
Gastronomia e politica
Sinistre tristi dichiarano guerra alle pastarelle della domenica e al “diplomatico” di casa Meloni
Dopo il collegamento della premier con "Domenica In" e il ricordo dei pranzi dai nonni le opposizioni se la prendono con il rito italianissimo dei dolci domenicali. Antipatiche e ignoranti
Che tristezza. Anche l’intramontabile pastarella della domenica, un rito tutto italiano con il vassoio di carta argentata e il pacchetto sigillato dal nastrino arricciato dalle forbici, diventa arma politica se a rammentare i pranzi domenicali con i nonni è la premier Giorgia Meloni. Così, sotto gli strali velenosi dell’opposizione finisce pure l’innocente diplomatico citato dalla presidente del Consiglio nel corso del collegamento con Domenica In dal tempio di Venere di fronte al Colosseo. Una citazione affettuosa, intima, in sintonia con i gusti degli italiani, è diventata il caso del giorno. “Vergogna”, hanno strillato uno dietro l’altro gli statisti di un centrosinistra triste, incolore e perennemente a regime dietetico. La colpa imperdonabile di Giorgia Meloni, reduce dal bagno di folla a Fenix, la festa di Gioventù nazionale appena conclusa? Aver partecipato all’iniziativa “Il pranzo della domenica” per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco. Accanto alla premier anche il sindaco dem Roberto Gualtieri, uscito però indenne falle forche caudine di Schlein e Conte.
Le sinistre se la prendono con le pastarelle della domenica…
Uno spot elettorale, un’operazione indecente pagata con i soldi del servizio pubblico, ormai “strumento di regime”. Questo il tenore delle critiche di Pd e 5Stelle. “Oggi ci spiega su RaiUno, la ammiraglia della sua TeleMeloni, quali pranzi e quali pasticcini preferisce mangiare la domenica. Il tutto mentre Canada, Regno Unito e Australia annunciano il riconoscimento delloStato di Palestina”. È il commento indignato della segretaria del Nazareno. “La Rai ha toccato il fondo”, gli fanno eco i 5Stelle in commissione di vigilanza: Nel mirino anche la povera Maria Venier, che “ha pensato bene di confezionare un’intervista a Giorgia Meloni sulle sue abitudini culinarie della domenica, come se fosse la zia simpatica del palazzo accanto”. Non è ben chiaro dove si anniderebbe lo scandalo. Tra l’altro esistono agli atti illustri precedenti di premier (Conte e Gentiloni) che hanno osato collegarsi con la trasmissione cult di mamma Rai. Ma c’è di più. La premier sovranista ha osato ricordare i pranzi italianissimi della domenica a casa dei nonni. Apriti cielo: “Non ha più alcun pudore a trasformare la Rai nella sua vetrina personale”. E giù processi al gastro-nazionalismo. Doppia vergogna.
Viale Mazzini costretta a spiegare: pagina di autentico servizio pubblico
Il can can ha obbligato viale Mazzini a chiarire. “Quella andata in onda su Rai 1 è stata una pagina di autentico servizio pubblico nel racconto della cultura, delle tradizioni, della nostra industria e della promozione dell’Italia a livello internazionale”, si legge in una nota. “Valorizzare la tradizione del pranzo domenicale significa riconoscere un rito che unisce famiglie, comunità e persone, rafforza i legami sociali e rappresenta un tratto distintivo della cultura e dell’industria italiana nel mondo”.
Evviva la crema diplomatica, sublime miscela di culture
A noi, e alla stragrande maggioranza degli italiani, viene da parteggiare per la crema diplomatica, sublime miscela di crema pasticciera e panna montata, che farcisce il diplomatico. Che poi, ma questo Elly e Giuseppi non lo sanno, il diplomatico non è icona di purezza tricolore ma di contaminazione tra culture. Dovrebbe piacere alla sinistra cosmopolita e includente. Il dolce citato dalla premier nasce dall’incrocio con la pasticceria francese ottocentesca e si diffonde soprattutto a Napoli e in Campania. La sua struttura è contaminata: sfoglia d’Oltralpe, pan di Spagna di origine genovese mixato con la penisola iberica che gli ha dato un nome. Sinistre tristi, ignoranti e antipatiche al mondo.