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La scuola internazionale per piloti di Aeronautica e Leonardo accoglie i primi allievi Usa

Eccellenze italiane

I nuovi Top Gun si formano in Italia: la scuola internazionale per piloti di Aeronautica e Leonardo accoglie i primi allievi Usa

L'International Flight Training School si trova a Decimomannu, è dotata dei più avanzati sistemi di addestramento e forma nuove leve dei cieli che arrivano da una dozzina di diversi Paesi. Da quest'anno la cooperazione si è allargata anche alla United States Air Force

Cronaca - di Agnese Russo - 10 Ottobre 2025 alle 18:02

Sono americani, sono allievi piloti e hanno iniziato la formazione per il brevetto che li porterà alla guida degli aerei militari più avanzati. Sembra la trama di un film alla Top Gun e invece è una realtà tutta italiana: i cadetti Usa sono fra le nuove leve della International Flight Training School, la scuola di addestramento della base di Decimomannu, in provincia di Cagliari, nata da una collaborazione strategica tra Aeronautica Militare Italiana e Leonardo. 

L’International Flight Training School accoglie i primi allievi americani

La Ifts ha avviato i suoi corsi nel 2022 e da allora ha formato 150 studenti (il dato è aggiornato al luglio di quest’anno), due terzi dei quali stranieri. Nelle sue aule sono passati e continuano a passare, ora anche al fianco degli americani, allievi provenienti da Arabia Saudita, Austria, Canada, Giappone, Grecia, Kuwait, Olanda, Qatar, Singapore, Spagna, Svezia, Regno Unito e Ungheria.

Si tratta dunque di una realtà che ha saputo conquistarsi in breve una fortissima credibilità internazionale, per la quale l’arrivo di questi primi dieci futuri piloti della United States Air Force rappresenta un ulteriore suggello.

La scuola per piloti di Aeronautica e Leonardo: un campus di alta formazione

Gli allievi di Decimomannu, un vero e proprio campus di alta formazione, parteciperanno per nove mesi al corso della Fase IV (Advanced/Lead-In to Fighter Training), che si basa sull’utilizzo del velivolo addestratore avanzato M-346 prodotto da Leonardo (denominato T-346A dall’Aeronautica Militare). Alla fine, conseguiranno un brevetto e anche un’abilitazione per guidare aerei come l’Eurofighter Typhoon (F-2000) o l’F-35.

Un addestramento integrato per preparare agli scenari più complessi

Il velivolo e il relativo sistema integrato di addestramento consentono «di condurre in maniera congiunta attività reale e simulata, preparando i futuri piloti agli scenari operativi più complessi e massimizzando qualità ed efficacia del ritorno addestrativo», si legge in una nota dell’Ifts, nella quale si evidenzia anche la funzione “diplomatica” della scuola.

Non solo una scuola: il ruolo nel rafforzamento della cooperazione

La partecipazione di allievi stranieri è frutto, infatti, degli accordi di cooperazione tra l’Italia e i Paesi di provenienza, l’ultimo dei quali in ordine cronologico proprio con gli Usa: la “firma” tra l’Aeronautica Militare e la United States Air Force è avvenuta il 21 luglio, «e testimonia – si legge ancora nella nota – la solidità della cooperazione tra Italia e Stati Uniti».

L’alleanza tra istituzioni e industria che rende più forte il sistema Paese

Ma c’è anche una cooperazione tutta interna all’Italia di cui l’Itfs è testimonianza: quella tra Aeronautica Militare e Leonardo, vale a dire tra istituzioni e industria, che ha ricadute importanti per il sistema Paese nel suo complesso, a partire dai dati occupazionali e di indotto per il territorio.

Il campus e il suo indotto

Il campus si estende su una superficie di oltre 35.000 mq coperti su un’area di oltre 130.000 mq; ospita oltre 400 persone l’anno tra dipendenti civili, militari e studenti; impiega anche civili fra i suoi oltre 40 istruttori; a regime, genera lavoro per 350 persone, delle quali oltre 150 ad alto livello di specializzazione.

Un’iniziativa di valore strategico

C’è un aspetto di primaria importanza, poi, per quanto riguarda il consolidamento strategico di posizioni e autorevolezza a livello internazionale, con ciò che comporta anche in termini di moltiplicatore interno. Si tratta, insomma, di un’operazione a tutto tondo, che va ben oltre la soddisfazione di pensare che il prossimo Maverick parlerà (anche) italiano.

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di Agnese Russo - 10 Ottobre 2025