboratorio a cielo aperto

Il GrandeNord è un laboratorio a cielo aperto. La risposta italiana alle dinamiche artiche si fonda sulla valorizzazione delle eccellenze industriali e tecnologiche – cantieristica avanzata, sostenibilità e innovazione – così come su progetti di ricerca che sfruttano le caratteristiche uniche dell’ambiente Artico in campi scientifici specifici: astrobiologia cosmologia e esplorazione umana dello spazio. La ricerca scientifica è chiamata a un monitoraggio costante, come del resto nella nostra tradizione. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha infatti sottolineato: “Noi da 40 anni siamo impegnati in un’attività di ricerca nell’Artico e nel Terzo Polo. Una ricerca di cui possiamo dire di essere leader”. È per questo che, sottolinea,  “l’Artic cirlce forum – polar dialogues’, nella sua prossima versione, avrà sede in Italia. Non esiste ricerca senza libertà, libertà senza sicurezza e sicurezza senza difesa. Difesa, Affari Esteri e Ricerca sono un trittico che rappresenta la prospettiva del futuro. Soprattutto in un luogo come l’Artico che è frontiera delle origini e del futuro dell’umanità: perché lì si giocano le nostre sorti ambientali, geopolitiche, economiche e sociali”.

“Rauti: “La Difesa non scopre oggi l’Artico”

“La Difesa non scopre oggi l’Artico- dice ancora Isabella Rauti-. Con la delega conferitami dal Ministro della Difesa,  Guido Crosetto, abbiamo potenziato una ‘road map’ iniziata nel 2022 e basata su esperienze – Gruppo di lavoro dello Stato Maggiore dell’ Esercito – su esercitazioni e sperimentazioni delle Truppe Alpine in climi estremi, su convegni e simposi dedicati all’Artico – tra i quali la recente partecipazione all’Arctic Circle di Reykjavik.  Stiamo coordinando e integrando le attività delle nostre #ForzeArmate per declinare un modello dottrinario e strategico, addestrativo e formativo, interforze e interoperabile, dedicato alla regione artica. L’obiettivo é la creazione di un polo nazionale che dialoghi con il mondo accademico e le industrie di settore.

Doaa Abdel-Motaal: “Tre rischi da affrontare”

“Per parlare di difesa nell’Artico bisogna prima capire cosa difendere e da chi”. Così Doaa Abdel-Motaal, visiting professor di Geopolitica dei Poli presso Sciences Po Parigi, ha specificato nel suo intervento. La studiosa ha ricordato che «l’Artico è oggi diviso tra Nato e Russia: il primo pericolo è un potenziale confronto tra grandi potenze, ma anche tensioni interne all’Alleanza, come nel caso della Groenlandia”. Un secondo rischio, ha aggiunto, è la concorrenza non regolamentata sulle risorse minerarie e sulla pesca”, mentre “il terzo riguarda le nuove rotte marittime, che mancano ancora di un quadro di regole condivise”. Abdel-Motaal ha poi richiamato l’attenzione “sui diritti dei popoli indigeni dell’Artico — circa il 10% dei quattro milioni di abitanti del Circolo Polare — che chiedono rispetto per la loro cultura e per il loro modo di vita tradizionale”.

Infine, la studiosa  ha affrontato il tema del cambiamento climatico, “visto dall’interno dell’Artico anche come opportunità economica — basti pensare al climate tourism legato allo scioglimento dei ghiacci — ma dall’esterno come un pericolo globale per la stabilità del pianeta. È essenziale — ha concluso — costruire una governance che unisca diplomazia, industria e ricerca, per difendere non solo l’Artico, ma il nostro futuro comune”.

Il generale Portolano: “Non dobbiamo farci cogliere impreparati”

“L’Artico va concepito quale potenziale crocevia strategico in cui si incontrano – e talvolta si confrontano – le agende di Mosca, Pechino, Washington e delle varie capitali europee. Peraltro -. è la riflessione del generale di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano-  con l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato, il confine strategico settentrionale euro-atlantico si è spostato sensibilmente verso l’area polare artica, la cui connotazione operativa ha portato a un’importante riflessione sugli obiettivi strategici e gli strumenti tattico-operativi a disposizione della stessa Alleanza. E’ possibile affermare che gli effetti provenienti da tale ‘Fianco Nord’ avranno una sempre più evidente influenza sulla sicurezza dell’intero contesto euro-atlantico, spingendo i Paesi Nato a dotarsi di capacità da potervi impiegare”. “E non dovremo farci cogliere impreparati”.

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di Angelica Orlandi - 29 Ottobre 2025