
Aveva 88 anni
Addio a Paolo Bonacelli: nei suoi 120 film personaggi cult come lo zio di ‘Johnny Stecchino’ (video)
Cinema italiano in lutto per la morte di Paolo Bonacelli. L’attore aveva 88 anni, protagonista di una lunghissima carriera che l’ha visto lavorare con grandi protagonisti del nostro cinema come Pierpaolo Pasolini, Francesco Rosi e Roberto Benigni.
Ne dà notizia la moglie Cecilia Zingaro. I suoi tantissimi film vanno da Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, grazie al quale vinse la Targa Mario Gromo, passando per Mauro Bolognini, Francesco Rosi, Michelangelo Antonioni, Massimo Troisi, Liliana Cavani.
Il grande pubblico lo ricorda per alcuni personaggi cult, come Leonardo da Vinci in Non ci resta che piangere di Benigni e Troisi e per il ruolo dello zio d’Agata in Johnny Stecchino dove si lamentava che la piaga di Palermo, era il “traffico”, personaggio per cui vinse anche il Nastro d’argento.
Interprete intenso e versatile, dal teatro d’autore al grande cinema d’autore, fino alla televisione, Bonacelli è morto nella serata di mercoledì 8 ottobre all’ospedale San Filippo Neri di Roma all’età di 88 anni. Attore di profonda intelligenza, Bonacelli amava definirsi un interprete che “non si immedesima”, ma che studia il testo per restituirne il senso, cercando la verità del personaggio all’interno della parola e non nell’emozione personale
Volto noto di numerose commedie e interprete con i più grandi registi italiani e internazionali come Roberto Rossellini (“Anno uno”, 1974), Francesco Rosi (“Cadaveri eccellenti”, 1975, e “Cristo si è fermato a Eboli”, 1979), Pier Paolo Pasolini (“Salò o le 120 giornate di Sodoma”, 1975, dove interpreta il duca di Blangis).
Roberto Benigni, prima, gli affida il ruolo di Leonardo Da Vinci in “Non ci resta che piangere” (1984) e poi gli offre il ruolo dell’aiutante del boss latitante Johnny Stecchino nell’omonimo film del 1991, grazie al quale ottiene il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista. Anche la tv regala a Bonacelli la notorietà con grandi sceneggiati come, tra gli altri, “Madame Bovary” (1978) di Daniele D’Anza; “Festa di Capodanno” (1988) di Piero Schivazappa; “I promessi sposi” (1989) di Salvatore Nocita nel ruolo del padre di Gertrude.
Paolo Bonacelli, una carriera con oltre 120 film
Nato a Civita Castellana (Viterbo) il 28 febbraio 1937, Paolo Bonacelli si era formato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, prima di calcare le scene teatrali con maestri come Vittorio Gassman e Luigi Squarzina. Sul palco, fondò con Carlotta Barilli la Compagnia del Porcospino e si distinse per interpretazioni raffinate, lontane dall’immedesimazione emotiva, frutto di uno studio rigoroso del testo e del personaggio. Il cinema lo rese celebre anche all’estero. Fu il detenuto Rifki in “Fuga di mezzanotte” (1978) di Alan Parker, che gli aprì le porte del successo internazionale.
Tutte le pellicole
Ha recitato in oltre 120 film, tra i quali “Caligola” (1979) di Tinto Brass, “Il mistero di Oberwald” (1981) di Michelangelo Antonioni (1981), “Enrico IV” (1984) di Marco Bellocchio, “Un