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Prodi vuole veramente male alla Francia: consiglia a Parigi un governo tecnico, il peggio che l’Italia abbia prodotto…

L'ideona del padre dell'Ulivo

Prodi vuole veramente male alla Francia: consiglia a Parigi un governo tecnico, il peggio che l’Italia abbia prodotto…

Il padre dell'Ulivo scrive un editoriale che contraddice se stesso e l'esperienza dell'Ulivo: invece di invocare la politica consiglia ai francesi il peggio che l'Italia abbia prodotto

Politica - di Adriana De Conto - 10 Settembre 2025 alle 17:05

Inverosimile proposta di Romano Prodi. Per risolvere la polveriera francese il padre dell’Ulivo non ha niente di meglio da suggerire che un “governo tecnico”. Pensavamo di avere le traveggole, invece l’editoriale sul Messaggero del professore dice proprio così. Al termine di un lungo ragionamento in cui sottolinea le difficoltà di Macron fa questa proposta “indecente” ancora più lontana dalle aspirazioni del popolo. Anziché invocare  il ritorno della politica, Prodi invoca i “tecnici” per risolvere una crisi sociale e istituzionale che non da oggi assilla la Francia. Ci piacerebbe sapere cosa ne penserebbero i manifestanti di “Blocchiamo tutto” che stanno mettendo a ferro e fuoco la Francia di fronte all’ipotesi Prodi: duecento di loro sono stati arrestati questa mattina, 80mila agenti sono schierati  in tutto il Paese. “C’è rabbia perché la violenza viene dal governo che non ascolta le esigenze sociali dei cittadini”, dicono dalla piazza. Ormai Macron non possono vederlo neanche in cartolina, all’Eliseo c’è un suo “clone”, Lecornu. Il clima è arroventato mentre Prodi verga il suo editoriale proponendo una formula che allontanerebbe  ancor più i cittadini dalle istituzioni.

Prodi da ridere: un governo tecnico salverà la Francia

Il suo ragionamento parte – come sbagliarsi- dall’esclusione di un ritorno alle urne: “In questa situazione il Rassemblement National di Le Pen vorrebbe ovviamente andare al voto. I  sondaggi gli attribuiscono il 35% e, per lo stesso motivo, gli altri non lo vogliono. Resta tuttavia il fatto che le sinistre e i centristi sembrano avere fra di loro più motivi di divergenza che di convergenza. Macron aveva quindi di fronte a sé la sola via di affidare l’incarico a un suo fedele in possesso della capacità di dialogo e di mediazione mancata a Bayrou. Il suo quasi impossibile compito è reso possibile solo dal fatto che la ricerca di un compromesso è condizione necessaria per la sopravvivenza della legislatura. Con tutte le differenze esistenti fra Francia e Italia, si tratta in fondo della prospettiva di un governo tecnico di italica invenzione”. Prodi deve volere veramente male ai francesi… Vuole proprio procrastinare il caos civile? 

Francia nel caos: Prodi “consiglia” un governo tecnico

Insiste Prodi: “La formazione di un governo tecnico che porti a termine la legislatura è quindi il compromesso necessario”. E’ paradossale. Lui, padre dell’Ulivo, formula squisitamente politica e non “tecnica” con la quale federò il fronte del centrosinistra smussando particolarismi e difficoltà palesi in un fronte sempre litigioso. Il modello Ulivo – indipendentemente da quali furono gli esiti a tutti noti- ancor oggi viene vagheggiato, rimpianto, evocato da un campo incapace di prendere il largo. Invece, praticamente, Prodi abdica alla politica e  consiglia ai cugini d’oltralpe il peggio che l’Italia ha prodotto, insieme a un’ altra “creatura” mostruosa: l’ammucchiata “repubblica”  per coalizzarsi contro il nemico, la destra. Sempre contro il volere del popolo.

Il paradosso del padre dell’Ulivo

Fa ridere che Prodi voglia dare una “sòla” ai francesi propinandogli quella “italica invenzione”, che ha procurato da noi più danni che soluzioni. Oltretutto rinnegando se stesso. Non una vita fa, ma nel febbraio scorso in occasione dei trent’anni, appunto, del suo Ulivo, rilasciò un’intervista ad Annalisa Cuzzocrea su Repubblica:  L’Ulivo l’ho proprio voluto con una convinzione semplicissima: caduto il muro di Berlino, ho sempre pensato che l’Italia fosse l’unica nazione ad avere un “muro” che la divideva al suo interno. Su tanti problemi della vita quotidiana c’era più accordo con i socialisti e con i comunisti che con i conservatori. Bisognava fare in modo che tutti i riformisti stessero da una parte e tutti i conservatori dall’altra, e che si alternassero al potere. C’era un disegno chiaro, elementare”. Oggi si potrebbe riproporre? “L’Ulivo certamente no. Quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro”. Ecco, perché anche in Francia non possono uscirne con la politica anziché con la tecnocrazia? Per l’ossessione contro la destra?

 

 

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  1. Marino ha detto:

    Prodi chi?

di Adriana De Conto - 10 Settembre 2025