
Con Tomasi presidente
Meloni: “Nati per stravolgere i pronostici, lo faremo anche in Toscana. Finiti i tempi dell’Urss”
“Grazie, siete meravigliosi, solo per l’amore che ho per voi, riesco a fare la vita che sto facendo”. Così la premier Giorgia Meloni a Firenze dal palco del comizio finale della campagna elettorale per Alessandro Tomasi presidente. Al suo ingresso nella piazza gremita viene subissata da applausi e da cori “Giorgia, Giorgia”.
Meloni a Firenze: Tomasi un candidato del popolo per il cambiamento
“Ci vedete qui uniti in un palco a combattere insieme un’altra volta, fieri di stare uno a fianco all’altro. A differenza di quello che succede nella sinistra in cui si fanno gli accordi di palazzo, ma non hanno il coraggio di farsi vedere insieme. Hanno un solo collante che li tiene insieme: l’odio verso di noi”. Meloni sottolinea la compattezza del centrodestra (ribadita poco prima sullo stesso palco da Matteo Salvini) e la crisi nera delle sinistre. “Non hanno le idee molto chiare. Si sa che sono disposti a fare qualsiasi patto per tornare a gestire il potere. È per quello che non li vedete sullo stesso palco”. Il pensiero corre alla Calabria.
“In Calabria sono passati dal gratuitamente al qualunquemente”
” Hanno giocato il tutto per tutto con il padre del reddito di cittadinanza, pensando di intortare la gente del sud, con prebende e sussidi, promettendo di tutto. Siamo passati dal gratuitamente al qualunquemente, senza passare dal via, e sappiamo com’è andata”. Poi si concentra sul candidato governatore del centrodestra. “La sinistra qui ha vinto da cinquant’anni da quando c’era l’Unione sovietica, Mao Zedong, John Lennon e io non ero ancora nata”, dice Meloni sottolineando la sfida rappresentata da Alessandro Tomasi, giovane brillante e concreto, già sindaco di Pistoia.
“Simbolo di una politica che non chiede tessere di partito”
“La sua è la candidatura di un popolo che alza in alto la bandiera del cambiamento. Lui – scandisce la premier dal palco – è la candidatura di una visione di sviluppo per questo territorio e la sua gente”. Il simbolo di una politica che “non chiede una tessera di partito per fare quello che è suo dovere fare. Per molti i risultati di queste elezioni sono già scritti. Ma la mia e la nostra storia dimostra che niente è già scritto, quando si decide di combattere davvero. Noi siamo nati per stravolgere i pronostici, e lo vogliamo fare anche in Toscana”.
Con noi Mps è tornata una banca solida e ambiziosa
Poi un passaggio su Monte dei Paschi di Siena che “altri dopo averla affossata per logiche di potere volevano svendere. Noi l’abbiamo difesa. Con la sinistra Mps era un passo dal baratro, con noi è tornata ad essere una banca solida che avvia operazioni ambiziose”. E ancora sanità (“nei primi 7 mesi di quest’anno abbiamo erogato ai pazienti un milione di prestazioni in più”), il riscatto del Sud, la rivolta sociale e gli appelli all’odio di una sinistra perdente e senza argomenti.
Le manifestazioni di Landini non portano pace ma problemi ai lavoratori
“Le manifestazioni indette da Maurizio Landini per la Palestina non portano la pace, ma un sacco di problemi agli italiani, ai lavoratori che il sindacato dovrebbe difendere”, ha detto Meloni. Poi la miracolosa pace raggiunta tra Israele e Hamas frutto dell’impegno del presidente Usa. “Dobbiamo ringraziare solo Trump. Ieri tutti muti, non sono riusciti a dire una parola. Non ci facciamo fare la morale da una sinistra radicalizzata che pratica il business dell’odio”. Il campo largo? “Questo è un Leoncavallo largo, è un enorme centro sociale”, ha detto Meloni.
Il ridicolo presidio antifascista contro Meloni
Nulla di più vero. Immancabile tutte le sigle dell’ultra sinistra, dai collettivi a Firenze antifascista, non hanno resistito alla tentazione di improvvisare una contromanifestazione. Un gruppo di “sinceri democratici” si è radunato in piazza Indipendenza al grido di “Angurie sì, Meloni no” e “Free Palestine”. Tutto da manuale,
Tomasi: “Abbiamo fatto il possibile, ora tocca a voi”
Alessandro Tomasi ha incitato gli elettorali al termine di una lunga rincorsa elettorale porta a porta. ”Abbiamo fatto il possibile, ora tocca a voi fare la ”rivoluzione’ andando a votare…”. Prima della premier si sono alternati sul palco di piazza tutti i leader del centrodestra, Maurizio Lupi, Matteo Salvini, Antonio Tajani. “La pace in Medioriente si deve anche al governo italiano che non si è accodato ai pecoroni alla Macron, che ha riconosciuto lo Stato di Palestina”. ha detto il leader della Lega, che ha lanciato alla platea una t-shirt nera al pubblico con la scritta Freedom, in ricordo di Charlie Kirk.
Salvini: Albanese ha rotto i co**, dovrebbe vergognarsi
“Altro che dare, come ha provato a far la sindaca Funaro, la cittadinanza onoraria di Firenze alla signora Albanese, la desse alla Fallaci che se la merita di più, spero che l’Onu la licenzi domani mattina. Non rompere i co** e vergognati”.
Tajani: vogliamo vincere perché sappiamo come governare
Antonio Tajani nel suo intervento ha citato anche Silvio Berlusconi. ”Noi vogliamo vincere anche in Toscana perché sappiamo come governare anche questa Regione. Ci dobbiamo credere. Berlusconi diceva, chi ci crede e combatte e vince…”. e dalla platea si alza un coro ‘Silvio, Silvio!’.