
Sale la tensione
La Flotilla tira dritto verso lo scontro e avvista le navi israeliane: «Siamo vicini a dove le precedenti flottiglie sono state attaccate»
Respinto con arroganza anche l'ultimo appello di Giorgia Meloni. La replica della premier: «Risparmiateci le lezioni di morale sulla pace se il vostro obiettivo è l’escalation». Il Papa: «Si nota il desiderio di rispondere ad una vera emergenza umanitaria, ma ci sono tanti elementi da tutte le parti»
È stata una notte di costanti aggiornamenti via social quella della Flotilla, in avvicinamento verso Gaza. Poco prima delle 8, sul profilo Twitter del Global Movement to Gaza è stato rilanciato un tweet dell’attivista brasiliano Thiago Avila che informava che «una nave militare israeliana ha appena incrociato le nostre barche intimidendo, danneggiando i nostri sistemi di comunicazione e compiendo manovre molto pericolose girando intorno alle nostre barche principali Alma e Sirius! Nonostante la perdita di dispositivi elettronici, nessuno è stato ferito e noi continuiamo ad andare avanti!».
La Flotilla incrocia le prime navi israeliane
Il post immediatamente precedente, più o meno della stessa ora, riferiva che «mentre ci avviciniamo a Gaza, restiamo vigili mentre entriamo nella zona in cui le flottiglie precedenti furono intercettate e/o attaccate».
Sordi a ogni appello: la pace può attendere
Dunque, restano inascoltati gli appelli al buonsenso, reiterati fino alla tarda serata di ieri. Di più, sono stati respinti con arroganza. Nella serata di ieri, la premier Giorgia Meloni ha lanciato un nuovo appello, richiamando l’attenzione sul delicato momento delle trattative, dopo il lancio del Piano Usa per la pace. Parlando della «speranza» che ha aperto per «porre fine alla guerra e alla sofferenza del popolo palestinese», la premier ha chiesto di non mettere a rischio con la forzatura del blocco navale questo «fragile equilibrio, che in molti sarebbero felici di poter far saltare» e ha rilanciato l’appello alla Flotilla a fermarsi e «accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti». La risposta è stata il solito misto di vittimismo e propaganda aggressiva, in cui la premier è stata accusata di colpevolizzare «civili disarmati, attivisti nonviolenti, navi cariche di aiuti umanitari».
Meloni via social ha fatto sapere di leggere «con stupore le parole della Flotilla che mi accusa di considerare “un pericolo” civili disarmati e navi cariche di aiuti. La verità è semplice: quegli aiuti possono essere consegnati senza rischi attraverso i canali sicuri già predisposti. Insistere nel voler forzare un blocco navale significa rendersi – consapevolmente o meno – strumenti di chi vuole far saltare ogni possibilità di un cessate il fuoco». «Perciò – ha aggiunto – risparmiateci le lezioni di morale sulla pace se il vostro obiettivo è l’escalation. E non strumentalizzate la popolazione civile di Gaza se non vi interessa davvero il loro destino».
Interviene anche il Papa
Sulla Flotilla ieri sera è intervenuto anche il Papa, lasciando intuire di riconoscere anche gli elementi di criticità della missione. riconoscendo La situazione, ha detto il Pontefice, è «molto difficile. Si nota il desiderio di rispondere ad una vera emergenza umanitaria, ma ci sono tanti elementi da tutte le parti. Speriamo non ci sia violenza e vengano rispettate tutte le persone».
La nave Alpino della Marina Militare si è fermata al limite delle 150 miglia nautiche da Gaza
Intorno alle tre, al raggiungimento del limite delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza, la fregata Alpino della Marina Militare italiana ha comunicato fa alle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla che non avrebbe proseguito nella rotta. Si è trattato del secondo e ultimo avviso, dopo quello del pomeriggio di ieri, quando la Alpino si era detta disponibile a «recuperare eventuale personale che avesse voluto essere trasferito a bordo».
Gli aggiornamenti sulla navigazione: «Siamo vicini all’area in cui le precedenti flottiglie sono state intercettate e/o attaccate»
L’ultimo aggiornamento disponibile sulla navigazione e fornito dalla portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia, parla di 120 miglia nautiche da Gaza, in diminuzione. «Imbarcazioni non identificate si sono avvicinate a diverse barche della Flotilla, alcune con le luci spente. I partecipanti hanno applicato i protocolli di sicurezza in preparazione a un possibile abbordaggio. Le imbarcazioni si sono ora allontanate dalla Flotilla. Continuiamo a navigare verso Gaza, avvicinandoci al limite delle 120 miglia nautiche, vicino all’area in cui le precedenti flottiglie sono state intercettate e/o attaccate», ha detto.
In precedenza, l’attivista Maso Notarianni, in un collegamento con RaiNews24 dalla nave Karma, l’imbarcazione dell’Arci, aveva riferito che «non arriveremo a Gaza ovviamente, siamo convinti che ci fermeranno prima. Poi se succede il miracolo, arriveremo domani pomeriggio più o meno». «Rischio arresto? Non si tratterebbe di un arresto, ma di un rapimento, perché siamo in acque internazionali», ha aggiunto, raccontando che nelle ultime ore c’era stato «un “jamming”, ovvero ci hanno interrotte le comunicazioni per più di mezz’ora». «Alcune imbarcazioni, prima dell’alba, hanno circondato la nave “madre” della Flotilla, Alma, ma non hanno ancora fatto l’abbordaggio. Dopodiché – ha aggiunto – hanno bloccato le comunicazioni anche ad altre imbarcazioni, ovviamente c’è grande tensione tra tutti. Siamo stati fermi per una un’oretta quando sono accadute le intercettazioni, adesso siamo ripartiti».
⚠️🚨 URGENT!!!
An Israeli military vessel just came across our boats intimidating, damaging our communication systems and doing very dangerous manouvers circling our lead boats ALMA and SIRIUS!Despite the loss of electronic devices, no one has been injured and we KEEP ON GOING! pic.twitter.com/lAGN593Ub6
— Thiago Ávila (@thiagoavilabr) October 1, 2025