CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Lo storico incontro di re Carlo III con Papa Leone XIV

Un evento storico

La preghiera comune per la cura del Creato: così Carlo III e Papa Leone hanno riallacciato i fili a 500 anni dallo scisma

Il sovrano inglese e Prevost condividono una spiccata attenzione per i temi ambientali, che insieme alla pace sono stati anche al centro del colloquio privato

Cronaca - di Luciana Delli Colli - 23 Ottobre 2025 alle 16:24

L’incontro privato nella Biblioteca del Palazzo Apostolico e poi la preghiera nella Cappella Sistina, la prima di un re britannico con un Papa da 500 anni a questa parte, ovvero dallo scisma provocato nel 1534 da Enrico VIII. La visita di re Carlo III e della Regina Camilla a Papa Leone XIV in Vaticano è stata breve, ma di portata storica. «I’m thrilled», è stato il modo in cui il sovrano ha risposto al «benvenuto» del Pontefice, con il quale si è intrattenuto in un colloquio sui temi che maggiormente stanno a cuore a entrambi, a partire dalla pace e da quell’attenzione per l’ambiente che Carlo coltiva da sempre, non solo da molto prima di diventare sovrano, ma anche da molto prima che la questione entrasse nell’agenda delle priorità politiche internazionali. Dopo la visita in Vaticano, Carlo e Camilla hanno fatto tappa alla basilica di San Paolo Fuori le Mura, per il conferimento al sovrano del titolo di “Royal Confrater”, come riconoscimento del legame spirituale tra il capo della Chiesa anglicana e il romano Pontefice. Carlo ha ricambiato offrendo a Leone XIV di diventare “Papal Confrater” della Cappella di San Giorgio, nel castello di Windsor, e il Papa ha accettato.

Ambiente e pace: il colloquio tra Papa Leone e re Carlo III

«Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, nell’esprimere apprezzamento per i buoni rapporti bilaterali esistenti, si è avuto uno scambio di valutazioni su alcune tematiche di comune interesse, quali la tutela dell’ambiente e la lotta alla povertà», ha fatto sapere il Vaticano, sottolineando che «articolare attenzione è stata rivolta all’impegno comune per promuovere la pace e la sicurezza di fronte alle sfide globali. Infine, richiamando la storia della Chiesa nel Regno Unito, non è mancata una riflessione congiunta sulla necessità di continuare a promuovere il dialogo ecumenico». Dopo il colloquio con Leone XIV, Carlo ha incontrato il segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali.

Lo scambio di orchidee bianche, simbolo dell’amore comune per il creato

Al momento dello scambio dei doni, re Carlo ha donato a Leone una grande fotografia in argento che ritrae la coppia reale e una icona di S. Edoardo confessore. A sua volta, il Papa ha omaggiato il re con una riproduzione del mosaico di Cristo Pantocratore che si trova nella cattedrale di Cefalù. Nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, dove si è svolto un incontro con personalità, associazioni e aziende impegnate nella tutela della casa comune, inoltre il re e il Papa si sono scambiati orchidee bianche Cymbidium, un genere di pianta che vive in qualsiasi tipo di clima, dal più mite a quello più rigido. Un gesto simbolico a significare l’intesa comune nella cura del creato.

La storica preghiera comune, la prima dopo 500 anni

Il momento più fortemente simbolico della visita è stato però certamente la preghiera comune nella Cappella Sistina, presieduta dal Papa, affiancato dall’arcivescovo di York, Stephen Cottrell. Si è trattato di una preghiera ecumenica per la cura del Creato, accompagnata dalle voci di tre cori. Per l’occasione in Vaticano sono arrivate le voci bianche del Chapel Royal Choir che si esibisce nella cappella reale del palazzo di St James’s, e il coro della cappella di St George a Windsor, che hanno cantato assieme al coro della cappella Sistina.

«Pregheranno assieme papa Leone XIV, l’arcivescovo di York Stephen Cottrell e i Reali, in quella che si può definire un’Ora Media, guidati dal tema di Dio creatore visto che nel 2025 sono anche i 10 anni della Laudato Si», aveva spiegato monsignor Flavio Pace raccontando l’evento storico. «E le musiche scelte – aveva spiegato ancora – rifletteranno l’intento ecumenico: l’inno di Sant’Agostino ma nella traduzione di San John Henry Newman, convertitosi al cattolicesimo, che sarà proclamato Dottore della Chiesa da Leone XIV l’1 novembre alla presenza di una nutrita delegazione della Chiesa d’Inghilterra».

Per l’occasione la  la Cappella Sistina è stata adornata da due preziosi arazzi della serie Atti degli Apostoli realizzati su cartoni di Raffaello, che resteranno visibili fino al 4 novembre anche per i visitatori dei Musei Vaticani «nella sede per cui furono pensati e commissionati da Papa Leone X», ha spiegato il Governatorato.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Luciana Delli Colli - 23 Ottobre 2025