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Il museo Lgbt di Liverpool inserisce Horatio Nelson nel pantheon: persino i gay protestano per la scelta sbagliata

Non è la prima volta

Il museo Lgbt di Liverpool inserisce Horatio Nelson nel pantheon: persino i gay protestano per la scelta sbagliata

Esteri - di Gabriele Caramelli - 9 Ottobre 2025 alle 16:08

Adesso i seguaci del woke fanno diventare gay anche i personaggi storici eterosessuali. Il caso eclatante è quello del museo Lgbt di Liverpool, dove due quadri raffiguranti Horatio Nelson sono stati inseriti in una collezione arcobaleno. La raccolta, reperibile anche online, si intitola “Storia dell’amore Lgbtq” e contiene due dipinti intitolati “The death of Horatio Nelson”, di Benjamin West e Daniel Maclise. Il caso ha scatenato un acceso dibattito tra storici, attivisti e opinione pubblica sul significato delle sue ultime parole. I curatori della mostra hanno deciso arbitrariamente di inserire l’ammiraglio nel pantheon britannico per la celebre frase pronunciata prima di morire: “Baciami, Hardy”. Una frase simbolica che il vincitore della battaglia di Trafalgar rivolse al suo ufficiale e amico fidato. Insomma, il museo britannico ha deciso che quel momento di commozione dovesse essere letto sotto la “lente queer”.

Il museo Lgbt inserisce Horatio Nelson nella collezione arcobaleno: critiche anche dai gay

La scelta della galleria britannica ha suscitato tante critiche, tra cui quelle dell’Lgbt Alliance, gruppo di difesa dei diritti delle persone lesbiche, gay e bisessuali, che si è scagliata ferocemente contro l’iniziativa. “Abbiamo già abbastanza eroi Lgbt nella storia, senza dover fingere che gli eterosessuali fossero gay”, ha tuonato la presidente Kate Barker, aggiungendo che “i musei dovrebbero celebrare chi ha veramente vissuto l’identità queer, non proiettare letture anacronistiche su figure storiche che non possono rispondere”. Si attaccano anche tra loro: ecco un esempio del cortocircuito targato “politicamente corretto”.

Qualche attivista prova a difendere l’operazione, ma inutilmente

Qualche storico e attivista culturale ha provato a difendere l’operazione, considerandolo un tentativo legittimo di interrogare la storia da angolazioni nuove, sottolineando come la vita militare possa portare a relazioni intime maschili, che talvolta vengono anche censurate. A smontare la tesi è stato il giornalista Ross Clark del The Spectator, che ha definito la propaganda del museo come una forzatura basata unicamente su una frase ambigua. Poi, sarcasticamente, ha evidenziato: “Forse Nelson non era nemmeno a Trafalgar, ma in un bagno turco con i suoi uomini”.

Non è la prima volta che gli attivisti Lgbt si appropriano di Nelson

Non è la prima volta che Nelson viene considerato come una bandiera dei movimenti gay. Già nel 2024, il National maritime museum di Londra aveva ospitato l’evento “NelsonFest” per il mese della storia Lgbt, provocando contestazioni da parte degli storici tradizionalisti. Lord Roberts, autore di un’opera biografica su Nelson, aveva descritto l’iniziativa come “un esempio disperato di revisionismo”, ricordando la nota relazione dell’ammiraglio con Lady Emma Hamilton.

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di Gabriele Caramelli - 9 Ottobre 2025