
Il leader dell'Anp al Corriere
Abu Mazen sconfessa Albanese, Flotilla e pro-Pal italiani: “Grato a Trump, Hamas è un ostacolo alla pace”
Il 7 novembre sarà in visita in Italia: il Corriere della Sera ha inviato una giornalista per intervistarlo sul piano di pace per Gaza e il leader dell’Anp, Mahmoud Abbas, meglio conosciuto come Abu Mazen, ha fornito le risposte che spiazzano la sinistra e i pro-Pal nostrani. Abu Mazen si dice infatti grato all’amministrazione Trump per essere riuscito a fermare la guerra. A differenza della pasionaria pro-Pal Francesca Albanese e dei ‘missionari’ della Flotilla, attacca coraggiosamente i miliziani di Hamas, definendoli un «ostacolo alla pace» e non certo “eroi” della resistenza palestinese.
Alla richiesta di commentare i video delle esecuzioni in piazza di Hamas a Gaza risponde senza esitazioni o distinguo: «Condanniamo con fermezza le esecuzioni sommarie compiute da Hamas contro decine di cittadini». Hamas «è responsabile di queste esecuzioni orrende e inaccettabili, che costituiscono una violazione dei diritti umani e un grave attentato allo Stato di diritto».
Abu Mazen: il grazie Trump che i pro-Pal non sanno dire
Greta Privitera del Corriere gli chiede la sua opinione sul piano di Donald Trump, la risposta è inequivocabile. «Abbiamo accolto con favore l’annuncio del presidente americano di un cessate il fuoco a Gaza e l’avvio della prima fase, che comprende la liberazione di ostaggi e prigionieri, l’ingresso di aiuti umanitari gestiti dalle Nazioni Unite e il ritiro delle forze occupanti nelle linee concordate. Siamo grati anche al lavoro dei mediatori e dell’amministrazione americana».
«Lo Stato di Palestina è l’autorità sovrana su Gaza – spiega il leader dell’Anp – è quindi fondamentale ristabilire il collegamento con la Cisgiordania attraverso le leggi, le istituzioni e il governo, tramite il Comitato Amministrativo Transitorio e le forze di sicurezza legittime. Abbiamo concordato la presenza temporanea di una forza di stabilizzazione arabo-internazionale, con mandato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E accogliamo con favore un ruolo dell’Italia. Ora vanno fermate tutte le misure israeliane che minano la soluzione dei due Stati».
Abu Mazen sarà il 7 novembre a Roma
Chiede inoltre che vengano «sbloccati» i «fondi palestinesi», la fine dell’«assedio alla nostra economia, dell’espansione delle colonie, del terrorismo dei coloni, dell’annessione di terre e delle aggressioni contro i luoghi santi islamici e cristiani». E alla domanda se creda che Hamas accetterà il disarmo, replica: «C’è una richiesta internazionale di disarmo che Hamas ha approvato, inoltre, non dovranno avere alcun ruolo nel governo di Gaza e le armi vanno consegnate».
Abu Mazen si dice anche speranzoso che Hamas abbia «ancora la possibilità di trasformarsi in un partito politico, se adotterà i principi dell’Olp, che riconosce Israele, rispetterà i suoi impegni internazionali e sosterrà la soluzione dei due Stati», considerata «l’unica opzione per garantire pace, sicurezza e stabilità nell’intera regione». Infine, rimarca Abu Mazen, «dopo l’attuazione della prima fase del piano, chiederò anche al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina».