
Il polso dell'Italia
La sondaggista Ghisleri stronca Landini: “Gli italiani capiscono il dramma di Gaza, non gli scioperi selvaggi”
“Sei italiani su dieci, e molti di loro sono anche disposti a scendere in piazza come è accaduto mercoledì sera in molte città, sì. Ma lo sciopero? Su questo sarei più prudente. Gli italiani in questo momento si sentono fragili e vulnerabili, e non trovano nei sindacati un impegno sufficiente”. Anche quando la sondaggista non va solo di numeri, ma interpreta la sensibilità collettiva grazie alla conoscenza della sua materia, fornisce chiavi di lettura originali e interessanti su temi di attualità, dalla Flotilla agli scioperi di oggi. E’ il caso di Alessandra Ghisleri, che oggi su “La Stampa” interpreta i fenomeni con una chiave di lettura trasversale. E non può fare a meno di bacchettare Maurizio Landini, che nell’Italia di oggi, con la scusa della Flotilla bloccata da Israele, ha bloccato l’intero Paese, o almeno ci ha provato.
Ghisleri e lo sciopero, le ragioni incomprensibili di Landini
Sciopero giustificato, compreso dagli italiani? La Ghisleri ha molti dubbi. “Ci sono molte questioni nel campo del lavoro su cui l’opinione pubblica chiede risposte. Oggi c’è uno sciopero generale indetto da alcuni sindacati, e il rischio è che gli si dia una connotazione troppo distante da quelle che dovrebbero essere le priorità di una organizzazione di lavoratori… Mi spiego meglio: se un lavoratore non è in grado di recarsi al lavoro perché i trasporti sono bloccati, potrebbero farsi la seguente domanda: cosa è effettivamente utile alla causa palestinese, e cosa non lo è?”. Una strumentalizzazione, dunque? “Lo sciopero per Gaza è di solidarietà verso il popolo palestinese. Imporgli una giornata di lavoro non pagata significa imporgli una causa esterna alle questioni del lavoro e qualcuno potrebbe viverla come una pressione politica. Certamente rischia di essere controproducente. La domanda che si faranno alcuni è: il sindacato è un interlocutore di temi etici e politici prima che di quelli del lavoro?”. I numeri, sulle manifestazioni, parlano chiaro. “In un campione di mille persone il 43, 8 per cento ha reputato l’ultima manifestazione pacifica con qualche episodio di violenza, il 15, 2 l’ha giudicata totalmente pacifica, il 32, 6 dice che sono state violente. Dicono che sono state solo parzialmente violente il 70 per cento degli elettori Pd, e il 55 di quelli dei Cinque Stelle. Per gli elettori di AvS la maggioranza netta dice sono state pacifiche. Il 63 per cento degli elettori dei tre partiti sostiene che sono state improntate alla violenza”.
Il gradimento degli elettori di sinistra sulla difesa del governo alla Flotilla
Qualche indicazione anche sul caso Flotilla, con qualche sorpresa. “Si dividono fra chi sostiene che il governo abbia tutelato la sicurezza della Flotilla – il 35 per cento – e chi sostiene il contrario, il 36 per cento. I primi sono soprattutto gli elettori dei partiti di centrodestra, i secondi di centrosinistra. Ma ci sono alcune notazioni interessanti. Un elettore su tre del Pd pensa che lo Stato italiano si sia mosso bene. Il 45 per cento di quelli dei Cinque stelle non ne è così convinto e tra di loro un altro 45 non sa rispondere. Per dirla con una battuta: benché la questione abbia riempito per giorni i giornali, gli elettori non hanno un giudizio chiaro”. Positivo, invece, il giudizio sul supporto dato dal ministro Crosetto agli italiani a bordo delle barche della Flotilla. “Il 52 per cento del totale del campione si è detto favorevole. Tra questi spiccano i giudizi degli elettori del Pd – 65 per cento – ma soprattutto l’83 per cento di quelli che dicono di votare per Fratoianni e Bonelli. Strano? No, noi non intervistiamo i politici ma le persone che spesso hanno opinioni non necessariamente coincidenti con quelle di chi scelgono nelle urne. Evidentemente questi elettori pensano che la provocazione degli attivisti sia stata giusta, ma allo stesso tempo fosse necessario tutelarli da eventuali rischi”.