
Qualificazioni mondiali
Kean, Retegui, Esposito: quel giovane tridente azzurro che ci fa sognare l’America
La nazionale italiana sta tornando a sognare la qualificazione ai Mondiali dopo l’arrivo di Gennaro Gattuso sulla panchina, ma anche grazie all’impegno degli attaccanti italiani, che hanno dimostrato freddezza e lucidità sotto la porta avversaria.
Nella gara contro l’Estonia di sabato 11 ottobre, alla Coq arena di Tallin, gli azzurri hanno messo a segno tre reti firmate da Moise Kean, Mateo Retegui e dall’astro nascente Francesco Pio Esposito. Nel primo tempo di gioco l’Italia mette a segno il primo gol al quarto minuto di gioco grazie all’attaccante della Fiorentina, che ha realizzato il vantaggio grazie a un’azione impostata dalla difesa e diretta a centrocampo da Federico Dimarco.
Dopo il primo punto di Kean, è arrivato il 2 a 0 al 38esimo minuto con Retegui, ora titolare nell’Atalanta. Non si è abbattuto dopo il rigore sbagliato poco prima e ha raggiunto il suo obiettivo. Ci ha pensato Esposito, giovane promessa dell’Inter, a blindare il risultato al 74esimo su assist di Leonardo Spinazzola. Un tiro rasoterra in area di rigore, che non ha lasciato scampo al portiere estone Karl Hein.
Kean, Retegui, Esposito: i giovani che fanno sognare l’Italia nelle qualificazioni ai Mondiali 2026
Kean, Retegui ed Esposito hanno rispettivamente 25, 26 e 20 anni: una generazione di attaccanti nuova e affamata di gol, che regala alla nazionale una ventata fresca di talento. E forse è anche merito del ct Gattuso, che è stato definito un “selezionatore” da Beppe Signori nell’ultima intervista su Rai 2. “Nelle ultime uscite ho visto una Nazionale cresciuta sotto l’aspetto dell’impegno – ha spiegato l’ex attaccante della Lazio – e soprattutto dell’attaccamento ai colori della maglia e questo mi fa credere che l’Italia possa essere ancora competitiva”.
Esposito, che è il più giovane dei tre, è subentrato a Kean infortunato ed è riuscito a tenere accesa la fiaccola della letalità in zona Cesarini. Intervistato da Skysport a fine partita, Retegui ha evidenziato che “per noi attaccanti è importante fare gol, dà fiducia e aiuta la squadra. Ce l’abbiamo nel sangue ma era importante vincere”. Insomma, nessuno dei tre ha manie di protagonismo, giocano tutti per il team e per il tricolore sul petto.