
Ucraina
Volenterosi a Parigi, Meloni: “Niente truppe a Kiev, sì a monitoraggio e formazione”
Parigi per un giorno sotto i riflettori mondiali per il vertice dei Volenterosi sul dossier Ucraina e il colloquio telefonico con la Casa Bianca per il via libera sulle garanzie di sicurezza. Prima il summit mattutino, co-presieduto dal presidente francese Emmanuel Macron e dal primo ministro britannico Keir Starmer in collegamento video con circa 30 capi di stato e di governo. Poi il collegamento con Washington per la telefonata con il presidente Usa Donald Trump durata il doppio del previsto e la conferenza stampa di rito.
Vertice dei volenterosi a Parigi: focus su tre punti
Al vertice, oltre al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e all’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, la premier Giorgia Meloni, collegata da remoto, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Da remoto anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Sul tavolo tre punti salienti: il rafforzamento del sostegno militare all’esercito ucraino, sulla base di trattati bilaterali tra l’Ucraina e i vari Paesi; l’estensione all’Ucraina – su proposta italiana – dell’articolo 5 Nato, che prevede un intervento alleato se Kiev venisse di nuovo attaccata dopo la fine della guerra. E infine l’invio di una forza militare per garantire l’eventuale cessate il fuoco, sul quale l’Italia ha confermato il suo no.
Meloni illustra l’estensione dell’articolo 5 Nato all’Ucraina
La premier Meloni – si legge in una nota di Palazzo Chigi – “ha nuovamente illustrato la proposta di un meccanismo difensivo di sicurezza collettiva ispirato all’articolo 5 del Trattato di Washington”. Un elemento “qualificante della componente politica delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”. Nel ribadire “l’indisponibilità dell’Italia a inviare soldati in Ucraina”, Meloni ha confermato l’apertura a supportare un eventuale cessate il fuoco con “iniziative di monitoraggio e formazione al di fuori dei confini ucraini”. Dopo la ‘call’ con i leader dei Paesi Volenterosi, la premier ha partecipato al collegamento telefonico con Trump “nel quale sono stati condivisi gli esiti della riunione della mattina. Ed è stato riaffermato il senso di unità nel ribadire l’obiettivo comune di una pace giusta e duratura per l’Ucraina”. Pace che può essere solo raggiunta con un approccio che unisca il continuo sostegno all’Ucraina, il perseguimento di una cessazione delle ostilità, il mantenimento della pressione collettiva sulla Russia. Anche attraverso lo strumento delle sanzioni, e “solide e credibili garanzie di sicurezza, da definire in uno spirito di condivisione tra le due sponde dell’Atlantico”.
La Germania deciderà a tempo debito sull’impegno militare
Anche Berlino sospende il giudizio sull’impegno militare. “La Germania deciderà a tempo debito, una volta chiarite le condizioni quadro. Ciò includerà, tra le altre cose, la natura e la portata di un eventuale coinvolgimento degli Stati Uniti e l’esito di un processo negoziale”. È quanto si legge in una nota della Cancelleria tedesca dopo il vertice. L’attenzione tedesca, in linea con la posizione italiana, è rivolta al finanziamento, all’armamento e all’addestramento delle forze armate ucraine.
Trump chiede all’Europa lo stop all’acquisto di petrolio russo
Nel collegamento con Parigi, riferisce la Reuters, Trump ha detto ai leader europei che l’Europa deve smettere di acquistare petrolio russo che, a suo dire, sta aiutando Mosca a finanziare la sua guerra contro l’Ucraina. Il presidente Usa ha anche sottolineato che i leader europei devono esercitare pressioni economiche sulla Cina “perché finanzia gli sforzi bellici della Russia”. Secondo il tycoon, Mosca ha ricevuto in un anno dalla Ue 1,1 miliardi di euro dalla vendita di carburante. In un’intervista a Cbs, rilanciata sul suo account Truth prima del vertice, Trump ha confermato di seguire in prima persona gli sviluppi. “Ho visto la situazione. Ne ho parlato con il presidente Putin e il presidente Zelensky. Qualcosa accadrà, ma non sono ancora pronti. Ma qualcosa succederà. Ce la faremo”.
Macron spinge sull’invio di truppe nelle retrovie ucraine
Macron dal suo canto ha spinto l’acceleratore sull’invio di truppe e ha annunciato che nei prossimi giorni sarà finalizzato il sostegno Usa alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, sponsorizzate dall’Europa per il dopo cessate il fuoco. “A tutt’oggi – ha detto in conferenza stampa l’inquilino dell’Eliseo – 26 paesi di questa coalizione dei Volenterosi si sono impegnati per inviare truppe in Ucraina come forze di riassicurazione fin dal giorno seguente alla firma di una pace. L’obiettivo non è fare la guerra ma di garantire la pace e un cessate il fuoco, e prevenire un nuovo attacco” Interpellato sulla posizione italiana, tedesca e polacca, Macron ha chiarito: “Italia, Germania e Polonia fanno parte dei 26 contribuenti all’iniziativa di garanzie do sicurezza per l’Ucraina una volta raggiunta la pace. Ciascuno dei quali ha una sua modalità di intervento. Alcuni dispiegheranno truppe sul terreno in Ucraina, altri resteranno in paesi membri della Nato mettendo a disposizione la propria base”.
Starmer: confermato l’infrangibile impegno al fianco dell’Ucraina
Per il premier britannico Keir Starmer il vertice di Parigi ha confermato “l’infrangibile impegno” degli alleati al fianco dell’Ucraina di fronte alla Russia. Starmer ha poi ripetuto che di Vladimir Putin “non ci si può fidare” ed è tornato a denunciare quelli che ha definito “gli attacchi indiscriminati” di Mosca su Kiev della settimana scorsa.
Mosca: niente truppe Nato come parte di accordo di pace
Dura la reazione di Mosca. La Russia ha ripetutamente respinto la presenza di truppe Nato come parte di qualsiasi accordo di pace. Il Cremlino ha intensificato gli attacchi contro le città ucraine, mentre l’esercito russo ha recentemente annunciato l’intenzione di sostenere le sue offensive terrestri e la campagna aerea.