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La direttiva europea sulle case green rischia di trasformare in miraggio il sogno di un appartamento di proprietà

Ideologia vs realtà

La spallata Ue alla casa: con le follie green il sogno degli italiani rischia di diventare un miraggio

Da un lato la svalutazione delle case che non rispondono ai nuovi criteri di efficientamento, dall'altro l'impennata dei prezzi degli immobili più moderni: l'integralismo ambientalista getta i semi per una bomba sociale. E va fermato

Economia - di Villy De Luca - 1 Ottobre 2025 alle 10:43

Il sogno della casa di proprietà, per generazioni di italiani considerato un traguardo di vita, rischia di trasformarsi in un miraggio. Con la direttiva europea sulle case green, che entrerà in vigore tra un anno, milioni di famiglie saranno spinte in un vicolo cieco: comprare un immobile nuovo diventerà sempre più oneroso, mentre chi possiede una casa di classe energetica bassa si ritroverà con un bene svalutato e difficilmente rivendibile. Un film già visto. Basti ricordare la stagione del Superbonus 110%: presentato come la grande occasione per ristrutturare e rilanciare l’edilizia, ha finito per gonfiare i prezzi, generare cantieri infiniti e scaricare sul bilancio pubblico un conto insostenibile. Oggi, con il “dogma green” calato dall’Europa, il rischio è persino maggiore: minare la stabilità del mercato immobiliare e condannare due generazioni al nomadismo permanente, tra affitti sempre più cari e proprietà senza valore.

Case green e il “Brown discount”: abitazioni svalutate fino al 40%

Le cifre diffuse da Crif real estate services parlano chiaro. Negli ultimi quattro anni, il valore delle abitazioni di classe A e B è risultato superiore in media di 500 euro al metro quadro rispetto a quelle di classe intermedia (C-E) e di 700 euro rispetto alle cosiddette “brown” (F-G). Un divario che si allarga nelle grandi città: a Milano, per esempio, la differenza tra un immobile green e uno inefficiente tocca i 1.000 euro al metro quadro, con un deprezzamento del 34%. E non è finita. Tra il 2021 e il 2025, le case efficienti hanno addirittura guadagnato valore (+2%), mentre quelle meno performanti hanno perso il 4%. Nei centri urbani il gap è ancora più impressionante: gli immobili green valgono fino al 40% in più rispetto alle abitazioni “brown”. Un vero e proprio “brown discount” che rischia di esplodere con l’entrata in vigore della direttiva.

Mutui selettivi e famiglie escluse: il risultato delle case green

A complicare il quadro ci sono le banche. Sempre più istituti di credito, infatti, tendono a favorire i mutui per chi acquista immobili green, scoraggiando chi punta a una casa di classe bassa. Il risultato è evidente: in un Paese in cui le rate dei mutui sono già tornate a livelli insostenibili, chi non ha la possibilità di comprare un immobile efficiente rischia di restare fuori dal mercato. In pratica si stanno creando due Italie: da una parte chi può permettersi un’abitazione nuova e ad alta efficienza energetica, dall’altra una maggioranza costretta ad accontentarsi di case svalutate, difficili da rivendere e con mutui più onerosi.

Il rischio di una bomba sociale

Il paradosso è evidente. Le case green costano molto di più, e non è affatto detto che il risparmio in bolletta sia sufficiente a giustificarne il prezzo. Le case brown, invece, vengono progressivamente svuotate di valore, senza che i proprietari abbiano strumenti reali per rivalutarle, se non attraverso costosi interventi di ristrutturazione. Il risultato è una vera e propria bomba sociale: milioni di cittadini rischiano di perdere quello che da sempre è stato il bene rifugio per eccellenza, la casa. Non più garanzia di stabilità e sicurezza, ma un peso, una proprietà che si svaluta anno dopo anno.

Tornare alla realtà

Il messaggio che arriva da Bruxelles è chiaro: trasformare l’abitazione in un nuovo terreno di sperimentazione ideologica. Ma a pagare saranno le famiglie, i giovani, il ceto medio. L’Italia ha già sperimentato sulla propria pelle i danni di interventi calati dall’alto sul settore immobiliare: il Superbonus ne è la prova. Oggi serve un cambio di rotta. Non possiamo permettere che, in nome di un ambientalismo di facciata, si condannino due generazioni a una precarietà senza fine, senza possibilità di costruire un futuro e di trasmettere ai figli quel bene che da sempre rappresenta la vera ricchezza degli italiani: la casa.

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di Villy De Luca - 1 Ottobre 2025