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Sinner mostra al mondo come sa perdere un italiano: niente scuse, voglia di migliorarsi, complimenti ad Alcaraz

La finale persa agli Us Open

Sinner mostra al mondo come sa perdere un italiano: niente scuse, voglia di migliorarsi, complimenti ad Alcaraz

Sport - di Luca Maurelli - 8 Settembre 2025 alle 08:22

Senza scomodare eroi e fare paragoni fuori luogo su italiani che hanno mostrato, e dimostrato al mondo, come si muore con dignità, vale la pena di spendere una parola sulla dignità di Jannik Sinner, un predestinato alla vittoria, esibita nel dopo-sconfitta, dolorosissima, contro Carlos Alcaraz.

Sorrisi, complimenti all’avversario e al suo team, ammissione di una superiorità (occasionale, per fortuna) dello spagnolo, volontà di migliorare apportando modifiche al suo gioco, già ai limiti della perfezione. Lavoro, lavoro, lavoro. E umiltà. Altro che campioni viziati e capricciosi, come i calciatori, che sbuffano, fanno le faccette e talvolta smadonnano a telecamere in faccia per una semplice sostituzione. La sconfitta di ieri sera, nella finale degli Us Open, ci ha restituito l’immagine di uno sportivo vero, quello che è ben consapevole del proprio talento ma che non se ne fa scudo per cercare alibi da dare in pasto ai tifosi delusi. “Non potevo fare di più, stasera“, ha detto Sinner al pubblico americano, strappando applausi al rivale spagnolo, a sua volta composto ed elegante (tranne che nell’abbigliamento, ma quello vale anche per Sinner…).

Lo sport milionario, di massa, talvolta di volgarità, di maleducazione, di ostentazione di forza e di esultanze sguaiate, ieri sera ci ha restituito l’immagine di due campioni, due europei (vale la pena di sottolinearlo, in questa fase di autoflagellazione del Vecchio Continente), due ragazzi giovanissimi che si rispettano e rispettano i loro tifosi, quasi al punto di scusarsi, l’uno per aver vinto, l’altro per aver perso. Una lezione di stile per altri sport, un esempio – nel caso di Sinner, che qualcuno vorrebbe “regalare” agli austriaci – di un italiano vero, non alla Toto Cotugno, con lo stereo in mano e la foto del partigiano presidente a casa, ma di talento ed educazione. Un “made in Italy” della nobile arte del tennis, nel quale la tradizione nostrana ha sempre avuto la meglio non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dello stile. Da Nicola Pietrangeli ad Adriano Panatta, fino a Lorenzo Musetti e Jannik Sinner. 

Lo spagnolo ieri si è imposto per 6-2, 3-6, 6-1, 6-4 nella sfida che davanti a Donald Trump spettatore d’eccezione gli ha consegnatp il titolo sul cemento americano e il primato nel ranking Atp. “E’ stato migliore di me, io sono stato troppo prevedibile. E’ ora di cambiare qualcosa”, dice Sinner, prospettando la necessità di modificare il proprio ‘arsenale’ a livello tecnico. Una doppia botta, per Sinner. Che però ha stravinto fuori dal campo. Ha mostrato a tutti come sa perdere un italiano. 

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di Luca Maurelli - 8 Settembre 2025