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Ignobile attacco a Bruno Vespa

Bullismo o bavaglio?

“Infame”, Bruno Vespa sotto attacco: in un ascensore Rai la scritta ignobile. Azienda e politica fanno quadrato: vigliacchi

Insulto infamante contro l'anfitrione di "Porta a Porta" comparso nella sede Rai di Via Teulada: e il "clima d'odio" entra in azienda... L'attacco virulento al giornalista è un assalto frontale al pluralismo e ha scatenando la ferma condanna unanime dei vertici aziendali e della politica, che denunciano un vile atto di intimidazione

Politica - di Ginevra Sorrentino - 7 Ottobre 2025 alle 15:13

Vile infamia in una delle principali e storiche sedi della Rai, esattamente nei pressi dello studio 5, in Via Teulada, da dove va in onda il talk politico per eccellenza della tv di Stato: Porta a Porta. «Vespa infame», questo recita una scritta contro l’anfitrione del talk politico e di costume, comparsa in uno degli ascensori dei palazzi della tv a Roma. L’episodio è stato denunciato alle forze dell’ordine che hanno avviato le indagini per risalire ai responsabili. Una scritta vergognosa, tracciata in un ascensore del palazzo tv in zona Prati-Della Vittoria, che è solo l’ultimo, sconcertante segnale di un clima d’odio e intolleranza che sta avvelenando dalle piazze al servizio pubblico di tutto un po’, e che mira a colpire, non a caso, una delle figure più autorevoli e storiche del giornalismo italiano.

Attacco a Bruno Vespa in via Teulada: un atto vile e inaccettabile

Ma qui non si tratta di critica. Di confronto di idee. O di libero dibattito. Ma di pura e semplice intimidazione vile e virulenta. Un gesto che non appartiene alla cultura del rispetto e del pluralismo che dovrebbe invece essere il fondamento della comunicazione libera e istituzionale. Pertanto, si capisce chiaramente perché la reazione del mondo istituzionale e aziendale sia stata immediata e compatta, a dimostrazione della gravità dell’episodio, inaccettabile. E che chi di dovere, non a caso, respinge al mittente. L’Amministratore delegato Giampaolo Rossi, per primo, ha espresso una «ferma condanna» sull’accaduto, parlando apertamente di «episodio grave che rappresenta una forma di intimidazione e di intolleranza inaccettabile». Sottolineando, tra le righe, come simili comportamenti siano «incompatibili» con i valori della Rai e con la sua missione di dialogo e pluralismo.

Filini (FdI): «Gravissimo insulto a Bruno Vespa, accertare i responsabili»

Un concetto che nella sua dichiarazione ribadisce anche il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, capogruppo nella commissione Vigilanza Rai, asserendo con fermezza: «Gravissimo e inaccettabile l’insulto rivolto al giornalista Bruno Vespa, che attraverso una scritta lasciata in un ascensore della sede Rai di via Teulada è stato apostrofato come “infame”. Un episodio intollerabile tanto più nella sede del servizio pubblico che più di altre dovrebbe fare del confronto civile, del democratico confronto e del rispetto della dignità altrui, punti di riferimento ineludibili. Mi auguro che quanto prima sia possibile accertare i responsabili».

Concludendo quindi: «Nel frattempo, anche a nome del gruppo di Fratelli d’Italia nella commissione Vigilanza Rai, esprimo piena solidarietà e vicinanza a Bruno Vespa, auspicando che quanto la solidarietà quanto la condanna siano unanimi. Peraltro, sono consapevole che questi gesti diffamatori non potranno fare ombra o intimorire quello che è un maestro del giornalismo italiano».

Condanna unanime contro la violenza verbale

Ma un vero e proprio coro di solidarietà si è levato con forza in queste ore immediatamente successive alla notizia dello sfregio. Tanto che, a stretto giro dalla denuncia degli eventi, anche Simona Agnes (Cda Rai) ha definito le offese a Vespa come «offese al Servizio Pubblico» e alla storia dell’azienda, ribadendo contestualmente che il volto del giornalismo Rai «incarna pienamente i valori del servizio pubblico».

Esattamente come Federica Frangi (Cda Rai) ha parlato di un «grave gesto di intimidazione e diffamazione», leggendo l’accaduto come un «segnale preoccupante del clima sempre più avvelenato che si sta creando nei confronti della Rai da parte di chi usa l’azienda come mezzo di scontro politico». Un’analisi lucida, la sua, che individua la radice del problema nell’uso strumentale della televisione di Stato per fini ideologici.

Il Cda in difesa del giornalista: un «professionista simbolo dei valori del servizio pubblico»

Così come Antonio Marano (Consigliere più anziano di età, ai sensi dell’art. 22.3 dello Statuto sociale, e che svolge le funzioni di Presidente del Consiglio di Amministrazione) ha ribadito da parte sua l’inaccettabilità di un gesto che rimanda a una pesante mancanza di rispetto di un professionista che da decenni «rappresenta un simbolo dei valori del Servizio Pubblico».

Intanto, mentre sgomento e indignazione deflagrano nei corridoi da Via Teulada a Viale Mazzini, è lecito interrogarsi sulla possibilità che, dietro la scritta offensiva, si nasconda la stizza di chi, all’interno o all’esterno della Rai, non tollera un’informazione equilibrata e non allineata. Bipartisan senza escludere dal dibattito mediatico luci e ombre che si annidano al suo interno.

Gasparri sta con Bruno Vespa (e cita il precedente della Flotillia)

In questo contesto, a dare un indizio sul possibile casus belli è intervenuto il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia), che ha espresso solidarietà a Vespa non solo per la scritta. Ma anche «per il coraggio con cui ha detto quello che andava detto all’esponente della cosiddetta Flotilla». Il riferimento è chiaro: Vespa, nella sua trasmissione, ha garantito un pluralismo che ha evidentemente irritato chi vorrebbe imporre una narrazione unidirezionale e ideologicamente schierata, soprattutto su temi delicati come le crisi internazionali.

L’attacco a Vespa, allora, in quest’ottica, e in riferimento agli ultimi accadimenti rilanciati dai media, non può non apparire come un attacco alla libertà di espressione e all’equilibrio. Del resto è innegabile che, simbolo di rigore e professionalità, Vespa sia un punto di riferimento che offre spazio e voce a ogni pagina e componente politica. Pertanto, chi lo definisce “infame” nascondendosi dietro l’anonimato di una scritta, dimostra di non accettare la civiltà del confronto. E di preferire il bullismo anonimo e vigliacco.

Lupi: un attacco alla persona, alla sua professionalità, e al servizio pubblico

È tempo che la Rai, come giustamente auspicato dal sindacato Unirai, difenda con ogni mezzo i suoi professionisti. Non si può tollerare che il “clima d’odio” denunciato anche dal Presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, colpisca impunemente un gigante del giornalismo. Per questo, ci si augura da più parti che le indagini individuino al più presto i responsabili di questo vile atto, che non offende solo la persona. Ma l’intera dignità del servizio pubblico. La Rai è una casa comune, non un campo di battaglia per grafomani “irritati” e dissidenti… E l’azienda apre un’inchiesta.

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