CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Al via da domani la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas e la restituzione dei corpi di chi non si è salvato

Gaza, ore di attesa per la liberazione degli ostaggi al via: ecco chi tornerà a casa. E Israele annuncia: dopo il loro rientro distruggeremo tutti i tunnel

Ansia, mista a dolore e speranza - e organizzazione della dinamica ancora in corso - per il rilascio degli israeliani rapiti e ad oggi nelle mani dei miliziani palestinesi. Tra loro anche il fidanzato di Noa Argamani, volto simbolo del massacro e dei sequestri di massa del Nova Festival

Cronaca - di Redazione - 12 Ottobre 2025 alle 12:50

All’atteso momento del rilascio degli ostaggi ancora prigionieri di Hamas mancano poche ore su cui resta intanto un’incognita: l’orario preciso del rilascio dei rimanenti 20 ostaggi vivi (su 48) ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, e la dinamica del loro trasferimento coordinato dalla Croce rossa internazionale. Quello che sembra ormai certo, è che l’attuazione della prima fase del piano è attesa per domani mattina e non nella notte tra domenica e lunedì. Con tanto di annuncio drammaticamente solenne arrivato da parte di Israele: dopo il loro ritorno distruggeremo tutti i tunnel di Gaza.

Al via da domani la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas

Secondo il primo punto dell’accordo fra Hamas e Israele per la tregua a Gaza, gli ostaggi devono essere rilasciati entro le 12.30 di lunedì (ora locale). «Ma a Israele non sono chiari tutti i dettagli sui tempi», ha spiegato nel frattempo una fonte, precisando che l’incertezza scaturisce dai preparativi logistici da parte di Hamas e non da uno slittamento intenzionale. Sarà solo poche ore prima dell’effettivo rilascio che si potrà quindi stabilire l’ora precisa.

Organizzazione e dinamica del rilascio in fieri

Dunque, si va per ipotesi: gli ostaggi saranno portati via o tutti insieme, dopo che saranno stati riuniti in un unico punto della Striscia – come sembra preferire Hamas in questo momento –. O con trasferimenti multipli simultanei da ognuno dei punti in cui saranno rilasciati. Quel che è certo, sin da ora, è che «in base all’accordo firmato, lo scambio di prigionieri inizierà lunedì mattina come concordato. E non ci sono nuovi sviluppi al riguardo», ha dichiarato Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas, in un’intervista all’Afp.

A quel punto, dopo il ritorno dei prigionieri da Gaza, Israele procederà quindi al rilascio di circa 2.000 detenuti palestinesi dalle sue prigioni, secondo i termini della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco firmato dalle due parti con la mediazione degli Stati Uniti.

Il ritorno delle spoglie di chi non si è salvato…

E mentre il team internazionale incaricato di localizzare i corpi degli ostaggi che non si sono salvati inizierà il suo lavoro dopo il rilascio dei rapiti ancora in vita,  «Chiediamo, ci aspettiamo e stiamo lavorando per garantire uno sforzo al 100% da parte di Hamas, con l’assistenza della forza internazionale, per adempiere al compito e riportare tutti i rapiti deceduti sul suolo israeliano», fanno sapere da Tel Aviv, vediamo chi sono gli ostaggi ancora in vita che dovrebbero rientrare a partire da domani.

Sono 20, su 48, ancora i prigionieri nella Striscia di Gaza. Gli ostaggi israeliani che si ritiene siano ancora in vita, come confermato anche dal premier Benjamin Netanyahu. E che, insieme a quelli deceduti, saranno restituiti in Israele a partire da 24 ore a questa parte, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas sul piano di pace elaborato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Ecco chi sono gli ultimi 20 ostaggi israeliani presumibilmente vivi

1) Il Sottufficiale Matan Angrest, 22 anni, è stato catturato a bordo del suo carro armato ai margini della Striscia di Gaza dopo aver tentato di impedire l’infiltrazione di commando di Hamas vicino alla base di Nahal Oz. Gli altri tre membri dell’equipaggio del carro armato sono stati uccisi, e i corpi di due di loro sono a Gaza. In un video diffuso dalla sua famiglia nell’aprile 2025 si vede il momento in cui viene prelevato dal suo carro armato e linciato. Gali e Ziv Berman, 28 anni invece, sono gemelli e sono stati rapiti nel quartiere giovanile del kibbutz Kfar Aza, incendiato dai commando di Hamas. I due fratelli lavoravano insieme in ambito musicale. I genitori e il fratello maggiore sono sopravvissuti all’attacco.

Ostaggi di Hamas ancora in vita, un lungo (drammatico) elenco

Anche Elkana Bohbot, 36 anni è nell’elenco. Era uno dei produttori del Nova Festival, insieme ai suoi amici Michael e Osher Waknin, uccisi il 7 ottobre insieme a quasi 370 persone che partecipavano all’evento. Un video lo ritrae ammanettato e ferito al volto mentre viene portato via dai suoi rapitori. È sposato con una donna israeliana di origine colombiana, Rebecca Gonzalez. Padre di un figlio, viveva a Mevasseret Tzion, vicino a Gerusalemme. Il presidente colombiano Gustavo Petro gli ha concesso la cittadinanza colombiana nel novembre 2023. Sua moglie a metà febbraio ha ricevuto una “prova di vita” da Ohad Ben Ami, un ex ostaggio rilasciato l’8 febbraio e trattenuto insieme al marito. A maggio è apparso in un video diffuso da Hamas, insieme a un altro ostaggio, Yossef-Haim Ohana.

Le storie di chi è riuscito a resistere

E ancora. Rom Braslavski, 21 anni, originario di Gerusalemme e anche cittadino tedesco, si occupava della sicurezza al Festival Nova. I sopravvissuti hanno raccontato che è rimasto sul posto per aiutare numerosi partecipanti alla kermesse durante l’attacco, rimanendo ferito a entrambe le mani durante l’attacco. Nell’agosto scorso la Jihad Islamica ha pubblicato un video che mostra Braslavski parlare sotto costrizione, molto debole ed emaciato.

Mentre il soldato Nimrod Cohen, 21 anni, era di stanza il 7 ottobre 2023 vicino al kibbutz di Nahal Oz con la sua unità di veicoli blindati. È stato tirato fuori dal suo carro armato, che era in panne, dai miliziani insieme ad altri tre membri dell’equipaggio, secondo i video diffusi da Hamas. I suoi tre compagni di unità, Omer Neutra, Oz Daniel e Shaked Dahan, sono morti il ​​7 ottobre. E i loro corpi sono stati portati a Gaza. Nimrod Cohen è di Rehovot, a sud di Tel Aviv. I suoi genitori, Yehouda e Viki Cohen, partecipano a tutte le manifestazioni con cartelli e foto che chiedono il rilascio degli ostaggi.

Figli, fratelli, coniugi e fidanzati strappati alla loro vita: ecco chi sono gli ostaggi sopravvissuti

Una lista drammatica che sembra interminabile, in cui figurano anche David e Ariel Cunio, 35 e 28 anni: due fratelli israelo-argentini rapiti insieme alla loro famiglia allargata mentre si nascondevano nella stanza di sicurezza nel kibbutz Nir Oz. Per liberarli, gli aggressori hanno appiccato il fuoco alla casa. La loro era la famiglia con il maggior numero di ostaggi, otto. Sharon Aloni Cunio, 34 anni, moglie di David Cunio, e le loro figlie gemelle di tre anni, così come Danielle Aloni, 44 anni, sorella di Sharon Aloni Cunio, e la figlia di cinque anni, sono state rilasciate durante la tregua del novembre 2023. La fidanzata di Ariel Cunio, Arbel Yehoud, 28 anni, è stata rilasciata il 30 gennaio. Il regista israeliano Tom Shoval ha presentato il film Lettera a David alla Berlinale a febbraio, un omaggio a David Cunio.

Gli ostaggi di Hamas, e la loro vita prima del rapimento e della guerra

E poi, Evyatar David, 24 anni, rapito al Nova Festival con il suo amico d’infanzia Guy Gilboa Dalal, che si presume sia ancora vivo nella Striscia di Gaza. La sua famiglia è di Kfar Saba, nel centro di Israele. Appassionato di musica, stava lavorando in un bar per raccogliere soldi per un viaggio in Thailandia. Nell’agosto 2025 Hamas ha pubblicato un video che mostrava Evyatar David gravemente malnutrito e visibilmente indebolito.

Ostaggi di Hamas, tra video e propaganda, le immagini del dramma

Ma anche Guy Gilboa Dalal, 24 anni, che stava partecipando al suo primo rave party con tre amici quando è stato rapito al festival Nova. La sua famiglia ha saputo del sequestro dopo aver visto un video di lui e del suo migliore amico, Evyatar David, legati in un tunnel a Gaza. Guy Gilboa Dalal ed Evyatar David sono stati visti in un video di Hamas a febbraio, mentre assistevano a una delle cerimonie di rilascio degli ostaggi a Gaza prima di essere chiusi in macchina, implorando di essere rilasciati. Appare in un video di Hamas il 5 settembre. Viene filmato con un altro ostaggio, Alon Ohel, in un tunnel.

Maxim Herkin, invece, 37enne, è un russo-israeliano che vive a Tirat Carmel, nel nord di Israele, ed è padre di una bambina di cinque anni che vive con la madre in Russia. È immigrato con la madre dall’Ucraina. Nella primavera del 2025, il braccio armato di Hamas ha pubblicato un video in cui Herkin appare sdraiato, con la testa e il braccio sinistro coperti da bende con macchie marroni.

Giovani, lavoratori, amici e tutti sopravvissuti alla barbarie

E ancora e ancora. Eitan Horn, 39 anni, sequestrato dalla casa del fratello maggiore Yair Horn nel kibbutz Nir Oz. Anche lui rapito il 7 ottobre, il fratello diabetico è stato rilasciato nel febbraio 2025. Prima del rilascio del fratello maggiore, i due fratelli erano stati tenuti prigionieri insieme. La famiglia Horn era emigrata dall’Argentina anni prima. Educatore, Eitan Horn ha lavorato a lungo con diversi movimenti giovanili, per i quali ha prestato servizio in Perù.

Mentre Segev Kalfon, 27 anni, viveva a Dimona (sud), e lavorava con il padre nel panificio di famiglia ad Arad, nel deserto del Negev. È stato rapito dal festival Nova, mentre si nascondeva in un cespuglio lungo la Route 232, che collega i kibbutz al confine con Gaza. Racconto che ha reso un suo amico. Uno degli ostaggi rilasciati a febbraio, che ha raccontato di essere stato tenuto prigioniero con lui per un certo periodo.

Si spera in procinto di tornare anche Bar Kuperstein, 23 anni, che prima di essere rapito al Festival Nova ha salvato i partecipanti al festival che erano stati colpiti. Medico dell’esercito, non era in servizio quel giorno, ma faceva parte dello staff dell’evento. Alcuni video lo mostrano legato poco dopo il suo rapimento. È di Holon, vicino a Tel Aviv. Suo padre, Tal Kuperstein, paramedico volontario, è rimasto disabile a seguito di un incidente.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Redazione - 12 Ottobre 2025