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Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani

Responsabilità e realismo

Tajani: «Le accuse su Israele che ci rivolge l’opposizione sono balle. Bisogna abbassare i toni»

Il ministro ribadisce l'impegno italiano per "due popoli, due Stati", ma avverte sull'inutilità di usarlo come slogan: "Servono condizioni che oggi non ci sono"

Politica - di Agnese Russo - 13 Settembre 2025 alle 09:46

«Darmi del “prezzolato” è un danno anzitutto all’immagine dell’Italia. Dobbiamo abbassare tutti quanti i toni. Le parole di chi ha responsabilità politiche pesano sull’opinione pubblica più di altre». In un’intervista a La Stampa Antonio Tajani è tornato sulle accuse che gli sono state rivolte dalla senatrice M5S, Alessandra Maiorino, e sottolinea che «il silenzio di Giuseppe Conte è complice. È stato due volte presidente del Consiglio, mi sarei aspettato un comportamento diverso». Sullo sfondo resta l’assassinio di Charlie Kirk e il tema della violenza politica che dall’America è rimbalzato in questa parte di mondo. «In una democrazia la libertà di dire ciò che si vuole deve essere garantita a tutti. Se viceversa punti il dito contro un avversario, se il linguaggio diventa violento e istiga le persone, presto o tardi qualche mente malata fa quel che è accaduto a Kirk».

L’impegno italiano per «costruire coi fatti la sicurezza della Palestina»

«Noi – ha ricordato Tajani tornando alla questione mediorientale, che tanto accende lo scontro anche in Italia – sosteniamo il nostro progetto di “due popoli in due Stati”, ma ci vogliono condizioni che oggi mancano. Ottant’anni di conflitto non si risolvono coi proclami». «Siamo favorevoli a riunificare la Palestina, a una missione Onu a guida araba, e ad impegnare militari italiani per questo. Ho parlato con i miei colleghi egiziano e turco perché non ci siano né l’occupazione, né lo sgombero dalla Striscia», ha proseguito il ministro, ricordando che «ieri abbiamo votato una prima dichiarazione che confermeremo il 22 in un documento che verrà presentato alle Nazioni Unite dal gruppo di lavoro guidato da Francia e Arabia Saudita. Abbiamo lavorato con l’Indonesia al percorso per la “sicurezza” della Palestina, vogliamo costruirla coi fatti».

Tajani ricorda perché il dialogo con Israele è importante sul fronte umanitario

Quella assunta dal governo, dunque, ha rivendicato il ministro, non è affatto una linea prona a Israele, come sostiene l’opposizione, ma una linea di responsabilità e pragmatismo. «Mostrarsi aggressivi a fini di politica interna – ha avvertito – non risolve alcun problema. Noi critichiamo Israele, ma teniamo aperto il dialogo: facendo così abbiamo salvato tanta gente. Siamo il Paese che insieme a Qatar, Egitto, Arabia Saudita e Turchia ha accolto più feriti da Gaza. Abbiamo fatto entrare camion del World Food Programme nella Striscia quando nessuno riusciva a farne passare uno. È poco rispetto ai morti dei bombardamenti? Per me ciascuna vita umana vale quello sforzo».

La disponibilità a discutere delle sanzioni

L’Italia, ha aggiunto, è disponibile a discutere del pacchetto di sanzioni verso Israele di cui ha parlato Ursula von der Leyen, ma anche in questo caso non si piega a facili slogan: «Vediamo che proposta ci verrà fatta».

Il vero volto della Flotilla

Tajani ha anche ricordato che nel contesto degli aiuti umanitari a Gaza il governo ha dato la disponibilità alla Flotilla a utilizzare i corridoi autorizzati, in modo da evitare i rischi connessi a una iniziativa di quel tipo. «Se quelli della Flotilla vogliono andare per conto loro, lo facciano. Ma che sia una iniziativa di matrice politica – ha sottolineato – lo dimostra quanto accaduto alla vostra collega Francesca Del Vecchio. Sono rimasto colpito da quel fatto: facendola scendere da una di quelle navi ha subito un atto di censura. Per una vita ho fatto il giornalista e sono contrario ad ogni attacco alla libertà di stampa, da dovunque provenga».

Tajani smaschera le «balle» dell’opposizione

Quanto all’accusa di non aver fermato il commercio di armi con Israele, mossa dalla sinistra e ricordata da Alessandro Barbera che firma l’intervista, il ministro ha chiarito che «sono balle». «Dal 7 ottobre 2023 – ha chiarito nuovamente – in poi non abbiamo più venduto più armi a Israele. Qui si confondono armi con componenti meccaniche o chimiche. Il governo Conte ha venduto a Israele più armi di quanto non abbia fatto questo governo».

Sul fronte Ucraino «il problema è Putin: sta prendendo in giro Trump»

Sul fronte ucraino, Tajani ha ricordato che «il problema è stato Putin, che non si è mostrato all’altezza delle aspettative del vertice in Alaska. Putin sta prendendo in giro Trump, gli aveva promesso di fare cose che non ha fatto». «Bisogna bloccare i flussi di denaro che gli permettono di sostenere un esercito di 1,5 milioni di persone in cui ogni soldato guadagna il triplo di un operaio russo. Per questo siamo favorevoli alle nuove sanzioni europee verso Mosca», ha proseguito Tajani, spiegando che la missione a Est lanciata dalla Nato «è un rafforzamento del sistema di difesa aerea già intervenuto l’altra notte a proteggere i cieli della Polonia». Come Italia, «daremo il nostro contributo, non vogliamo aumentare la pressione su Putin con mezzi militari, ma indicare alla Russia che difenderemo i nostri alleati senza esitazione. Che non si mettano in testa di poter avviare nuove avventure militari».

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di Agnese Russo - 13 Settembre 2025