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L'umanoide da salotto

Altro che Terminator: arriva Yogi, il robot che ti passa il telecomando e ti ascolta meglio del tuo ex

“Crediamo che il modo migliore per introdurre la tecnologia nella vita quotidiana sia costruire macchine che si muovono, rispondono e si connettono in un modo autenticamente umano”, spiega Scott LaValley, Ceo di Cartwheel Robotics

Cronaca - di Alice Carrazza - 26 Ottobre 2025 alle 06:43

Dimenticate i bracci meccanici rigidi da catena di montaggio e le promesse (per ora vacillanti) di Elon Musk. L’umanoide del futuro è morbido, adorabile e ha un nome da orsacchiotto: Yogi. Non si tratta dell’ennesimo concept per fiere tech, ma di un progetto reale — in avanzata fase di sviluppo — pensato per stare con noi sul divano, non nei capannoni industriali.

Un robot per casa, non per le fabbriche

Cartwheel Robotics, giovane ma ambiziosa startup, ha deciso di puntare dove gli altri ancora arrancano: le nostre case. A raccontarlo è Humanoid Global Holdings Corp., che in un aggiornamento recente ha confermato i progressi dell’azienda (che fa parte del suo portafoglio). Il robot — ribattezzato appunto Yogi — sarà costruito in silicone medicale e materiali protettivi, così da essere sicuro e gradevole da toccare. Altro che metallo freddo: qui si punta all’empatia, non alla prestazione.

Cartwheel Robotics sta sviluppando umanoidi progettati per una vera connessione umana”, ha dichiarato Shahab Samimi, Ceo di Humanoid Global. “Enfatizzando fiducia, funzionalità e usabilità, stanno contribuendo a far progredire il settore dalla sperimentazione meccanica verso l’interazione umana pratica”.

In un’epoca in cui anche Alexa ci risponde con toni più dolci, Cartwheel ha colto un trend in piena evoluzione: i robot non devono sembrare robot. Devono somigliare ad amici.

Non solo un assistente, ma quasi un coinquilino

Yogi non è nato per sollevare pesi né per assemblare automobili. Il suo habitat sarà la cucina, il soggiorno, la camera da letto. Potrà passarti le chiavi, ricordarti l’appuntamento dal dentista, riconoscere se sei giù di morale, adattando il tono della voce e i movimenti. Ma sarà anche in grado di “stare con te”, nel senso più moderno del termine: presenza, ascolto, comprensione.

“Crediamo che il modo migliore per introdurre la tecnologia umanoide nella vita quotidiana sia costruire robot che si muovono, rispondono e si connettono in un modo autenticamente umano”, spiega Scott LaValley, Ceo di Cartwheel Robotics. “Yogi viene sviluppato come compagno, progettato per rimanere intuitivo, accessibile e affidabile”.

Il parallelo cinematografico è inevitabile. Se Baymax (di Big Hero 6) è la fonte d’ispirazione dichiarata per l’estetica, Wall-E è lo spirito guida: un robot che non conquista con la forza, ma con la dolcezza. Silenzioso, paziente, affettuoso. Yogi non raccoglierà rifiuti, ma potrebbe portarti un tè se hai la febbre. E magari, tra un aggiornamento software e l’altro, consolarti con uno sguardo empatico.

Mentre Tesla inciampa, Yogi si prepara a debuttare

A rendere tutto questo ancora più interessante è il contesto competitivo. Mentre giganti come Tesla promettevano — senza successo — mille Optimus operativi nelle fabbriche entro fine anno, Cartwheel punta al concreto.

Secondo un’inchiesta di Business Insider, Tesla è alle prese con problemi di fornitura dalla Cina e con un dubbio sempre più pressante: i robot umanoidi sono davvero utili nelle fabbriche? La risposta di Chris Walti, ex capo della robotica di Tesla, è stata tranchant: “Non è una forma utile. La maggior parte del lavoro nell’industria consiste in compiti altamente ripetitivi, in cui la velocità è la chiave”.

Cartwheel invece non vuole ottimizzare i cicli produttivi: vuole essere presente nelle nostre vite, migliorare l’esperienza quotidiana, creare un legame emotivo. Una visione che non sembra più così utopistica, ora che l’azienda si prepara a presentare il primo prototipo a corpo intero al prossimo Humanoids Summit della Silicon Valley, in programma a dicembre.

Il prossimo step? Sanità e ricerca accademica

Ma non finisce qui. Cartwheel ha già avviato discussioni preliminari con una nota istituzione medica nordamericana per testare Yogi in contesti di assistenza sanitaria. E diverse università hanno manifestato interesse per progetti di ricerca sull’interazione uomo-macchina.

Il quartier generale? Si espanderà presto. A gennaio 2026 verrà inaugurato il nuovo stabilimento Oddie, in Nevada, per aumentare la produzione. Il robot sarà alimentato da una batteria modulare sostituibile, per garantire ore di operatività continua, e attuatori ad alta coppia con protezione da sovraccarico, che lo rendono preciso nei gesti.

Un po’ Wall-E, un po’ Baymax, un po’ Alexa con mani e piedi: Yogi è l’ibrido che non sapevamo di volere, ma che — forse — accoglieremo molto prima di quanto immaginiamo.

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di Alice Carrazza - 26 Ottobre 2025