
La dirigente di FdI
Arianna Meloni, il bilancio di tre anni di governo: “Il Paese ora è credibile, la sinistra si è persa. Noi difendiamo la libertà, non gli slogan”
La responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia rivendica risultati economici e ruolo internazionale dell’Italia: «Siamo un modello di stabilità. Per noi, la politica è una cosa seria»
A tre anni dal giuramento dell’esecutivo, Arianna Meloni parla al Foglio: «Abbiamo rimesso in ordine i conti e difeso la libertà». Per responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, le critiche dell’opposizione non scalfiscono un dato: il Paese è tornato credibile. «Le principali agenzie di rating ci promuovono e la presidente della Bce Lagarde ci indica come modello».
Estero e politica: la coerenza come linea
Sulle questioni internazionali Meloni non concede attenuanti alla sinistra. «Noi abbiamo sempre mantenuto la stessa posizione su Ucraina e Gaza: sappiamo chi è l’aggressore e chi l’aggredito, e siamo la nazione che ha contribuito maggiormente a inviare aiuti umanitari nella Striscia». Così l’affondo alla sinistra: «In Parlamento assistiamo a un paradosso, la sinistra è diventata più fondamentalista di Hamas». Mentre in Medio Oriente si firmavano accordi di pace, «l’opposizione rifiutava di votare la mozione». Un atteggiamento che, per lei, rivela la distanza tra il senso delle istituzioni e la ricerca di visibilità.
L’attacco all’opposizione e il tema della libertà
Sulle questioni nazionali vale lo stesso. «La sinistra è ormai incapace di distinguere la libertà dall’odio di piazza», afferma. Ricorda poi come Fratelli d’Italia sia scesa in piazza «a sostegno di Ranucci per il vile e schifoso atto intimidatorio, in difesa della libertà di stampa». Dall’altra parte invece «non si è mai in grado di condannare in modo unanime violenti e teppisti, mai una parola di condanna contro chi mette a ferro e fuoco le città, bruciando i fantocci della premier». E aggiunge: «O quando un leader di un sindacato di sinistra si mette a dare della cortigiana a una donna».
Per Meloni, «la politica è una cosa seria».
Europa e credibilità internazionale
L’Europa, un tempo terreno di scontro, è invece oggi per la sorella della premier la prova di un cambio di paradigma: l’Italia è tornata un interlocutore autorevole. Molte proposte italiane «sono state considerate vincenti in Ue», a cominciare dal nuovo approccio ai flussi migratori. I numeri, osserva, parlano chiaro: «Sbarchi giù del 29 per cento, rimpatri su del 52». Il Piano Mattei, sottolinea, è divenuto un punto di riferimento per la cooperazione tra Europa e Africa.
Economia e risultati concreti
Sul fronte economico-sociale, Arianna Meloni parla di un Paese che ha smesso di sprecare risorse e vive di lavoro, non di assistenza. «Abbiamo rimesso i conti in ordine, l’economia è ripartita, l’occupazione è a livelli record, compresa quella femminile».
E lo spread? «Quando questo governo si è insediato il tasso era oltre 200 punti, oggi è stabile attorno agli 80». Lagarde, sottolinea, «ci ha fatto i complimenti per il rigore nei conti e ha appena approvato di investire 17,5 miliardi in più sul fondo sanitario, aumentare lo stipendio degli insegnanti, assumere più personale nelle forze dell’ordine».
Riforma della giustizia e referendum
Poi guarda avanti: tema, referendum sulla giustizia. «Non sarà un test su Giorgia», chiarisce Meloni. «È un’occasione storica per liberare la magistratura dalle correnti politicizzate». Anche parte dell’opposizione, aggiunge, è d’accordo ma non ha il coraggio di ammetterlo pubblicamente. «Così come è d’accordo buona parte dell’Anm. Gli italiani aspettano da decenni».