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Furto al Louvre, il museo set del cinema e scena del crimine

Quando la vita imita l'arte

Louvre, da set del cinema a scena del crimine: dopo Belfagor e Lupin, l’audace colpo di insoliti ignoti

Cronaca - di Giulia Melodia - 20 Ottobre 2025 alle 18:22

Il colpo al Louvre come in un film, ma non siamo su un set, per quanto… Dopo i ladri “fai dai te”, muniti di montacarichi, scala allungabile e seghetti circolari, che hanno beffato sicurezza e controlli del Louvre – salvo perdersi un paio di pezzi preziosi durante la rocambolesca fuga – speriamo almeno che chi indaga sia più abile (e più fortunato) dell’ispettore Clouseau che nella mitica saga della Pantera Rosa affrontava il crimine con sprezzo del pericolo, ma qualche goffaggine di troppo…

Colpo al Louvre, una sequenza da film…

Sì perché in effetti, il furto messo a segno ieri mattina (domenica 19 ottobre ndr) da una banda di ladri acrobati, travestiti da operai in servizio (con tanto di gilet gialli e tasche per gli attrezzi – quelli da scasso compresi –) che infrangono una finestra, aprono una teca con un seghetto circolare e scompaiono nel traffico di Parigi a bordo di un paio di scooter, portandosi via i gioielli di Napoleone III, ha del surreale. E potrebbe essere tranquillamente lo script di un film.

Roba da far impallidire anche il più smaliziato dei registi

E invece non è l’incipit di una commedia o la scena clou di un titolo d’azione: è successo davvero. Ma è convinzione di molti, oggi che lo sconcerto è ancora un bel po’ da smaltire, che se a firmare la sceneggiatura fosse stato un regista, non ci sarebbe stato nulla da cambiare: il colpo perfetto, con strumenti rudimentali e senza sofisticherie tecnologiche, nel museo più celebre (e sorvegliato) del mondo.

Louvre, set ideale per colpi e misteri: ma non solo al cinema purtroppo

Il punto del resto è anche che il Louvre ha sempre avuto il sapore del cinema, e non solo per l’arte che custodisce o per i misteri che racchiude tra le sue mura. Le sue sale, illuminate da tagli di luce drammatica. Le sue ombre dense di storia, rappresentano da sempre il set ideale per trame che, tra colpi e congiure, hanno alimentato l’immaginario non solo storico-artistico.

E nei corridoi del Louvre cronaca e cinema intersecano i percorsi

Ed ecco spiegato perché la cronaca di queste ore, allora, più che sorprendere sembra l’ultimo capitolo di un lungo copione già scritto: con il Louvre epicentro del dramma e cattedrale laica dove la storia e la cultura, il cinema e la cronaca, si fondono nella ricostruzione investigativa e giornalistica con sequenze che sembrano le scene di un film… Ma non lo sono purtroppo.

Da Belfagor a Arsenio Lupin

Laddove, in quella finestra raggiunta con un montacarichi e una scala allungabile. Quelle teche affettate come un panetto di burro dalla lama di un seghetto. Quei corridoi attraversati velocemente per lanciarsi in sella agli scooter e darsi alla fuga lungo la Senna, superano per incredulità finanche il brivido gotico suscitato negli anni Sessanta da Belfagor, il fantasma del Louvre.

Fino all’audace colpo dei soliti ignoti… ieri

Anche se, al netto della differenza da calcolare in termini di ingenuità legata alle stagioni tv, non arrivano a eguagliare lo stupore dei colpi messi a segno da Arsenio Lupin, ladro gentiluomo dalle strategie raffinate che non si esclude possa aver ispirato (almeno nella parte dei travestimenti) il prosaico furto messo a segno dalla banda artigianale dai metodi analogici più che dai virtuosismi virtuali.

Sullo sfondo, però, il Louvre rimane, in Francia e nel mondo, il simbolo di come l’inestimabile bellezza possa attirare il male, confermandolo come il set ideale per il furto del secolo: ieri come oggi. Al cinema come nella realtà di una domenica segnata dall’audace colpo di insoliti artigiani del furto.

 

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di Giulia Melodia - 20 Ottobre 2025