
Intramontabile icona pop
Michael J. Fox si confessa tra timori e ironia: sto morendo, vorrei solo evitare di farlo inciampando nei mobili
A 35 anni dalla infausta diagnosi di Parkinson l'attore parla della morte tra paure e serenità, confessandosi al "Times" a cui afferma di essere troppo impegnato a vivere e lottare per fermarsi a riflettere sulla fine della vita. E augurandosi solo un epilogo dignitoso: vorrei solo arrivare a un giorno in cui non svegliarmi più
La morte? «Vorrei semplicemente non svegliarmi mai più un giorno. Sarebbe davvero fantastico. Non voglio che sia drammatico. Non voglio inciampare nei mobili e sbattere la testa». C’è sempre quel misto di ironia e sagacia scevre dall’autocompiacimento nelle parole di Michael J. Fox, icona immortale della saga Ritorno al Futuro, tornato a parlare di sé e della spada di Damocle del morbo di Parkinson che incombe sulla sua testa. Una confessione, a tratti velata di tristezza, in altri passaggi punteggiata dalla serenità che ha imparato a fare sua, che l’attore ha affidato a un’intervista toccante e straordinariamente lucida al quotidiano britannico Times, dalle cui colonne riflette sulla sua ineluttabile battaglia di una vita e per la vita.
Michael J. Fox: “Sto morendo… Non ho avuto tempo”
Giunto all’età di 64 anni, il mitico Marty Mcfly alle prese con la sfida dei viaggi nel tempo nella trilogia firmata Robert Zemeckis, convive con la diagnosi ricevuta ben 35 anni fa, quando era poco più che un ragazzo: a soli 29 anni. E nell’intervista, che arriva dopo Still – il documentario del 2023 in onda sulle principali piattaforme di streaming, in cui la star più amata della cultura pop degli anni ’80 rivisita e racconta la sua vita, sconvolta in giovane età da una diagnosi infausta – si sofferma con disarmante franchezza sulla fine della vita.
L’attore lotta da 35 anni contro il Parkinson
Un tema che l’attore affronta con il suo tipico mix di umorismo nero e accettazione serena. Interrogato sulla morte, allora, Fox esprime quello che presenta come un desiderio pacato, un’ambizione a cui aspira con modesta aspettative, ma al tempo stesso, con ferma convinzione: «Vorrei semplicemente non svegliarmi mai più un giorno. Sarebbe davvero fantastico». Perché l’unica cosa che spera, confessa, è che il momento finale non sia «drammatico». Aggiungendo in calce, in ossequio alla sua cifra distintiva, una nota di autoironia: perché «non voglio inciampare nei mobili e sbattere la testa»…
Michael J. Fox, icona pop degli anni ’80 e simbolo di resilienza
Nel resto dell’intervista, invece, l’attore si concede a riflessioni più impegnative. Descrive la natura enigmatica e imprevedibile della sua malattia neurologica. E sottolinea – con un evidente richiamo ai titoli che hanno scandito il suo successo cinematografico – come il Parkinson sia privo di una «linea temporale» o di «fasi da attraversare» ben definite, a differenza di altre patologie. Eppure, riconosce, la sua condizione è eccezionale: pochissimi, come sottolinea con una scrollata di spalle, vivono con il Parkinson da così tanto tempo…
Dalla sua fondazione al set con Harrison Ford
Eppure, nonostante il progredire della malattia, che inevitabilmente lo affligge, l’agenda di Michael J. Fox è tutt’altro che vuota. L’attore è instancabile nel suo impegno in favore della ricerca, sostenendo con fervore la sua fondazione. È costantemente in contatto con altri pazienti. E si dedica alla registrazione del suo audiolibro. Tanto che, a riprova della sua inarrestabile attività professionale, è in uscita la sua partecipazione all’ultima stagione della serie Shrinking su Apple TV+, un progetto che lo vede coinvolto, sebbene non direttamente nel ruolo di paziente, e in cui Harrison Ford interpreta un terapista con il Parkinson in fase avanzata.
Michael J.Fox, simbolo di resilienza in un ciclico ritorno al futuro…
È proprio il ritmo serrato della sua vita, allora, ricca di impegni e cause da sostenere, a portarlo a una riflessione che risuona come una sfida finale alla malattia e che sentenzia: «Anche questa è un’altra cosa, riguardo alla morte. Per ora non ho avuto tempo»… Una frase che racchiude l’essenza della sua esistenza: una lotta continua, condotta con una vitalità e un’ironia che fanno indubitabilmente di Michael J. Fox un esempio di resilienza. Il simbolo di chi non si arrende all’ombra della malattia, ma continua a riempire la sua vita con il lavoro e la speranza. Dimostrando che l’eredità più grande non è solo il suo successo cinematografico. Ma la sua straordinaria capacità di vivere pienamente ogni istante.