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Migranti, Minniti gela la sinistra: “In passato modelli fallimentari. Non sottovalutiamo il mondo arabo, si rischia un’Intifada globale”

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Migranti, Minniti gela la sinistra: “In passato modelli fallimentari. Non sottovalutiamo il mondo arabo, si rischia un’Intifada globale”

Politica - di Alessandra Danieli - 24 Settembre 2025 alle 14:37

Violenza inaccettabili a Milano e allarme Intifada mondiale. Parola di Marco Minniti, ex ministro dell’Interno del Pd, una vita a sinistra, oggi presidente della Medor Italian Foundation ed esperto di Medioriente. Sulla guerriglia pro Gaza di lunedì non ha dubbi. “Manifestazioni con fortissima partecipazione popolare che vengono prese in mano da minoranze violente e facinorose”, dice intervistato dal Giornale. “Un mio amico di gioventù, un artista – racconta Minniti – ieri mi ha mandato una vignetta. C’era scritto: “L’odio è l’oppio dei popoli”. Parafrasando Marx”. Cauto sulla saldatura tra anarchici e giovani arabi di seconda generazione. “Lo vedremo. In Italia abbiamo un’immigrazione relativamente recente. Gli altri Paesi europei hanno una immigrazione più antica e radicata. E pagano il fallimento di un modello di immigrazione. Ricordiamoci che i primi attacchi del terrorismo islamico all’Europa sono stati organizzati in un quartiere di Bruxelles, Molenbeek”.

Guerriglia urbana, Minniti: violenze inaccettabili

L’ex titolare del Viminale punta l’indice sui passati modelli falliti nella gestione migratoria e mette in guardia dalla sottovalutazione del mondo arabo. “È molto importante il governo dell’immigrazione. Servono canali legali e contrasto agli arrivi illegali e ai trafficanti di esseri umani. Se riesci a fare questo poi puoi costruire un modello nuovo e virtuoso di integrazione. L’integrazione è un pezzo fondamentale delle politiche di sicurezza. Chi meglio integra è più sicuro”.  L’ex ministro dell’Interno del governo Gentiloni poi plaude alla gestione della piazza da parte delle forze dell’ordine. “Non hanno bisogno di maestri. L’Italia è la numero uno al mondo nella gestione dell’ordine pubblico. Dall’estero guardano sempre al modello italiano”. Poi si dice contrario al divieto della manifestazioni, anche se si preannunciano pericolose. “Proibire sarebbe un autogol. I violenti troverebbe una giustificazione alla propria violenza. Negli anni 70 l’Italia fu l’unico paese al mondo che sconfisse il terrorismo senza ricorrere a leggi speciali e mantenendo ferma la Costituzione”.

Gaza, si rischia un’onda emotiva travolgente

Sulla drammatica situazione di Gaza Minniti tema un’onda emotiva “travolgente, specialmente nei Paesi arabi”. Colpa di Netanyahu? “Lei sta parlando con un super amico di Israele“, premette Minniti, “ma quando Netanyahu dichiara che non ci sarà mai uno Stato palestinese commette un errore gravissimo. Cancella un pezzo di storia del Medioriente, ed è il pezzo di storia nel quale è nato Israele”. L’effetto catastrofico del niet del presidente israeliano potrebbe essere “una Intifada globale” che può colpire l’Europa. “Quando l’Isis mise in campo la sfida per il califfato mondiale, una parte fondamentale dei suoi combattenti venivano dall’estero, non dalla Siria”, sottolinea Minniti invitando a non sottovalutare i rischi.

Attenti al mondo arabo, si rischi un’Intifada globale

“Le vicende in quei paesi ci riguardano – continua l’esponente dem – non solo per un empito umanitario, che comunque non va sottovalutato, perché è un sentimento popolare. Ma per ragioni di politica generale”. Infine riflettori puntati sul no (temporaneo) dell’Italia al riconoscimento della Palestina. “L’Italia non vuole che gli Stati Uniti si sentano isolati. È comprensibile. Il 26 ci sarà l’incontro tra Trump e Netanyahu. Se l’incontro segnerà un cambio di approccio da parte di Netanyahu, potremmo avere, forse anche prima del 7 ottobre, una tregua e la liberazione degli ostaggi. Sarebbe un sogno per le loro famiglie. Se, invece, neanche Trump “cambia” Netanyahu, allora anche l’Italia dovrà assumersi le sue responsabilità”.

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di Alessandra Danieli - 24 Settembre 2025