
Medioriente in fiamme
Tajani: pronti a valutare sanzioni a Israele. E a Strasburgo l’aula si divide sul riconoscimento della Palestina
Medioriente in fiamme e sanzioni a Israele. “Siamo pronti a valutare, non appena verranno presentate in Consiglio, le ulteriori nuove proposte di sanzioni preannunciate dalla presidente della Commissione europea von der Leyen nel discorso di ieri a Strasburgo”. Così Antonio Tajani nel corso dell’informativa in Parlamento sulla situazione internazionale. Al Senato seduta surriscaldata dalla provocazione della grillina Alessandra Maiorino che ha definito il ministro degli Esteri un “influencer prezzolato da Israele”.
Tajani: pronti a valutare sanzioni a Israele proposte da von der Leyen
“Alla riunione dei ministri degli Esteri Ue a Copenaghen della scorsa settimana, con la Germania – ha ricordato Tajani in Aula – abbiamo proposto di infliggere nuove severe sanzioni ai coloni violenti. Siamo disponibili a inasprire le misure restrittive contro chi assalta i villaggi palestinesi, arrivando a colpire le comunità cristiane”. Per il ministro, inoltre, “l’attacco di martedì e la violazione della sovranità di uno Stato, il Qatar, che non è parte del conflitto e che, al contrario, è da tempo impegnato, insieme a Stati Uniti ed Egitto, in una preziosa opera di mediazione, sono inaccettabili”.
“Siamo al lavoro senza bandiere per la nascita di un vero Stato palestinese”
Poi ha aggiungo di essere al lavoro, concretamente, “senza sventolare bandiere di comodo”, per la nascita di un vero Stato palestinese, creando le premesse per la soluzione a due Stati. “Lo voglio ribadire con chiarezza- ha detto – riconoscere uno Stato senza prima creare le condizioni per la sua nascita non produrrebbe alcun effetto, se non quello di allontanare la pace”.
Il Parlamento europeo approva la risoluzione di maggioranza su Gaza
A Strasburgo, intanto, il Parlamento ha approvato, con 305 voti a favore, 151 contrari e 122 astenuti, una risoluzione comune presentata da Verdi, Socialisti e Liberali sulla crisi umanitaria a Gaza. Il voto sul testo finale è arrivato dopo una lunga pausa chiesta dagli eurodeputati per valutare il risultato dello scrutinio sugli emendamenti. Nella risoluzione, l’assemblea di Strasburgo chiede agli stati membri di “valutare il riconoscimento dello Stato di Palestina”, e afferma il suo “sostegno all’approccio di von der Leyen sul tema dell’accordo di associazione Ue-Israele”.
Nel testo non è menzionata il genocidio, le sinistre si dividono
Il testo, frutto di un compromesso tra i gruppi, non contiene invece una menzione diretta alle responsabilità di genocidio da parte di Israele. Sia le opposizioni che la maggioranza italiane si sono divise sul voto finale. Favorevole alla risoluzione Forza Italia, astenuta Fratelli d’Italia, contraria la Lega. Diviso anche il campo largo, complice soprattutto l’eliminazione della parola genocidio dal testo finale. Il Pd ha votato a favore della risoluzione, contrario il Movimento Cinquestelle. Leoluca Orlando, unico dei Verdi italiani presente al voto, ha votato anche lui no. Sul fronte Avs dai tabulati risulta astenuta Ilaria Salis.
Cinque divisioni dell’Idf verso la prossima offensiva a Gaza City
Intanto secondo l’esercito israeliano, ripreso dal Times of Israel, cinque divisioni dell’Idf, composte da decine di migliaia di soldati, sono pronte a partecipare alla prossima offensiva a Gaza City. È stato annunciato che la 36esima divisione è stata ritirata da Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza, dopo diversi mesi di operazioni contro Hamas, e ora si sta preparando per l’imminente offensiva di Gaza City.