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Odio politico, l’accusa della Montaruli alla sinistra: “Tace per non perdere voti. Dalla moglie di Kirk una grande lezione a tutti”

L'intervista

Odio politico, l’accusa della Montaruli alla sinistra: “Tace per non perdere voti. Dalla moglie di Kirk una grande lezione a tutti”

Politica - di Marta Lima - 16 Settembre 2025 alle 13:00

“Per chi è di destra è sempre stato difficile ma credo che le parole della moglie di Kirk, composte, non violente ma nette siano un appello a tutti coloro che si sentono conservatori a continuare in un movimento a sostegno di quelle idee”. La deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, interviene così sul clima di odio politico che imperversa in queste ultime settimane.

Alla luce dell’assassinio di Kirk e delle continue intimidazioni che ricevono anche gli studenti universitari di destra in Italia, essere conservatori e cattolici, oggi, è più pericoloso che essere di sinistra?

“Anche se lo è sempre stato, oggi manca a sinistra un leader che abbia la capacità di dire quando sbaglia chi simpatizza per lui o per lei, prendendone le distanze. La sinistra invece fa polemica sull’ipotesi che si faccia un elenco delle aggressioni subite da esponenti di Fratelli d’Italia o dei movimenti giovanili. Eppure anche l’opposizione dovrebbe alzare la voce quando queste aggressioni avvengono: non deve proprio esistere una lista di aggressioni”.

Negli ultimi giorni c’è stata una serie di violenti attacchi verbali nei confronti dei Ministri del governo: da Tajani, a Ciriani, a Zangrillo. A cosa dobbiamo questa escalation?
“Perché il governo sta lavorando bene e quando c’è un’opposizione in difficoltà, divisa su tutto tranne che sull’avversione verso Giorgia Meloni ed il suo esecutivo, è questa avversione l’unica cosa che rimane. Non è un moto di piazza ma un fatto che si cela nei partiti distanti dal Governo. Vorrei ricordare per esempio che sul palco della festa dell’Unità a Torino con il ministro Zangrillo c’era la vicepresidente del Senato la quale avrebbe avuto il dovere, anche per la carica che ricopre, di garantire i principi di democrazia soprattutto in un contesto come quello, di dibattito politico. Tacciare di provocazione una normale posizione di un avversario politico dopo averlo invitato e lasciare che venga interrotto, è un fatto inedito ma che ci fa comprendere la deriva che sta prendendo il Pd”.

Passiamo al presidente del Consiglio. Perché quando una donna di sinistra viene attaccata le femministe salgono sulle barricate, mentre tacciono quando gli attacchi riguardano la Meloni? Esiste una doppia morale?
“Perché coloro che comunemente e, secondo me, ormai anche impropriamente, chiamiamo femministe per la maggior parte non hanno a cuore le istanze delle donne ma sono infarcite di un’ideologia di sinistra che prevale sulle istanze femminili. Ne deriva che, per loro, diventa impossibile prendere posizione su un avversario politico donna, di successo e che sostiene posizioni di buon senso per la libertà delle donne stesse. Ciò si riflette anche su altri temi. Combattere le piazze di spaccio per garantire la sicurezza, per esempio come fa Giorgia Meloni, significa difendere il diritto di una donna di tornare a casa da sola senza timori. Alle femministe è impedito di sostenere Giorgia Meloni in questa battaglia anche femminile perché significherebbe spogliarsi della cultura della droga libera, del buonismo, della repressione zero di cui sono ormai portatrici.

Il sostegno dei giovani di sinistra alla causa palestinese, cosiddetti pro-Pal, può portare a un aumento dell’antisemitismo? E perché anche in questo caso la sinistra tace?
“Perché perderebbe consenso. Un’opposizione irresponsabile, com’è questa, preferisce non avere una piazza avversa piuttosto che dire a quei ragazzi che stanno sbagliando. Questo è un passaggio pericoloso perché la sinistra perde così un ruolo di guida, si appiattisce e si auto-delegittima, smette di essere un punto di riferimento e diventa invece strumento per le posizioni più estreme. Non è questione che riguarda solo il tema della Palestina. Basta osservare la reazione della sinistra istituzionale ai post di ‘Cambiare rotta’ o altri personaggi a seguito dell’omicidio di Charlie Kirk: nulla. La sinistra non ha detto nulla. Così fanno solo i cattivi maestri”.

La violenza politica e del linguaggio che si vede nella dimensione reale, è presente nella società anche online: cosa sta provocando? A partire dai fenomeni di bullismo ai suicidi dei giovani e non solo.
“La diffusione e l’uso distorto dei social credo abbia contribuito in maniera significativa a instaurare una difficoltà di accettazione di tutto ciò che è altro da sé soprattutto tra i ragazzi per cui è più facile scriversi su una chat che parlarsi personalmente. Ciò alimenta una difficoltà superiore anche a mettere un freno rispetto al linguaggio e all’odio che ne scaturisce, perché quando si perde il senso della realtà, non ci si rende conto di aver fatto star male l’altro, non esiste più un limite emotivo, manca l’empatia umana. Sui social questo genera vere e proprie lapidazioni e discriminazioni che non trovano una adeguata risposta repressiva per la difficoltà nel reperire l’autore di tale condotta ma anche per la diffusione di tali fenomeni che ormai sono costanti e ordinari. Quando essi si incagliano su una persona fragile e quella persona insieme alla sua famiglia non ha un adeguato supporto pubblico ciò genera le peggiori conseguenze. Non a caso il suicidio è la seconda causa di morte tra i ragazzi dai 15 ai 19 anni, eppure se ne parla pochissimo perché sussiste anche un tabù culturale. Stiamo provando ad infrangerlo con una mia proposta di legge che riprende il suo iter proprio questa settimana in commissione Affari Sociali alla Camera. La norma prevede tra l’altro un osservatorio nazionale, una campagna di sensibilizzazione ma soprattutto un protocollo di approccio a questi casi, un centro di prevenzione in ogni regione mentre oggi ne esiste solo uno per tutta Italia. Anche la persona che si ritiene più imperfetta deve sapere che non merita la denigrazione, l’umiliazione, lo stigma collettivo. A maggior ragione ciò vale per ragazzi innocenti: siamo unici e irripetibili, chi prova a svilirci negando questa condizione deve essere ripreso e se necessario punito”.

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di Marta Lima - 16 Settembre 2025