 
		Riforma e veleni
L’ultima sparata della toga rossa Silvia Albano contro il governo Meloni: “Non siamo più in una democrazia”
“Non siamo più in una democrazia liberale”. A gettare veleno subito dopo l’approvazione in Parlamento della Riforma della giustizia è la giudice Silvia Albano nel corso dell’ultima puntata de “Il Cavallo e la Torre”, condotta da Marco Damilano sulla Rai. La famosa “terzietà” della magistratura va a farsi friggere. Ancora una volta il presidente di Magistratura Democratica entra a gamba tesa sulle decisioni del governo con un giudizio estremo. Il tema sono le critiche di Carlo Nordio e di Giorgia Meloni alla giustizia che in varie occasioni è intervenuta nelle scelte politiche del governo. Il conduttore pone in modo soft la domanda che dà l’assist a Silvia Albano per fare una lezioncina e attaccare il governo. Alla faccia di chi vaneggia su TeleMeloni e dintorni.
La presidente di Md Silvia Albano spara contro il governo
“Il fondamento della democrazia costituzionale liberale è che il potere comunque deve agire entro i limiti della legge, della legalità. L’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge è proprio quello che i magistrati dovrebbero garantire, evidentemente non sta così bene”. E già che c’era, la Albano non ha lesinato una stoccata al governo: “Tanto è vero che anche la politica giudiziaria, sul penale, del governo sembra andare in questa direzione. Pensiamo per esempio all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, che era una norma posta proprio a tutela dei diritti dei cittadini nei confronti degli abusi dei pubblici poteri e dei potenti. Il tema è che non siamo più in una democrazia liberale se chi viene eletto, chi ha la maggioranza deve comandare senza nessun limite“.
La toga rossa sempre contro il governo
La leader di Magistratura democratica, la corrente di sinistra dell’Associazione nazionale magistrati, non ha mai nascosto la sua avversione per il governo Meloni, soprattutto sul delicato dossier immigrazione. Ma anche sull’utero in affitto. Ricordiamo quando nel luglio scorso ha accolto il ricorso del camerunense che in un video si rivolse alla premier dicendo: «Melo’, ho saputo che hai una bella figlia». Il comportamento dello straniero non fu ritenuto abbastanza grave da giustificare il suo l’allontanamento dal territorio nazionale. Tra le motivazioni addotte ci fu anche il fatto che, dopo il clamore, l’uomo si sia scusato. Ora, il via parlamentare alla Riforma della Giustizia, con la battaglia referendaria che ne seguirà, apre praterie all’avversione di chi è allergico alle riforme. E’ grottesco il combinato disposto che si crea tra Silvia Albano che dal servizio pubblico può democraticamente e liberamente affermare che “non siamo più in una democrazia”. Ma il gusto del grottesco è per pochi.
“Non siamo più in una democrazia liberale se chi viene eletto, e chi ha la maggioranza, deve comandare senza nessun limite”
Silvia Albano, Pres. di Magistratura democratica, a #ilcavalloelatorre
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— Il cavallo e la torre (@CavalloTorre) October 30, 2025
 
				