Gli allarmisti rossi
Corteo della Cgil a Roma, Landini sfila con Bonelli e Fratoianni contro Meloni e annuncia scioperi a oltranza
“È in atto una campagna esplicita contro la Cgil, siamo descritti come quelli che non fanno sindacato, che vogliono fare politica. Ma questa piazza dimostra come fa sindacato la Cgil, difendendo le persone, rilanciando un’altra idea di paese”. Queste la parole del segretario della Cgil Maurizio Landini dal palco di piazza San Giovanni, che ha radunato politici e sindacalisti sotto il titolo “Democrazia al lavoro”. Prima spavaldamente richiamava alla pericolosa “rivolta sociale”, ma oggi le sue parole sembrano quasi passive e accusatorie verso chi ha scelto di non appoggiarlo. La manifestazione è partita da piazza della Repubblica a Roma e ha raggiunto San Giovanni, dove sono iniziati gli interventi degli ospiti, tra cui Sigfrido Ranucci. Si tratta dell’ennesima scampagnata progressista per sottolineare il dissenso al governo Meloni, eletto dal popolo e in crescita anche nei sondaggi.
“È chiaro che la manovra di Meloni non corrisponde a nessuno dei bisogni della maggioranza dei cittadini, investe solo un sacco di soldi in armi e questa manifestazione è qui per ricordarglielo”, ha affermato il deputato di Avs Nicola Fratoianni, che evidentemente non ha letto il contenuto della legge di bilancio. Non a caso, per il prossimo triennio sono stati stanziati circa 3,5 miliardi per la famiglia, il contrasto alla povertà e la revisione Isee. Ma dietro l’angolo ci sono nuovi scioperi, come se fosse un rito da consumare a prescindere. Gli organizzatori della manifestazione affermano che al presidio hanno partecipato 200mila persone, ma secondo quanto trapelato dalla questura di Roma, i presenti erano 50mila.
Gli sproloqui del segretario della Cgil sulla legge di bilancio e la sofferenza per la crescita di FdI
Possibili scioperi contro la manovra? “Non escludiamo nulla”, dichiara il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Oggi vogliamo dimostrare che c’è una parte molto importante di questo paese che scende in piazza e chiede cambiamenti – spiega – se non saremo ascoltati e non sarà modificata radicalmente una legge che consideriamo sbagliata, valuteremo e non escludiamo assolutamente nulla. Di sicuro non finisce qui la nostra mobilitazione, se le cose non cambiano”.
“Non c’è proprio niente da festeggiare”, ha aggiunto il segretario della Cgil Maurizio Landini, commentando i festeggiamenti di FdI per i tre anni di governo all’hotel Parco dei Principi di Roma. Forse è arrabbiato perchè non è riuscito a mettersi in lista, o magari non sa più quali scusanti adottare per giustificare le adunate rosse. Quanto all’invito e all’intervento di Sigfrido Ranucci, Landini ha sottolineato che “siamo di fronte a un attacco alla libertà di stampa, alla libertà di lavorare, alla magistratura, non è un caso che noi la nostra manifestazione l’abbiamo chiamata ‘democrazia al lavoro’ perché pensiamo che c’è una crisi della democrazia e la democrazia si difende praticandola”.
Manifestazione della Cgil a Roma: tutti gli scivoloni dei sindacalisti e dei dem
Anche il Pd ha partecipato alla manifestazione della Cgil, con una delegazione di cui hanno fatto parte Marta Bonafoni, Andrea Casu, Annalisa Corrado, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Arturo Scotto e Nicola Zingaretti. E pure loro, sulle note di “Bella ciao”, hanno raggiunto piazza San Giovanni per assistere agli interventi sul pericolo dell’eversione antidemocratica. Mancava il bis dopo il discorso di Elly Schlein ad Amsterdam, che con la scusa di attaccare la destra ha svilito il nostro Paese parlando di estremismo. A evidenziare il presunto rischio di eversione stavolta è stato Luc Triangle, segretario generale belga dell’Ituc: “Sono qui anche per difendere la democrazia che è sotto attacco, non solo in Italia ma nel mondo”. Ci mancavano i pizzardoni che vengono a darci lezioni e a diffondere allarmismi dal resto d’Europa: ecco l’effetto delle parole di Schlein.
Le frasi assurde di Landini e Bonelli
“È una bellissima giornata, una grandissima manifestazione e voglio ringraziare tutti quelli che hanno scelto di essere qui”, ha sottolineato Landini. Strano che sia così felice, prima aveva detto che non c’era nulla da festeggiare, forse ha cambiato idea. “Non ci fermeremo e andremo avanti insieme finché non si cambierà questa manovra sbagliata”, ha aggiunto il segretario della Cgil, senza precisare alcuna criticità. Invece di parlare del lavoro, preferisce occuparsi delle tematiche politiche: sembra il leader di un partito. A dargli manforte è arrivato anche il deputato dei Verdi Angelo Bonelli: “C’è un’Italia che dice stop alle bugie di Giorgia Meloni, un Paese dove la povertà assoluta aumenta, la pressione fiscale ha raggiunto i massimi storici e dove il trasporto pubblico è stato tagliato per finanziare il Ponte sullo stretto e l’acquisto delle armi. A questo noi diciamo no”.
Le spara un po’ tutte il pasdaran degli ambientalisti, senza ricordare che i redditi degli italiani hanno superato Francia, Spagna e Inghilterra. Peraltro, il tasso di occupazione ha raggiunto il 62,6% con il valore più alto di sempre, mentre la disoccupazione è scesa al 6%, ai minimi dal 2007. A quanto pare, Bonelli non riesce a comprendere che senza le spese per la difesa non sarebbe minimamente possibile garantire la sicurezza alle manifestazioni. Ritorna in auge anche l’argomento del Ponte sullo stretto, visto che ormai le grandi opere sono diventate le nemesi della sinistra. Comunque sia, bisognerebbe ricordargli che anche il viadotto tra la Sicilia e la Calabria è un’infrastruttura pubblica, che guardacaso dovrebbe garantire proprio il trasporto pubblico e privato.
Ranucci: “L’informazione spiega perchè accadono certe cose”
“L’informazione spiega i motivi del perché accadono certe cose. Significa svelare quello che accade nella zona d’ombra dove si soffoca la democrazia”, ha spiegato il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, dal palco della Cgil. Poi ha aggiunto: “Significa raccontare perché 30 giornalisti sono rimasti uccisi dopo avere raccontato terrorismo nero e rosso, i conflitti e la criminalità organizzata. Significa spiegare perché 270 giornalisti vivono sotto tutela e perché 26 sono sotto scorta”. Ha persino ribadito quanto sia necessario “continuare a combattere perché ci sia la libertà di stampa e combattere contro le leggi che vogliono metterci il bavaglio, perché significa impedire alla popolazione di essere informata e di fare le scelte consapevolmente”. Non si capisce di quali leggi stia parlando esattamente, visto che la libertà di stampa è garantita dall’articolo 21 della costituzione italiana.
Ci mancava la flotilla…
La portavoce della delegazione italiana della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia, si è esibita in uno sproloquio sul conflitto tra Israele e Hamas: “Come è stata armata Israele? Sono tre i paesi che forniscono quasi tutte le armi: Stati Uniti, Germania e Italia. Come gliele forniamo? Facendo degli investimenti che ad oggi rappresentano più di 30 miliardi di euro”. In realtà, l’Italia ha smesso di concedere l’esportazione degli armamenti verso Israele sin dal 7 ottobre 2023, dunque la polemica in questo caso non sussiste.
Ma lei non si arrende e prosegue: “L’economia di guerra sia alla base di ogni problema di questo Paese: inflazione, blocco dei salari, sanità e scuola”. L’Italia sopravvive grazie a molte cose, ma non grazie ai conflitti o al commercio d’armi. Altrimenti non ci sarebbe stato alcun bisogno di aderire al piano Rearm Eu. Sono i contribuenti che mandano avanti il nostro sistema economico, ma c’è chi è disposto a tutto pur di infangare la destra. Per Delia, i cittadini devono aver ben “chiaro il futuro, in cui il welfare sarà eroso sempre di più perché dobbiamo indebitarci per riproporre il modello israeliano e statunitense”. Lei, invece, dovrebbe studiare la storia, magari partendo anche da quella recente. E anche un po’ di Geografia politica non le farebbe male, visto che l’Italia differisce dagli Stati Uniti e da Israele su moltissimi aspetti.