Talento italiano
Felici e vincenti: Mattia e Moise, accomunati dall’attitudine a non mollare mai, fino all’ultimo minuto
A volte, per regalare un’emozione ai propri tifosi, basta semplicemente evitare la sconfitta. Lo sanno bene Mattia Felici del Cagliari e Moise Kean della Fiorentina, che nelle gare di domenica 26 ottobre hanno segnato allo scadere, consentendo alle rispettive franchigie di guadagnare un punto prezioso in Serie A. Li accomuna la versatilità nei rispettivi ruoli, visto che entrambi giocano come attaccanti, ma possono ricoprire anche ruoli esterni o seconde punte. Dopo la partita Felici ha spiegato di essere “contento per il punto e per il gol”. Una grande emozione visto che il suo compagno di squadra e portiere Elia Caprile “non mi sgrida più perché non segno”. Insomma, per lui è una rivincita.
Quanto a Kean, il suo ruolo nella Fiorentina adesso è fondamentale, visto che con la Nazionale sta facendo bene i vista delle qualificazioni ai mondiali. Peraltro, i Gigliati stanno affrontando un periodo di crisi non indifferente: sono 18esimi in classifica, anche se bisogna tener conto della fase embrionale del campionato. Già in passato, Moise aveva affermato che “la Fiorentina è riuscita a tirare fuori il meglio di me, mi ha offerto un grandissimo aiuto”. Sia lui che Felici hanno dimostrato di essere pronti a sacrificarsi per la squadra, mettendo al primo posto la fiducia di chi ha creduto in loro. Si cela molto più di quanto sembri sui 2 a 2 gemelli, tra Cagliari-Hellas Verona e Fiorentina-Bologna
Felici e Kean: due calciatori che vengono dalla strada e sono in cerca di rivalsa
Moise Kean è cresciuto a Vercelli, dove giocava a pallone per strada con i suoi coetanei. A soli 16 anni e 9 mesi ha avuto la possibilità di debuttare in serie A con la maglia della Juventus. Nonostante il successo, non ha dimenticato da dove viene come ha sottolineato in un intervista a Gq: “Da piccolo io stavo per la maggior parte del tempo in strada: una cosa che ti forma, che ti insegna tanto. E poi la nostra situazione familiare non era affatto facile, così ho capito subito che dovevo crescere il prima possibile, il più in fretta possibile”.
Anche Mattia Felici, romano di San Lorenzo, ha una storia molto simile a quella del suo collega che veste la maglia viola. “Non voleva mai tornare a casa, fino all’ora di cena stava in giro a giocare a pallone”, ha raccontato la mamma Fabiana Laci a Roma Today, aggiungendo che “se non andava al campo dell’oratorio, stava nel cortile sotto casa. Con qualsiasi tempo, anche sotto al sole”. Prima di approdare al Cagliari ha affrontato una lunga gavetta, debuttando con il Lecce, Palermo, Triestina e Feralpisalò. Per lui e Kean giocare in Serie A è una vittoria assoluta, che li ha premiati dopo tutti gli sforzi fatti per arrivare sulla cima della professione calcistica.