
Strage silenziosa
Parroco ucciso in Sierra Leone: buio su movente e killer. Delmastro: ultimo atto della sanguinaria persecuzione di cristiani
Il sacerdote, punto di riferimento della comunità cattolica nel distretto di Kenema, è stato brutalmente aggredito nel sonno da uomini armati nella sua residenza parrocchiale. Le indagini brancolano nel buio: oscuro il movente e nessun fermo
Il sangue dei cristiani continua a scorrere, e il silenzio dell’Occidente è assordante. L’ultima vittima sacrificale – e l’ultima tragica uccisione – risale alla notte del 30 agosto, quando Padre Augustine Dauda Amadu, il parroco della chiesa Immacolata Concezione di Kenema, in Sierra Leone, è stato assalito e assassinato nella sua casa situata nella sezione Burma 3 alla periferia della città. Solo l’ennesima, tragica prova, di una persecuzione che, nel mondo, miete vittime ogni giorno.
Sierra Leone, ucciso il parroco della Immacolata Concezione di Kenema
Secondo quanto reso noto dalla polizia sierraleonese, la locale stazione delle forze dell’ordine è stata avvertita telefonicamente intorno alle 7.45 del mattino da un parrocchiano. Un uomo a detta del quale padre Amadu sarebbe stato aggredito nel sonno da uomini armati, non identificati, nella sua residenza parrocchiale. dato l’allarme, gli agenti sono intervenuti subito sulla scena del crimine, dove hanno trovato il corpo esanime del sacerdote.
A indagini appena partire, allora, gli investigatori hanno rivelato che gli aggressori sono entrati con la forza nell’abitazione attraverso una finestra. Secondo la polizia il sacerdote è stato ucciso tra le 2 e le 3 della notte tra il 29 e il 30 agosto. Al momento, le autorità non hanno confermato se i banditi abbiano rubato qualcosa dall’abitazione. Allo stato, infatti, il movente dell’omicidio rimane poco chiaro. E nessun sospettato è stato ancora arrestato. Tuttavia, diversi parrocchiani e responsabili ecclesiastici hanno reso dichiarazioni agli inquirenti che potrebbero fare luce sul crimine e sulla causa scatenante che l’ha provocato.
Parroco ucciso in Sierra Leone, nessun movente, nessun fermo
Intanto, sullo sfondo di un delitto al momento senza un perché e senza un colpevole, emerge il ritratto della vittima: un sacerdote ben voluto per la sua disponibilità e gentilezza. Attivo tra i giovani e le famiglie svantaggiate, i suoi sermoni contro la corruzione e la criminalità gli hanno fatto ottenere profondo rispetto. Ma forse, al tempo stesso, secondo i parrocchiani, hanno avocato intorno a sé nemici in certi ambienti.
E se è vero che Kenema è il capoluogo della provincia orientale della Sierra Leone nonché dell’omonimo distretto. E che l’area ha registrato negli ultimi tempi una forte impennata di crimini violenti (come rapine a mano armata e aggressioni che stanno erodendo la sicurezza delle comunità locali), è altresì palese lo sterminio di preti, suore, e fedeli cristiani che, in corso da tempo, sta segnalando da molto picchi di un fenomeno fuori controllo…
Un omicidio che si innesta sullo sfondo di una strage silenziosa
Per questo l’omicidio del sacerdote – la cui notizia è arrivata a noi solo oggi – e avvenuto nel silenzio della notte, è un crimine che va oltre la semplice cronaca locale. Le circostanze restano poco chiare, il movente incerto, ma il messaggio che trapela è forte e terribile: la vita di un parroco, impegnato contro la corruzione e la criminalità, può essere spezzata impunemente.
Del resto, come i tanti report testimoniano e la cronaca rilancia dolorosamente, la morte del sacerdote in Sierra Leone non è un caso isolato. Ma si inserisce in un quadro globale che conta oltre 380 milioni di cristiani perseguitati. Numeri che fanno rabbrividire e che, come sottolineato dal sottosegretario Andrea Delmastro, dimostrano la gravità di un accanimento sanguinario.
Delmastro: «L’Occidente difenda la libertà dei cristiani nel mondo»
Tanto che, in una nota Andrea Delmastro delle Vedove – sottosegretario di Stato alla Giustizia, presidente dell’intergruppo parlamentare per la difesa della libertà religiosa dei cristiani nel mondo – ha sottolineato tra dolore e indignazione: «La brutale uccisione di Padre Augustine Dauda Amadu, parroco della Chiesa dell’Immacolata Concezione di Kenema, è un atto gravissimo che dimostra la sanguinaria persecuzione che colpisce i cristiani nel mondo. Oltre 380 milioni di fedeli subiscono violenze, discriminazioni, e spesso vengono assassinati per la loro fede. L’Occidente ha il dovere di difendere e proteggere la libertà religiosa e la vita dei nostri fratelli cristiani. La libertà religiosa è il fondamento di ogni altra libertà: negarla significa condannare l’umanità all’oppressione e alla barbarie»
Un dovere morale e politico
Un appello, quello di Delmastro, che non può restare inascoltato. La difesa dei cristiani nel mondo non è solo una questione di solidarietà, ma un dovere morale e politico. Ignorare questa piaga significa accettare che la violenza e l’intolleranza prevalgano sulla civiltà, perché la libertà di fede non sia più un privilegio. Ma un diritto universale e inviolabile. Un pilastro di ogni società civile, preso a picconate con violenza in troppe parti del mondo.