
Alleati serpenti
Risate di regime, coltelli sotto il tavolo: Putin e Xi inscenano la farsa del “nuovo ordine globale”
Sotto i riflettori si celebra l'unità e la compattezza, ma Pechino commercia più con Ue e Usa che con tutti i Paesi Sco messi insieme: oltre 1.300 miliardi contro meno di 900
Un video rubato li mostra mentre se la ridono: Xi Jinping, Vladimir Putin e Narendra Modi. Tre uomini forti, tre potenze rivali, tre strategie divergenti che, per un istante, sembrano parlare la stessa lingua: quella dell’antioccidentalismo compiaciuto. È il siparietto che ha preceduto la foto di rito del vertice Sco, l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Un summit in grande stile, con tanto di cena di gala e retorica sull’“armonia globale” e sull’alba di un “nuovo ordine mondiale”.
Xi, Putin e Modi se la ridono
Ma dietro alle passeggiate per mano e gli abbracci imposti, le crepe sono profonde. Quella a cui tutti hanno assistito è l’ennesima rappresentazione della comunicazione tra Stati: un teatro ben orchestrato dove le maschere sorridono, ma gli attori si temono, si studiano, si contendono lo stesso spazio. E chiuso il sipario, si pugnalano a vicenda.
La foto di facciata
Il messaggio da inviare stavolta era: “Noi siamo uniti, voi no”. Il tutto mentre incombe l’ultimatum di Trump a Putin sulla guerra in Ucraina — con scadenza il 5 settembre — e Modi è travolto da una raffica di dazi americani fino al 50%. Eppure, loro si mostrano complici, felici e rilassati. La “maggioranza globale”, come l’ha definita lo zar, si presenta al mondo come compatta. Ma l’apparenza, come dice il detto, inganna.
Il club del Dragone
La Sco, nata nel 2001 con Cina, Russia e i “quattro Stan” ex sovietici, è molto cresciuta. Ora comprende anche India, Pakistan, Iran e Bielorussia. Intorno ruota un blocco di “partner” che include Turchia, Arabia Saudita, Mongolia ed Egitto. Insieme rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale e circa un quarto del Pil globale.
Tuttavia, la Sco è sempre più la corte del Dragone. Xi Jinping, nella sua Tianjin, si è comportato da anfitrione imperiale: spazio a tutti, ma comando centralizzato.
India e Cina: gelo mascherato da “danza”
Narendra Modi è tornato in Cina dopo sette anni di gelo. L’India, per anni, è stata corteggiata da Washington come argine al nemico cinese. Ma ora, daziata, cerca sponde alternative.
«Le due nazioni più popolose del mondo sono partner e non rivali», ha dichiarato il premier indiano, annunciando anche la ripresa dei voli diretti tra i due Paesi. Xi ha risposto con uno dei suoi aforismi: «La scelta giusta ora è di essere buoni vicini e amici, compagni nella ricerca del successo attraverso una danza del drago e dell’elefante».
Un idillio apparente. Solo cinque anni fa, i soldati di Pechino e Nuova Delhi si massacravano sul confine himalayano a colpi di bastoni e pietre, in una battaglia primitiva. Il conflitto è congelato, non risolto. Il deficit commerciale con la Cina – 99 miliardi di dollari – invece è ferita ancora aperta.
Russia e Cina: i rapporti tra le righe
Putin intanto si stringe all’amico dagli occhi a mandorla, sbandierando rapporti «a un livello senza precedenti», ed elogiando la «visione strategica e globale» di Xi. In realtà, Mosca, ridimensionata dalla guerra in Ucraina e isolata dai mercati occidentali, è sempre più dipendente da Pechino. Il suo Pil vale un decimo di quello cinese.
Nei dossier africani e sudamericani, dove l’Orso conserva relazioni storiche e il Dragone avanza a forza di pressioni economiche, i due competono più che collaborare. Anche con l’India, Mosca gioca una partita ambigua: sostiene Islamabad quando serve fare sponda con Pechino, e protegge Nuova Delhi quando vorrebbe emergere.
Economia: i numeri che smascherano la retorica
Venendo alle cifre. L’alleanza del Sud globale rappresenta un quarto del Pil mondiale, ma i suoi membri commerciano tra loro molto meno che con l’Occidente. La sola Cina scambia con l’Ue oltre 730 miliardi di dollari all’anno e con gli Usa altri 582. Tutto l’interscambio interno alla Sco non raggiunge i 900 miliardi. L’alternativa sistemica sbandierata da Xi si scontra con i fatti.
Oltre la parata
Il vertice si chiude oggi a Tianjin. I leader si sposteranno a Pechino per la parata militare di mercoledì che celebra gli 80 anni dalla vittoria cinese contro il Giappone. Putin sarà in tribuna d’onore. Modi no. Anche questo è un segnale.