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Beatrice Venezi: “colpevole” per la sinistra di essere donna…non allineata

Il caso

Beatrice Venezi: “colpevole” per la sinistra di essere donna…non allineata

Il "direttore d'orchestra", che non ha mai fatto mistero delle sue idee di destra, continua a pagare il conto delle sue dichiarazioni che le hanno fatto guadagnare un posto nella schiera delle donne a cui tutto si può fare e di cui tutto si può dire, perché invise a certa sinistra

Società - di Dalila Di Dio - 5 Ottobre 2025 alle 07:00

“Non è all’altezza di un incarico di quel genere…la gestualità è rudimentale, non è matura…Ci sono situazioni in cui il gesto non è ancora maturo ma si vede talento: in lei, non lo vedo…dovrebbe fare un passo indietro”: le durissime parole di Fabio Lusi, direttore d’orchestra, pronunciate all’indirizzo di una giovane collega, normalmente avrebbero sollevato un polverone e dato il via a una chiamata alle armi senza precedenti delle femministe dell’italica penisola e non solo. Come si permette costui di dire che una donna dovrebbe fare un passo indietro? Chi è per giudicare il talento di una donna? Sia punito, sia bandito, si dimetta!

Per sua fortuna, però, Lusi ha scelto bene il bersaglio e preso ancor meglio la mira: di Beatrice Venezi si può dire tutto il peggio impunemente. Anzi, a farlo forse ci si guadagna pure. Perché? Per comprenderlo dobbiamo fare un passo indietro. Era il marzo 2021 e dal più importante dei palcoscenici italiani, quello del Festival di Sanremo, Venezi parlava così: “Per me quello che conta è il talento e la preparazione con cui si svolge un determinato lavoro. Le professioni hanno un nome preciso e nel mio caso è ‘direttore’ d’orchestra. Che il direttore fosse consapevole di essersi attaccata alla schiena un bersaglio era evidente dalla chiosa: “Mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo”. E Venezi, che non ha mai fatto mistero delle sue idee di destra, a distanza di quattro anni continua a pagare il conto di quelle dichiarazioni e di tutte quelle che sono seguite, che le hanno fatto guadagnare un posto nella schiera delle donne a cui tutto si può fare e di cui tutto si può dire, perché invise a certa sinistra.

Per rientrare nella categoria non serve essere di destra, basta rifiutarsi di abbracciare senza se e senza ma tutti i dettami del transfemminismo, del politicamente corretto, del woke, per diventare sacrificabili. Qualche esempio? La scrittrice J.K. Rowling, minacciata di morte e ostracizzata dall’ambiente dello spettacolo per la sua difesa degli spazi riservati alle donne nel pieno della follia transfemminista, Marina Terragni, storica femminista, invisa alla sinistra (che ne ha osteggiato persino la nomina a Garante per l’infanzia e l’adolescenza) per la sua contrarietà a quel mostro giuridico chiamato DDL Zan e che dire di Arcilesbica, accusata di transfobia solo per aver affermato che donna è una persona che nasce tale?

Per costoro nessuna levata di scudi, nessuna difesa a oltranza, nessuna solidarietà femminile: il primato della donna, compulsivamente (e ridicolmente) affermato dalle femministe di sinistra, va difeso solo e fintantoché la donna in questione sia perfettamente allineata, irreggimentata, disposta a rimanere nel perimetro. Chi da quel perimetro è fuori, non merita copertura: così, se sei una femminista che difende davvero le donne, la sinistra rimarrà indifferente anche se qualcuno minaccia di ucciderti, perché “sei transfobica, quindi un po’ te lo meriti” (vi ricorda qualcosa?); se sei di destra, poi, è probabile che siano proprio le tue “sorellastre” a brandire la scure contro di te.

Raccomandata! Incapace! Inadatta! Qualora, invece, tu fossi di sinistra e volessi fare la Ministra dell’istruzione con il triennio delle magistrali, o fossi una Ministra dei trasporti, così competente da pensare di fermare i contagi da covid trasformando con decreto i compagni di scuola in congiunti, nessun problema: nessuno penserà ai tuoi titoli, alle tue competenze e certamente nessuno si permetterà di definirti rudimentale. Non basta, quindi, essere donna. Devi appartenere alla schiera giusta: allora beneficerai del bonus “è brava perché è femmina”.

Per tutte le altre, Venezi inclusa, la gogna è meritata, perché il tuo essere di destra prevarrà sul tuo essere donna, anzi ti renderà peggiore persino de peggiore degli uomini, perché sarai una donna retrograda, vittima inconsapevole del patriarcato, connivente col nemico e nemica delle altre donne. La tua persona, la tua carriera, i tuoi titoli, i tuoi meriti, ogni cosa sarà messa in discussione e se otterrai qualcosa sarà sempre e solo perché qualcuno ha deciso di beneficiarti, nonostante la tua evidente inadeguatezza.

Tombale, sulla questione, il Maestro Beppe Vessicchio, intervistato sul polverone Venezi: “Ne parlavano tutti bene prima che dicesse per chi votava”. Strano.

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di Dalila Di Dio - 5 Ottobre 2025