
Tragiche concomitanze
Genova, bufera sull’incontro con la Albanese, la comunità ebraica s’indigna: ma proprio il 7 ottobre? E la sindaca Salis si defila
Il dibattito su Gaza in coincidenza con l'anniversario della strage di Hamas sconcerta e suscita sdegno, e il cambio di location dell'ultimo minuto non acquieta animi e polemiche. Anche la politica interviene bollando l'iniziativa come un atto di propaganda inaccettabile e chiedendo lo spostamento della data, dopo aver bollato il semplice spostamento di luogo come una "decisione pilatesca"
Non è solo una questione di inopportuna coincidenza di date. Non solo: la polemica scatenata dall’evento genovese con protagonista Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi, non è un semplice scontro sul contenuto, ma un attacco frontale al buon senso, al rispetto istituzionale, e al buon gusto. L’appuntamento, inizialmente previsto in un luogo simbolo come Palazzo Ducale – e solo in seconda battuta dirottato con un repentino cambio di location ai Giardini Luzzati – e la sua concomitanza con la ricorrenza del 7 ottobre, anniversario dell’efferatezza terroristica di Hamas contro i kibbutz e la case degli israeliani, hanno inevitabilmente acceso una miccia che continua a deflagrare in queste ore, mettendo in imbarazzo le amministrazioni locali.
Bufera sull’incontro della Albanese a Genova proprio il 7 ottobre…
Anche se in realtà, più che di imbarazzo, è di sconcerto che dovremmo parlare in merito all’appuntamento in calendario per domani. Che è esattamente quanto espresso all’Adnkronos da Raffaella Petraroli, presidente della Comunità ebraica a Genova. La quale, senza usare locuzioni inutilmente perifrastiche, all’agenzia di stampa ha dichiarato: «Non sarà un incontro, ma una manifestazione di propaganda. Non ho nulla da dire se non che sono sconcertata».
La concomitanza con la data del massacro di Hamas indigna la comunità ebraica locale
Aggiungendo poi a stretto giro: «Sono sconcertata perché è stata scelta la data del 7 ottobre, che è l’anniversario dell’attentato terroristico in Israele, mentre in questo modo si vuole celebrarla come una bellissima vittoria della resistenza palestinese. Accettando (peraltro?Ndr) la tesi di Francesca Albanese che definisce illegittimo lo stato di Israele perché è uno stato colonialista che occupa un territorio», ha chiosato quindi la presidente della comunità ebraica di Genova.
Il cambio di sede per l’evento? Solo una pezza a colori…
E ancora. Sempre più esterrefatta, in calce alla sua recriminazione Raffaella Petraroli ha anche sottolineato: «Quello che ritengo ancora più grave è il fatto che l’iniziativa abbia l’appoggio dell’Anpi». Se poi consideriamo anche che la comunità ebraica ricorderà il 7 ottobre, martedì 14 – «lo faremo in uno degli ultimi giorni della festa di Sukkot, una ricorrenza molto sentita dalla nostra comunità» – non resta davvero nulla da aggiungere…
L’incontro con Francesca Albanese a Genova il 7 ottobre: monta la polemica
Se non che, per esempio, parole forti e uno sgomento ancora più eclatante – quelli manifestati a chiare lettere dalla presidente della Comunità ebraica genovese commentando l’incontro previsto domani sera con la Albanese, organizzato da Defence for Children e Amnesty International – sono arrivate a corredo di una giornata di trattative, annunci, ed errata corrige dell’ultimo minuto, che però sembrano essersi limitati ad ammantare del pannicello caldo del cambio di luogo una vexata quaestio esplosa nel frattempo in una polemica incandescente. Un caso le cui deflagrazioni non smettono di riecheggiare.
Polemica bipartisan: perplessità ad ampio spettro
Scatenando oltretutto una reazione che, tra indignazione e turbamento, non stupisce abbia interessato, in chiave bipartisan, anche l’ex presidente della comunità ebraica e già consigliere comunale del Partito Democratico, Ariel Dello Strologo. Il quale, nell’esplicitare tutte le proprie perplessità sulla scelta della data del 7 ottobre, ha asserito con nettezza: «Non è un problema di chi venga a parlare, ma la scelta del 7 ottobre è inopportuna». Anche se sul carnet degli ospiti va detto che la Albanese, per esempio, al centro dell’evento ai Giardini Luzzati, prima dell’incontro in programma ha in agenda per il pomeriggio un appuntamento con gli studenti universitari al rettorato occupato di Via Balbi.
La sindaca Salis si sfila e si cava d’impaccio
Dunque, a ben vedere, in realtà non è solo una questione di “data”. Tanto è vero che la notizia dell’arrivo di Francesca Albanese nell’anniversario del 7 ottobre 2023 ha suscitato accese polemiche in città. E a sollevarle, tra gli altri, ha contribuito anche la parlamentare e consigliera comunale di Noi Moderati Ilaria Cavo che, chiamando in causa la prima cittadina della Lanterna, ha tuonato: «Silvia Salis è, o dovrebbe essere, la sindaca di tutti i genovesi: anche della comunità ebraica che non può accettare che Francesca Albanese, figura certamente divisiva, partecipi domani, 7 ottobre, a un incontro alla presenza del sindaco. Proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario della strage dei kibbutz. Una coincidenza inaccettabile», ha detto.
Il cambio di sede non basta a ottemperare a buon senso e buon gusto
Di più. La decisione di spostare il dibattito ai Giardini Luzzati, come denunciato con forza in queste ore, tra gli altri, da Ilaria Cavo (Nm-Orgoglio Genova), appare insomma come un goffo tentativo di cavarsi d’impaccio senza redimere la questione. Una soluzione, quella individuata, che anzi rischia di apparire come una «decisione pilatesca» e una ulteriore provocazione. Insomma, non si tratta di censura o di negare il dibattito, ma di dignità, rispetto, e senso dell’opportunità. Come sottolinea allora sempre la deputata ligure e presidente del consiglio nazionale di Noi Moderati e capogruppo in Comune di Nm-Orgoglio Genova: «Siamo sempre per il dibattito e il confronto, soprattutto quando non è unilaterale». Ma, si potrebbe aggiungere, ignorare la sensibilità della Comunità Ebraica in un giorno che è sinonimo di massacro significa calpestare la memoria di quella mattanza.
La mossa del Comune
La mossa del Comune, anziché placare gli animi, ha sortito l’effetto opposto, soprattutto considerando che i Giardini Luzzati sono intitolati a una figura ebraica genovese e che, in contemporanea, la Albanese è attesa in un rettorato occupato. La Sindaca, che rappresenta tutti i cittadini, non può permettersi ambiguità. L’intervento di Ilaria Cavo e di Noi Moderati è un richiamo all’ordine necessario: di fronte a un momento così delicato, occorre un segnale chiaro e non rinviabile che imponga lo spostamento dell’evento a una data diversa, sottraendolo alla strumentalizzazione del ricordo. Il dibattito è sacro, ma la memoria lo è di più.
La Lega: No al megafono di “fake news” dei pro-Pal
Come sottolineato anche dalla Lega che, attraverso le parole del consigliere regionale in Liguria in delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana. Del capogruppo regionale Sara Foscolo. E del presidente della III commissione regionale Attività produttive, Armando Biasi (Lega) sull’incontro in programma domani a Genova con la relatrice dell’Onu Francesca Albanese, hanno dichiarato: «Bene che Palazzo Ducale, luogo di cultura e sapere per tutti, non sia megafono di “fake news” dei pro-Pal di sinistra. Come giustamente indicato dalla Comunità ebraica genovese e dall’ex candidato sindaco del Pd Ariel dello Strologo, la presenza di Francesca Albanese a un evento in programma proprio domani, anniversario della strage dei terroristi palestinesi di Hamas, sarebbe stata a dir poco inopportuna. E in ogni caso va stigmatizzata con grande fermezza».
L’Albanese, l’Anpi e quella coincidenza di date che…
Aggiunge in calce: «Spiace poi constatare che all’evento, spostato da Palazzo Ducale ai Giardini Luzzati, partecipi Anpi, organizzazione scesa ieri in piazza insieme a coloro che hanno esposto il vergognoso e inaccettabile striscione: “7 ottobre, giornata della Resistenza palestinese”. Pertanto, se il sindaco di Genova Silvia Salis è davvero schierata per la pace e la non violenza allora eviti di partecipare all’incontro con Francesca Albanese perché è divisivo e non è a favore della pace, che si sta per avvicinare soltanto grazie al grande impegno e proficuo lavoro del presidente Usa Donald Trump».
Concludendo (con un appello che risuona come un monito): «Se però deciderà di non rinunciare, chiediamo a Salis di avere il coraggio di ribadire in faccia alla relatrice dell’Onu che l’immediata liberazione degli ostaggi è condizione necessaria per avviare il processo di pace e che la Città di Genova è amica anche del popolo israeliano, attaccato dai terroristi palestinesi di Hamas e da anni in prima linea per difendere la democrazia in Medio Oriente», concludono i rappresentanti della Lega.
Così, alla fine di una giornata concitata e di annunci e cambiamenti in corso d’opera, dal Corriere della sera filtra l’ultimo aggiornamento: «La notizia che Silvia Salis, ormai costantemente sotto i riflettori della politica nazionale, difficilmente avrebbe partecipato al dibattito, come invece pubblicizzato fino a prima dell’intervento della comunità ebraica. “La sindaca ha un’agenda molto intensa e c’è pure il Consiglio comunale…», si dice da Palazzo Tursi. “L’incontro – fanno sapere gli organizzatori – gratuito e ad accesso libero fino ad esaurimento posti, manterrà sempre lo stesso format d’intervista pubblica con il giornalista Matteo Macor e sarà trasmesso in diretta streaming da tutti i canali di Good Morning Genova e dalla pagina YouTube di Defence for Children». Ma sull’illustre partecipazione ancora vige qualche perplessità…