
Morto a Padova
Addio a Roberto Nardacchione, mago della chirurgia ortopedica: operò anche Roberto Baggio
Fu tra quelli che ebbero sotto i ferri il grande campione azzurro. Aveva studiato e ampliato le sue conoscenze anche negli Stati Uniti
È morto a Padova, a 73 anni, Roberto Nardacchione, un grande ortopedico, considerato da tutti il “Re del ginocchio”: tra gli sportivi famosi finiti sotto i suoi ferri, anche Roberto Baggio.
Un grande ortopedico
“Medico stimato e professionista esemplare che ha dedicato con passione e umanità gran parte della sua vita alla nostra struttura e ai suoi pazienti“, scrive su Facebook il Policlinico di Abano in un lungo post di commiato firmato dal gruppo ospedaliero Leonardo, dalla direzione generale e dai colleghi.
Nardacchione, nato a Udine nel 1953, è stato il fondatore dell’Unità Operativa di Chirurgia del Ginocchio, nonché un punto di riferimento per competenza, dedizione ed innovazione. Nel 1977 si è laureato all’Università di Padova in Medicina e Chirurgia. Nella città del Santo ha conseguito la Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia e, successivamente, ha ottenuto la Specializzazione in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso.
Dal 1987 si è dedicato alla chirurgia del ginocchio. Nel 1990, ha frequentato come fellow l’”Alabama Sport’s Medicine Institute” di Birmingham-U.S.A., e fino al 1994 è stato ortopedico ospedaliero.
L’intervento al divin codino
Roberto Baggio fu operato da Roberto Nardacchione alle ginocchia, in uno dei suoi tanti calvari. Non era il suo primo intervento ma Nardacchione effettuò una pulizia che permise al grande campione azzurro di poter nuovamente rientrare in campo.
Il cordoglio per la scomparsa
Il sindaco Valerio Turetta, sulla sua pagina Facebook, ha voluto ricordare il luminare della chirurgia del ginocchio con un lungo post: “Con profonda tristezza ho appreso della scomparsa del professor Roberto Nardacchione, nostro concittadino, medico stimato e professionista esemplare che ha dedicato con passione e umanità gran parte della sua vita ai suoi pazienti – ha scritto -. Il suo impegno, la sua competenza e la sua profonda umanità hanno lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Alla moglie Donatella, ali figli Andrea Valentina e Barbara e ai suoi cari va il mio più sincero e affettuoso pensiero”.