
Partiranno per Roma
Liberati i quattro parlamentari italiani a bordo della Flottilla: azzerate le accuse di Conte a Tajani
Le autorità israeliane, come ha annunciato la Farnesina, hanno liberato i 4 parlamentari italiani che sono saliti a bordo della Global sumud flotilla. Il deputato Arturo Scotto e l’europarlamentare Annalisa Corrado del Pd, assieme al senatore dell’M5s Marco Croatti e l’eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, torneranno finalmente in Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva già avuto contatti con il suo omologo ebraico Gideon Sa’ar, per accordarsi sulla liberazione immediata. I parlamentari italiani, che sono già stati trasferiti all’aeroporto di Tel Aviv, prenderanno un volo di linea con l’assistenza del personale dell’ambasciata e partiranno per Roma con il volo Iz 335. Inoltre, la delegazione italiana in Israele ha comunicato di schierare il personale al porto di Ashdod, per effettuare visite consolari e richiedere la liberazione immediata di tutti gli altri italiani detenuti.
Tutti i 4 parlamentari italiani italiani sono liberi, azzerate le polemiche di Conte
Ieri, nel corso dell’intervento di Antonio Tajani alla Camera, Giuseppe Conte ha alimentato una polemica che si è poi rivelata futile sui rappresentanti dem. Scotto e Corrado, che viaggiavano su un’altra imbarcazione, a differenza di Croatti e Scuderi, non sono stati fermati e identificati. Come ha spiegato il vicepremier, “I due rappresentanti del Pd, che hanno viaggiato su una nave, la Karma dell’Ong Arci, che si è distaccata dal convoglio della Flotilla, sono scesi al porto israeliano di Ashdod. Attualmente le nostre autorità diplomatiche stanno trattando per la consegna degli aiuti umanitari e per far ripartire l’imbarcazione verso Cipro o la Grecia”. Poi ha aggiunto: “Scuderi e Croatti, a bordo della Morgana, sono stati fatti sbarcare e attualmente si trovano nel centro di identificazione temporanea del porto di Ashdod”. Ma il presidente pentastellato si è lamentato comunque, contestando che “Tajani non ci ha chiarito perché questa differenza di trattamento».
Conte straparlava di una “corsia preferenziale” per i due dem
Forse Conte non è stato molto attento alla spiegazione: i due esponenti del Pd hanno lasciato l’imbarcazione per tempo, come riporta Libero, scegliendo di trattare la consegna degli aiuti umanitari utilizzando i canali diplomatici messi a disposizione della Farnesina. Al contrario, l’eurodeputata di Avs e il senatore dei 5 stelle erano su una nave che ha tirato dritto e che si è fatta abbordare. Di conseguenza, i viaggiatori sono stati identificati, fermati e portati in un centro in attesa di essere rimpatriati.
La confusione del presidente pentastellato sui parlamentari italiani
Sebbene il ministro Tajani avesse già smentito la protesta del presidente pentastellato, quest’ultimo ha comunque deciso di proseguire contro i “Mulini a vento”. “Sappiamo che Croatti è in un centro di detenzione, sottoposto a identificazione, sottoposto a un trattamento come un immigrato irregolare – ha ripreso Conte -. Io penso invece che è tutto legale rispetto a qualsiasi convenzione internazionale, rispetto a qualsiasi principio di diritto internazionale: è illegale il blocco, è illegale l’assedio, è illegale procurare una carestia, è illegale fermare dei cittadini disarmati”.
Nell’arringa, l’avvocato “del popolo” fa un errore e si contraddice quando ammette: “Croatti, l’ho detto chiaramente sin dall’inizio, ha deciso come cittadino di partecipare. Noi lo abbiamo appoggiato, anzi ci siamo sentiti orgogliosi. E abbiamo appoggiato tutti i cittadini del mondo delle varie nazionalità che sono imbarcati sulla Flotilla. Ebbene, se ha deciso di partecipare da cittadino, non c’è motivo di indignarsi per un trattamento che equivale a quello di tutti gli altri individui.
I chiarimenti di Tajani
Nonostante il volo pindarico di “Giuseppi”, il titolare della Farnesina è riuscito a spiegare che gli italiani fermati sono 46 e che Israele sta intavolando una misura unica di espulsione per le 450 persone coinvolte. Inoltre, i rimpatri avverranno tra il 6 e il 7 ottobre con gli aerei charter dall’aeroporto di Ben Gurion, forse verso Madrid o Londra, come richiesto dagli organizzatori della Flotilla. I fermati erano stati presi in custodia al centro detentivo di Ketziot, a sud di Israele, vicino a Ber Sheva. I detenuti, secondo il ministero degli Esteri italiano, non saranno interrogati o destinatari di procedimenti giudiziari. A loro sarà richiesto soltanto se saranno disponibili ad accettare l’espulsione volontaria entro 24/48 ore o se vogliono rifiutarla. Chi la respingerà verrà espulso forzatamente dopo un breve iter. Nel frattempo, l’ambasciata italiana ha già organizzato le prime visite consolari per venerdì 3 e domenica 5 ottobre.
L’intervento del governo ha riguardato tutti, non solo gli italiani
Successivamente, il vicepremier ha sottolineato come “la tesi prevalente considera il blocco navale israeliano legittimo, in quanto misura di sicurezza contro Hamas, mentre una posizione minoritaria ne contesta la validità per l’assenza di un conflitto tra Stati sovrani”. “Non è tempo di disute teoriche – ha rimarcato – ma di garantire che i nostri connazionali e gli altri passeggeri ricevessero un trattamento non violento”. In sostanza, “l’intervento del governo non si è limitato agli italiani, ma ha riguardato tutti i partecipanti”. Nel frattempo, “il materiale umanitario trasportato dalla Flotilla, sarà consegnato alla popolazione di Gaza anche grazie al coordinamento dell’ambasciata d’Italia”. In conclusione, il ministro ha spiegato che “l’ambasciata italiana di Tel Aviv e il consolato di Gerusalemme restano pienamente operative, nonostante le festività ebraiche e continueranno a seguire con la massima cura i connazionali fermati”.