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Vertice di Doha, i Paesi arabo-islamici preparano la risposta a Israele. Allo studio un patto di difesa in stile Nato

Medio Oriente

Vertice di Doha, i Paesi arabo-islamici preparano la risposta a Israele. Allo studio un patto di difesa in stile Nato

Esteri - di Redazione - 15 Settembre 2025 alle 18:47

Da Doha i leader dei Paesi arabo-islamici, riuniti in un vertice d’emergenza, hanno ribadito la condanna dell’attacco sferrato da Israele nella capitale qatarina la settimana scorsa contro la dirigenza di Hamas, lanciando un appello ad adottare azioni concrete e a presentare un fronte unito.

Il raid dell’Idf in Qatar ha scioccato la regione: il Paese è alleato Usa, ospita la più importante base americana nel Medio Oriente, ed è mediatore insieme a Egitto e Stati Uniti nei negoziati per mettere fine alla guerra a Gaza.

Secondo la bozza della dichiarazione finale del vertice, consultata dalla France Presse, i circa cinquanta paesi rappresentati hanno condannato l’attacco israeliano sottolineando che “mette a repentaglio gli sforzi di normalizzazione” delle relazioni tra Israele e i paesi arabi.

“Aggressione di Israele sfacciata, infida e codarda”

L’aggressione israeliana è stata “sfacciata, infida e codarda” e mira a far deragliare le trattative, ha sottolineato il padrone di casa, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani. “I negoziati tra Israele e Hamas stavano per raggiungere un traguardo con l’aiuto di Egitto e Stati Uniti, che ha portato alla liberazione di molti ostaggi”, ha ricordato, puntando il dito contro Israele che “continua con la sua intransigenza e la sua insistenza nel portare avanti la guerra”.  “Chiunque lavori diligentemente e sistematicamente per assassinare la parte con cui sta negoziando, intende ostacolare i negoziati”, ha affermato l’emiro qatarino, sostenendo che per lo Stato ebraico “i negoziati sono solo parte della guerra”.

Il presidente al-Sisi: “Israele ha superato ogni limite”

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha avvertito della “grave sfida” che la regione deve affrontare, denunciando come Israele abbia superato “la logica diplomatica e militare” e “oltrepassato ogni limite”. Per il leader Cairo, impegnato insieme a Doha nei negoziati per mettere fine alla guerra a Gaza, l’arroganza di Israele richiede una visione condivisa per la sicurezza e la cooperazione regionale. L’attacco israeliano a Doha è la “prova vivente” che la minaccia di Israele e’ “senza limiti”, ha sottolineato il re giordano Abdallah II. “La nostra risposta deve essere chiara, decisa e, soprattutto, deterrente”, ha proseguito, mettendo l’accento anche sulle politiche espansionistiche in Cisgiordania che minano la possibilita’ della soluzione a due Stati.

Di fronte a questo scenario, la risposta deve essere l’unità, ha affermato Hissein Brahim Taha, segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica, convinto che il vertice rappresenti un’opportunità per assumere una “posizione unita e ferma contro l’odiosa aggressione israeliana”. Gli ha fatto eco il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, convinto che i Paesi arabo-islamici dovrebbero rafforzare la loro “unita’ e solidarieta’” per opporsi a Israele. “Dobbiamo resistere a queste minacce, ribadendo che ulteriori crimini non possono essere tollerati e non dobbiamo rimanere in silenzio di fronte a ciò che sta accadendo ora a Gaza o a ciò che è accaduto a Beirut o in Yemen”, ha aggiunto, facendo riferimento agli attacchi lanciati da Israele contro Hezbollah e Houthi. In quest’ottica il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invocato l'”autosufficienza” della regione, esortando a intensificare la cooperazione e a esercitare pressioni economiche su Israele.

La proposta irachena: un accordo di difesa in stile Nato

Per il leader di Ankara, il governo di Benjamin Netanyahu mira a continuare i massacri contro il popolo palestinese e a trascinare la regione nel caos. I Paesi arabo-islamici non possono accettare lo sfollamento del popolo palestinese, il suo genocidio o la sua spartizione, ha affermato. Il leader dell’Autorita’ nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen ha sollecitato una risposta araba “ferma”, invitando “la comunita’ internazionale ad assumersi le proprie responsabilita’, a ritenere Israele responsabile dei suoi crimini e dei ripetuti attacchi ai nostri Paesi e ai nostri popoli”, e ha chiesto “misure concrete per prevenire il ripetersi di queste violazioni”.

Da parte sua Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega Araba, ha definito Israele uno “Stato canaglia” e ha chiesto la fine del silenzio internazionale sui suoi crimini, mentre il premier iracheno Mohammed Shia al-Sudani ha proposto un patto di difesa in stile Nato in cui un attacco contro uno di loro sia considerato un’aggressione contro tutti. “Un attacco a un fratello è un attacco a noi”, ha concordato il presidente libanese Joseph Aoun, convinto che il vero obiettivo dell’aggressione a Doha e’ il concetto di mediazione e il principio di soluzioni attraverso il dialogo.

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di Redazione - 15 Settembre 2025