
L'intervista
Abodi al Secolo: “Lo sport sociale è un caposaldo del governo Meloni. Replicheremo il modello Caivano in otto città”
Ministro Abodi, in questi anni il governo Meloni ha fatto del binomio sport-periferie un elemento qualificante della sua azione politica. A che punto siamo?
Investire sulle periferie della nostra Nazione, non solo quelle urbane, vuol dire investire nella coesione sociale, nel decoro dei luoghi e nelle relazioni tra le persone, offrendo opportunità, restituendo dignità e rafforzando il senso di comunità. Questo impegno di Governo lo stiamo declinando riconoscendo, per la prima volta nella storia della Repubblica, la centralità degli investimenti per lo sport sociale, con il suo linguaggio universale, il paradigma valoriale e il sistema di regole, attraverso la rigenerazione e la ricostruzione di luoghi sportivi abbandonati o incompiuti, ma anche sviluppando progetti educativi e alleanze tra istituzioni, a partire da quello tra la scuola e le associazioni e le società sportive dilettantistiche, che possono trasformare le periferie in veri e propri laboratori di coesione sociale e cittadinanza attiva. L’Esecutivo, su indirizzo del presidente Meloni, si è mosso in questa direzione e il progetto di sviluppo a Caivano rappresenta un primo e straordinario esempio che stiamo replicando, con le necessarie contestualizzazioni, in altre otto città. E poi, continueremo.
Ci spieghi meglio.
Abbiamo stanziato 180 milioni in tre anni, dei quali 100 milioni solo per il 2025, dal Fondo per lo sviluppo e la coesione per replicare questo modello a Rozzano (MI), Orta Nova (FG), Rosarno e San Ferdinando (RC), e nel quartiere San Cristoforo di Catania, Alessandrino-Quarticciolo di Roma, Scampia-Secondigliano di Napoli e Borgo Nuovo di Palermo. Lavoriamo per cercare di anticipare la cronaca nera e di mitigarne gli impatti dolorosi, passando dallo sdegno all’impegno, concordando con le amministrazioni locali tempi, modi e condizioni degli interventi affidati all’efficiente gestione del commissario Fabio Cicigliano. A Caivano la ricostruzione del centro sportivo, al quale abbiamo dato il nome di Pino Daniele, è stata la prima risposta voluta dal Presidente del Consiglio dopo la denuncia dei familiari di due bambine ripetutamente “violate” da un branco di piccoli criminali. Con lo stesso spirito abbiamo realizzato un playground al Parco Verde, davanti ai due balconi dai quali sono stati lanciati due bambini, Fortuna e Antonio, ai quali abbiamo dedicato l’impianto. La politica è vicinanza e ascolto, è farsi carico nel vero senso della parola dei problemi delle persone e delle comunità e mi dispiace che questi temi siano spesso oggetto di polemiche, per alcuni, mentre dovremmo stare tutti dalla stessa parte.
In che modo lo sport può fare la differenza in realtà difficili dove i ragazzi convivono con il degrado quotidianamente?
Lo sport occupa tempo e spazio nelle giornate dei giovani e degli adolescenti in modo sano, rafforza le difese immunitarie, sia psicofisiche che sociali, trasmette la capacità di resistere alle tentazioni, di non cadere nella mediocrità dei comportamenti. Fare attività fisica, sportiva, motoria fa bene e ci aiuta a volerci bene. Viviamo un tempo caratterizzato da inquietudini, incertezze e cadute e le relazioni umane, non mediate dalla tecnologia, devono essere la medicina per guarirle, e lo sport entra in questa relazione rendendoci persone migliori. È chiaro che il primo luogo dove si deve iniziare a seminare è la scuola, per questo abbiamo voluto fortemente il ritorno dei Giochi della Gioventù strutturandoli non soltanto in chiave competitiva e come fattore di promozione della pratica sportiva a scuola e non solo, ma anche come opportunità di alfabetizzazione civica, che attraverso lo sport può essere maggiormente efficace coniugando i Giochi anche con i temi della salute, dell’ambiente, della disabilità, dell’alimentazione e della cultura, sostanziando il valore educativo e sociale dello sport sancito dall’articolo 33 della Costituzione.
Solo nell’ultimo mese sono state messe in campo due misure di sostegno rivolte alle famiglie che versano in condizioni difficili e alle persone con disabilità che vogliono praticare sport.
Come detto, garantire lo sport per tutti è uno degli impegni centrali di questo Governo. Con il bonus Dote Famiglia abbiamo iniziato e continueremo a sostenere le famiglie con un reddito ISEE sotto i 15 mila euro, per ridurre le disuguaglianze e promuovere lo sport come strumento educativo e sociale. Allo stesso tempo abbiamo confermato una misura – pari a 1,5 milioni di euro annui – dedicata agli ausili sportivi per atlete e atleti paralimpici, testimoniando la volontà di assicurare pari opportunità, sostenendo il diritto di ciascuno a esprimersi attraverso l’attività sportiva. Inoltre, con il Parlamento, a partire dalla senatrice Giusy Versace, stiamo lavorando, di concerto con il ministro Schillaci, per consentire un più facile e meno oneroso accesso allo sport da parte delle persone con disabilità che ancora non lo praticano.
Lei ha anche le deleghe per i giovani, si è da poco chiuso il bando per il Servizio Civile Ambientale e Agricolo. Abbiamo visto dei numeri importanti.
La risposta dei ragazzi e delle ragazze è stata incredibile. Abbiamo ricevuto oltre 10 mila domande per poco più di 2 mila posti disponibili che da fine novembre si aggiungeranno agli oltre 50.000 già in servizio a seguito del bando nazionale di inizio anno. Se per il Servizio Civile Ambientale, arrivato alla terza sperimentazione, ormai è una conferma, quello che ci ha piacevolmente sorpreso è stata la risposta per quello Agricolo, alla sua prima edizione. I dati regionali, poi, ci restituiscono informazioni utili: tutte le Regioni, infatti, hanno ricevuto più candidature rispetto alle posizioni disponibili e la Campania, con oltre 2.800 istanze, si conferma la prima regione, seguita da Sicilia e Puglia. Questo dimostra quanto i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 28 anni abbiano compreso che il servizio civile universale sia, non solo una straordinaria opportunità di cittadinanza attiva che permette loro di impegnarsi per la propria comunità, sviluppando competenze e sensibilità verso il bene comune, ma anche un’occasione di formazione che garantisce una riserva del 15% dei posti disponibili nei concorsi pubblici.
Nei giorni scorsi è stato a Bagnoli. A che punto è la preparazione dell’America’s cup?
L’America’s Cup a Napoli rappresenta anche un’occasione strategica per accelerare il programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana di Bagnoli, località che sarà animata dalle basi dei team sfidanti e dei vincitori della passata edizione, Team New Zealand, che difenderanno il titolo. In fase di scelta dei luoghi proprio il Team New Zealand si è innamorato di Bagnoli, riconoscendo certamente a Napoli la bellezza della città e del suo golfo, ma anche il senso della sfida della rinascita di Bagnoli. Certo, dobbiamo correre, perché abbiamo otto mesi in previsione del test event delle World Series, ma in questo lasso di tempo si potranno vedere risultati che non si sono manifestati in trent’anni. Qualcuno mi ha chiesto se esista o meno un piano B nel caso non si riuscisse a essere pronti: non c’è un piano B, Bagnoli è l’America’s Cup. Siamo talmente concentrati con l’Autorità commissariale che sovrintende le attività di Bagnoli, in collaborazione con i ministeri dell’Ambiente e della Cultura, che non pensiamo ad altro se non a centrare gli obiettivi, affrontando e superando insieme ogni difficoltà. E ce ne sono! È una sfida che abbiamo dimostrato anche in altri ambiti sportivi di saper raccogliere e vincere. Non è per presunzione, ma una constatazione dei fatti che troveranno conferma anche a Napoli.