Picchetto ostile
Bologna, Lisei minacciato dai Collettivi: slogan e grida per impedirgli di parlare al liceo. Il senatore: “Schlein e Lepore conniventi”
Gli attivisti Osa cercano di impedire di parlare al senatore di FdI, chiamato in veste di relatore a un incontro in un liceo bolognese e poi rivendicano propagandisticamente il "mezzo" successo del picchetto ostile. Ma le cose non stanno così: e l'ospite mal accolto smonta farsa e propaganda virulente
Ci risiamo: il copione è sempre lo stesso, ed è quello che mette in scena l’ennesima dimostrazione della violenza militante, dell’acrimonia verbale e della farsa propagandistica che vede tornare sotto i riflettori i “Collettivi” dell’Opposizione studentesca alternativa (Osa) che martedì mattina, al liceo classico Marco Minghetti di Bologna, hanno organizzato un picchetto ostile per impedire al senatore di Fratelli d’Italia, Marco Lisei – che presiede anche la commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid – invitato a un dibattito studentesco sul ruolo dell’Italia nei conflitti internazionali, di parlare. Anzi, proprio di accedere al tavolo dove era ospite in qualità di relatore.
Picchetto ostile dei Collettivi contro Lisei in un liceo di Bologna
Democratici e demagogici, come nel loro stile, hanno provato anche a rivendersi sui social una ricostruzione di parte della protesta andata in fumo – nonostante la virulenza dell’invettiva – rivendicando di aver bloccato l’accesso principale all’esponente di FdI, e millantando di aver costretto Lisei ad entrare scortato, tra gli slogan – questi effettivamente inscenati – e gli striscioni che gridavano inequivocabilmente: «Fuori i fascisti e i sionisti dalle scuole». Ebbene oggi, in un’intervista a Libero in edicola, il senatore ha duramente replicato alla narrazione trionfale di Osa, che sui social aveva parlato di «senatore fascista costretto a scappare dal confronto». Ma è andata davvero così?
Il senatore smonta la narrazione “trionfale” di Osa
«Capisco che non essendo andate le cose come volevano, debbano adesso fare una propaganda falsa.
Del resto stanno ancora raccontando che l’Italia vende le armi a Israele, ad esempio… Ma la verità sta altrove», replica con schiettezza il senatore. E spiega nel dettaglio: «Sono entrato scortato e per senso di responsabilità verso le Forze dell’ordine ho evitato l’ingresso principale perché lì mi avrebbero certamente impedito l’ingresso. Questo è grave e fa capire chi sono i veri fascisti».
Slogan e striscioni dei soliti sedicenti “democratici” e pacifinti
Insomma, nonostante il clima di tensione, Lisei ha confermato di aver tenuto il suo intervento, e per tutto il tempo stabilito in precedenza, in ottemperanza con altri impegni della giornata: «Hanno provato a dissuadermi urlando contro di me e Giorgia Meloni. Ma sono entrato e ho parlato». Precisando pertanto, contestualmente, che la sua uscita dopo un’ora era prevista e concordata con gli studenti organizzatori per impegni a Roma, e non una «fuga» come sostenuto da Osa. Nono solo: ha anche ribadito la sua disponibilità a tornare, forte degli «anticorpi» della destra bolognese rispetto a chi vuole impedire il dibattito: «Sono disponibile a tornare a parlare con gli studenti anche per ore»…
E Lisei punta il dito contro Schlein e Lepore: il silenzio dei conniventi
Anticorpi maturati anche alla luce di un confronto politico con gli avversari che siedono nelle Aule che, quando non si lanciano in spot propagandistici in prima persona, acconsentono con eloquenti silenzi ai virulenti attacchi dei militanti in azione nelle piazze, in licei e università. Non a caso, allora, nell’intervista Lisei punta il dito contro le amministrazioni locali e l’opposizione nazionale, tracciando un quadro di connivenza politica con le frange estremiste.
E a precisa domanda: «Pensa che il sindaco della città, Matteo Lepore del Pd, abbia responsabilità per quanto sta accadendo a Bologna, dove occupazioni e manifestazioni pro-Pal, anche violente, si susseguono?», il senatore FdI risponde con fermezza che «a Bologna esponenti dei Collettivi siedono in Consiglio comunale. E a volte sfilano in mezzo a quelli che un minuto dopo insultano e aggrediscono le Forze dell’ordine. A loro sono state assegnate sedi, e le loro associazioni ricevono soldi dal Comune. La linea di Lepore è, se possibile, ancora più estremista di quella di Elly Schlein».
«L’attuale linea del Pd e dell’opposizione è di totale connivenza con l’estrema sinistra»
E se non fosse ancora tutto abbastanza chiaro, sollecitato sul “ruolo silenzioso della segretaria Pd (e dell’opposizione in generale), Marco Lisei afferma lapidario: «Le dichiarazioni pubbliche di Schlein e di molti esponenti della sinistra alimentano le piazze. Alimentano la convinzione che ci sia un governo estremista e autoritario. È ridicolo che la sinistra si sorprenda se qualcuno li prende alla lettera e scende in piazza rendendosi protagonista di danni e violenze. Poi, certamente, di fronte agli episodi di violenza c’è sempre qualche dichiarazione per salvare un minimo la faccia, però…». Con una chiosa sul punto che assesta l’ultima conferma netta: «L’attuale linea del Pd e dell’opposizione è di totale connivenza con l’estrema sinistra».
E intanto dal Pd non una parola di dissociazione o solidarietà per Lisei…
Intanto, mentre i collettivi “Osa” promettono nuove azioni: «Non è finita qui», tanto per proseguire sulla linea del silenzio “connivente” (e implicitamente assertivo), mentre il senatore esprime grande preoccupazione per il futuro, definendo i Collettivi “pericolosi” – in quanto «adulti che vanno nelle scuole a reclutare ragazzi giovanissimi» per indottrinarli all’odio e all’ideologia, insegnando che non deve esserci confronto, ma solo «piazza, protesta e violenza» – dalla sinistra parlamentare e al vertice dell’amministrazione locale, sull’increscioso episodio di martedì mattina al liceo bolognese tutto tace. Non una parola per esprimere solidarietà a Lisei. Non un accenno di dissociazione dai facinorosi in servizio effettivo e permanente…