
Presentazione a Roma
Il libro “junghiano” di Giuseppe Femia che assembla psicologia, arte e spettacolo
Mercoledì all'Enoteca Guerrini l'autore di "Turchese non meno di sette" incontrerà i lettori, parlando della dimensione di un testo che sta conquistando consensi nelle vendite, rompendo gli schemi editoriali
Mercoledì 22 ottobre alle ore 19.00, all'” Enoteca Guerrini “, in Viale Regina Margherita, 201 a Roma sarà presentato il libro di Giuseppe Femia, “Turchese non meno di sette”, edito da Amazon. Saranno presenti esponenti della psicologia, dell’arte e dello spettacolo.
Turchese non meno di sette
Turchese non meno di sette è l’ultimo successo di Giuseppe Femia, psicoterapeuta e psico-diagnosta della prestigiosa scuola Apc di Roma, fondata e diretta da Francesco Mancini. Dopo il successo di “Natalina teneva le fila”, edito da Albatros, Femia, calabrese di Locri, si cimenta con un racconto che vede protagonisti “Il mago” e “Il lago”, due figure specchio essenziali, che richiamano anche alla psicologia junghiana. Un libro che ha avuto enorme successo già dalle prime settimane di autopubblicazione, rompendo alcuni schemi editoriali e ponendosi come una riflessione sulla passione, sull’amore, sull’accettazione, sulla felicità e ciò che può significare.
La presentazione a Roma
Sarà Monica Lazzarini a introdurre i lavori presso l’Enoteca Guerrini. L’autore, Giuseppe Femia, dialogherà con esponenti della psicologia, dell’arte, dello spettacolo, illustrando non solo i contenuti del testo ma cercando di renderlo esperenziale e vivo. Per Femia un appuntamento letterario che arriva dopo “Natalina teneva le fila”, un racconto di sofferenza e di testimonianza nel quale emergeva anche il proscenio della sua riviera nativa, la locride, un grande esempio di bellezza ma anche di dolore per la tragica esperienza della ‘ndrangheta pervasiva che, soprattutto nei decenni trascorsi, ne condizionava la vita .
In Turchese non meno di sette le storie si susseguono con al centro una ritualità positiva che vede nella proiezione del Mago la figura rassicurante, quella in grado di osservare senza giudicare e di utilizzare “magie razionali” che riescono a sbloccare tante situazioni. Qui Femia si mette in discussione rilanciando la sua dimensione di uomo e la sua fragilità, come cardine di un confronto aperto con i lettori.
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