
Medio Oriente
Gaza, Hamas consegna altri quattro corpi: Israele riapre Rafah. Netanyahu: «Rispettino l’accordo o sarà l’inferno»
Le salme di altri quattro ostaggi sono attese per oggi. Il primo ministro israeliano ricorda che i patti prevedono anche il disarmo dell'organizzazione: «Non scenderemo a compromessi su questo punto e non risparmieremo alcuno sforzo finché non restituiremo tutti i nostri morti»
Israele ha cancellato le sanzioni previste per Gaza, dopo che Hamas ha riconsegnato le salme di altri quattro ostaggi morti. Le misure erano state annunciate martedì, visto che i jihaditi avevano inizialmente restituito solo i resti di altri quattro dei 28 prigionieri detenuti nella Striscia. Le sanzioni prevedevano la limitazione degli aiuti umanitari e la chiusura del valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l’Egitto. Inoltre, secondo il Times of Israel, Hamas ha informato i mediatori che oggi avverrà la riconsegna di altri quattro corpi.
Netanyahu a Hamas: «Si disarmi o sarà l’inferno»
Benjamin Netanyahu ha avvertito che «Hamas è tenuta a rispettare i suoi impegni con i mediatori e a restituire (i rapiti) come parte dell’attuazione dell’accordo. Non scenderemo a compromessi su questo punto e non risparmieremo alcuno sforzo finché non restituiremo tutti gli ostaggi caduti, fino all’ultimo». «Si disarmi o sarà l’inferno», ha poi ribadito nel corso di un’intervista alla tv statunitense Cbs, spiegando che Israele «ha scelto di dare una possibilità alla pace perché il piano del presidente Trump è stato molto chiaro e non prevede solo il rilascio degli ostaggi, ma anche la demilitarizzazione della Striscia di Gaza e il disarmo di Hamas».
Israele ha annullato le sanzioni dopo la riconsegna di 4 salme da Hamas
Nel frattempo, due delle quattro salme consegnate ieri da Hamas sono state identificate: sono quelle del soldato Tamir Nimrodi, sequestrato dalla base del valico di Erez il 7 ottobre del 2023, a 19 anni, e Uriel Baruch, 35 anni, rapito al festival Nova. Il primo, secondo la famiglia , “è stato rapito crudelmente dalla base in cui prestava servizio e ucciso da un bombardamento dell’Idf mentre era sequestrato”.
Diversa la storia di Uriel, che si trovava al rave per festeggiare insieme all’amico Michael Yoav. Nonostante fossero entrambi riusciti a fuggire a bordo di un auto, una cellula di Hamas è riuscita ad intercettarli al Mafalsim Junction. I jihadisti hanno aperto il fuoco sulla vettura, uccidendo Michael e Uriel. Le immagini dell’attacco mostrano il primo ragazzo senza vita nell’auto e il secondo steso a terra fuori dalla macchina. Inizialmente, la famiglia di Uriel era stata informato del fatto che il ragazzo fosse stato trasferito a Gaza. Successivamente, a marzo dello scorso anno, nuovi elementi di intelligence avevano spiegato che il giovane era stato ucciso il 7 ottobre e che il suo corpo già privo di vita era stato portato nella Striscia.
Una delle salme potrebbe non essere israeliana
La terza salma restituita dai terroristi palestinesi al tassista 53enne Eitan Levy, di Bat Yam. L’uomo era stato considerato come disperso per 40 giorni dopo il 7 ottobre, prima di essere riconosciuto come ostaggio. Dopo 62 giorni, l’Idf ha informato la famiglia che probabilmente l’uomo fosse stato ucciso e che la salma si trovasse a Gaza. Nel giorno degli attacchi, Levy aveva lasciato un cliente al kibbutz di Beeri poco dopo le sette del mattino. Quando ha visto i razzi di Hamas ha chiamato il figlio, che ha sentito i terroristi arrivare e aprire il fuoco prima che la chiamata fosse chiusa. La quarta salma, invece, secondo i primi esami effettuati da Israele potrebbe non appartenere a un ostaggio.