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L’annuncio dei “Gap”: «Inviata alla Cpi la denuncia per genocidio contro Meloni». E non si sa se ridere o se piangere
L'associazione "Giuristi e Avvocati per la Palestina" annuncia di aver inviato la versione inglese della pratica il 14 ottobre. All'indomani dello storico accordo di Sharm el Sheikh...
È francamente difficile decidere se l’iniziativa sia più patetica o più ridicola, certamente risulta parecchio sconcertante: un’associazione chiamata “Giuristi e Avvocati per la Palestina” (Gap), ha annunciato di aver inviato al Procuratore della Corte penale internazionale «la versione inglese della denuncia per complicità in genocidio» nei confronti del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dei ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e dell’Ad di Leonardo Spa, Roberto Cingolani. La denuncia è stata inviata il 14 ottobre: il giorno dopo lo storico accordo di Sharm el Sheikh.
Una denuncia lunare
La denuncia è quella di cui aveva dato notizia la premier in occasione della sua partecipazione a Porta a Porta, il 7 ottobre, dicendosi convinta «che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere». Non fosse bastato il buonsenso, esperti di diritto e politici avevano poi sottolineato quanto la denuncia fosse pretestuosa e perfino Matteo Renzi, non esattamente il migliore amico del governo, l’aveva bollata come «una barzelletta che non fa ridere». E si era in una fase in cui l’accordo tra Israele e Hamas appariva ancora lontano, benché poi si sia concretizzato appena una settimana dopo. Figurarsi, dunque, il giudizio che si può dare oggi.
Per cercare di dare un senso alla denuncia i 51 Giuristi e Avvocati per la Palestina che ne sono firmatari si appellano alle parole dell’ultima icona rimasta a sinistra: Pedro Sanchez, secondo il quale «la pace non significa dimenticare né significa impunità» e, quindi, «coloro che sono stati attori chiave nel genocidio perpetrato a Gaza devono rispondere alla giustizia, non ci può essere impunità». Ora, è davvero difficile immaginare che Sanchez avesse in mente Meloni e i ministri italiani, ma a qualcosa questi eminenti giuristi dovranno pur appellarsi per giustificare l’ingiustificabile. Ovvero continuare ad alimentare un clima d’odio a dispetto dei fatti e, dopo Sharm el Sheik, anche della storia.