
Missione con l'Onu
L’Italia è pronta a inviare “soldati di pace” a Gaza. L’annuncio di Crosetto. I Carabinieri “eccellenza” all’estero
La reazione è entusiastica. “Oggi è una giornata storica”, commenta su X Guido Crosetto, fresco di notizie sull’accordo di pace per il Medio Oriente. “La notizia dell’accordo raggiunto in Egitto, tra tutte le parti in causa, segna il decollo, che tutti dobbiamo sperare sia definitivo, del Piano di Pace del presidente Trump. È una notizia di portata eccezionale che, non a caso, sta provocando reazioni positive ovunque nel Mondo. Le famiglie degli ostaggi israeliani, che da due anni attendono il ritorno dei loro cari, la popolazione civile di Gaza, martoriata, ferita, affamata, e l’intera comunità internazionale che, giustamente, può ora tirare un sospiro di sollievo. Ora servono i due passi fondamentali perché tutto prenda forma: la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza”, spiega il ministro della Difesa, reduce da un intervento chirurgico con esito positivo. Crosetto guarda già avanti, alla possibilità che l’Italia possa partecipare agli sforzi per il mantenimento della pace con i propri soldati, che già si fanno onore nel mondo in tante missioni internazionali.
Gaza e i soldati di pace italiani pronti a dare una mano
”Superati questi scogli-ostacoli che, fino a ieri, apparivano insormontabili, spero, ma soprattutto credo, che il processo di pace andrà avanti – prosegue il ministro della Difesa – Il merito, di portata storica, di questo accordo è del presidente Usa Donald Trump e dei suoi abili e seri negoziatori, ma è anche frutto della mediazione di paesi arabi fondamentali e nevralgici come l’Egitto, il Qatar, la Turchia e molti altri che hanno profuso sforzi e interlocuzioni cruciali e positive, compreso il nostro Presidente del Consiglio ed il nostro Ministro degli Esteri. Per quanto riguarda il futuro, e cioè la concreta realizzazione del piano di pace Usa per Gaza, ovviamente l’Italia e, in particolare, le Forze Armate sono e saranno pronte a fare la loro parte, come hanno sempre fatto e come hanno dimostrato, in tutte le missioni internazionali cui partecipano, di saper fare. L’Italia c’è e ci sarà sempre, quando si tratta di aiutare e sostenere i processi di pace”.
L’impegno dei militari italiani all’estero
L’Italia è impegnata in 40 missioni e operazioni internazionali, di cui 2 nazionali. Il contingente massimo autorizzato per le missioni internazionali è di circa 14.500 unità, mentre l’impiego medio all’estero è di circa 8.000 unità. In prima linea, come corpo di eccellenza particolarmente apprezzato dalla Nato per le capacità di pacificazione, ci sono i carabinieri. Nel 2025, il numero di carabinieri all’estero è stimato intorno a 233 unità, con un contingente autorizzato in linea con gli anni precedenti.
Il corpo militare italiano più indicato sembra essere proprio l’Arma dei Carabinieri, in particolare per il loro ruolo di polizia militare e addestramento delle forze di sicurezza palestinesi. I carabinieri partecipano come unità specializzate soprattutto in attività di polizia militare, addestramento delle forze locali, mantenimento dell’ordine pubblico e supporto alle missioni ONU, NATO e UE. Essi sono attivi in diversi teatri operativi, inclusi Balcani, Medio Oriente, Africa e territori palestinesi. Le missioni riguardano regioni strategiche come il Medio Oriente, l’Africa (Sahel e Golfo di Guinea) e l’area balcanica, dove l’Italia contribuisce con forze destinate al mantenimento della pace, stabilizzazione e supporto alle popolazioni locali. In particolare, l’Italia partecipa attivamente alla missione ONU UNIFIL nel Sud del Libano, dove è il primo fornitore occidentale e dell’UE di personale militare altamente qualificato. Altri teatri includono l’operazione NATO in Kosovo, e il contributo ad iniziative europee nel Sahel, per la lotta al terrorismo e la stabilità regionale.
La riunione di oggi a Parigi
I ministri degli Esteri dei principali Paesi europei e arabo-islamici si riuniscono oggi a Parigi per discutere l’attuazione del piano di pace del presidente statunitense Donald Trump, che ha ricevuto nuovo slancio dopo l’accordo di Sharm el Sheikh tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. L’incontro, ospitato dal ministro degli Esteri francese Ste’phane Se’journe’ Barrot, si apre con un intervento del presidente Emmanuel Macron e vede la partecipazione, tra gli altri, del ministro italiano Antonio Tajani, insieme ai rappresentanti di Germania, Regno Unito, Spagna, Canada, dell’Unione europea e del cosiddetto Quintetto arabo (Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar). La riunione di oggi mira a definire azioni coordinate per dare attuazione concreta al piano statunitense, che prevede una fase di stabilizzazione di Gaza, la creazione di una forza internazionale di sicurezza (Isf) e, nel lungo termine, il rilancio del processo politico verso la soluzione dei due Stati.